Venerdì 24 Ottobre 2025

«Siamo stati divorziati per 13 anni. Ora festeggiamo il 40° di matrimonio»

Toccante testimonianza del giornalista Doug Mainwaring e di sua moglie

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«L'amore di mia moglie per me, specialmente nei momenti più bui in cui ero più debole e vulnerabile, è stato un canale diretto dell'amore di Dio per me. Infatti, più grandi sono state le sfide personali che ho affrontato, più lei mi ha onorato con dignità e rispetto». Una frase bellissima che si fa fatica a credere sia la premessa di una storia d’amore interrotta da un divorzio durato ben 13 anni. E invece è proprio così che inizia la toccante testimonianza del giornalista Doug Mainwaring e di sua moglie, divisi per oltre un decennio e poi tornati insieme per altri 27 anni e che ora festeggiano il loro 40° di matrimonio. Ne parla proprio Mainwaring, dalle colonne di Lifesitenews, per cui lavora da oltre 8 anni difendendo l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e i diritti dei bambini contro l’assalto arcobaleno. «Nel nostro matrimonio, abbiamo dovuto fare i conti, non solo con la mia attrazione per lo stesso sesso, ma con storie familiari di dipendenza, difficoltà finanziarie, gravi problemi di salute – entrambi abbiamo combattuto contro il cancro per diversi anni – e molto altro ancora. Purtroppo, una combinazione di queste cose ha portato alla nostra separazione e al divorzio, di cui mi assumo la piena responsabilità. Ma, alla fine, per grazia di Dio, il bene ha superato di gran lunga il male, e la dignità umana e l'amore hanno costantemente trionfato sull'animosità, sul biasimo e sull'isolamento». Difficoltà non piccole, insomma, ma che hanno cominciato ad essere scalfite quando Doug ha potuto vivere un matrimonio felice di riflesso, non il suo, ma quello di una coppia di conoscenti. Si trattava dei genitori di un amico di suo figlio minore che, in quella casa di coniugi cattolici, pieni d’amore l’uno per l’altra, amava passare i pomeriggi. Una testimonianza che arrivò fino a Doug, semplicemente attraverso suo figlio: «Quando tornava a casa, non diceva nulla, ma potevo leggere il suo linguaggio del corpo e percepire ciò che non era stato detto. Non c'era bisogno di essere uno scienziato missilistico per capire che a Chris piaceva molto passare il tempo a casa di Ray, e il motivo era chiaro: amava la loro vita familiare». Nonostante quella coppia di coniugi, felice, non avesse mai parlato con Doug, tuttavia, la loro pura e semplice testimonianza, cominciò a lavorare nel cuore dell’uomo: «Tutto quello che dovevo fare era guardare Chris negli occhi per capire che desiderava avere una famiglia come la loro, una famiglia con una mamma e un papà socievoli, di grande cuore e affettuosi che si amavano chiaramente. Sapevo che questo era esattamente ciò di cui avevo privato Chris e suo fratello». Quell’esempio lo portò ad interrogarsi seriamente, producendo in lui una graduale revisione di vita: «È stato questo matrimonio cristiano, molto amorevole, che mi ha fatto chiedere per la prima volta se avessi commesso un grosso errore nel divorziare da mia moglie e dividere la nostra famiglia. E dopo ogni successiva visita di Chris alla famiglia di Ray, mi convinsi sempre di più del mio grave errore. Sapevo che dovevo riparare ciò che avevo rotto». Così, una domenica pomeriggio dell'autunno del 2011, fu un altro mezzo inusuale e improvviso, ad attraversargli il cuore: una recita scolastica ispirata a Les Misérables, dove Michael, il figlio maggiore di Doug, allora liceale, interpretava il ruolo di Jean Valjean. «Mi sono commosso fino alle lacrime durante la scena in cui si inginocchia accanto a Fantine mentre giace morente, e promette di prendersi cura della sua giovane figlia Cosette. In qualche modo sapevo che Dio mi stava spingendo ad agire, e così più tardi quel giorno chiamai Valerie». Una telefonata arrivata al momento opportuno nella vita di sua moglie che stava per subire un importante intervento chirurgico alla schiena e a cui Doug propose di trasferirsi da lui che viveva coi ragazzi, in vista del periodo di convalescenza. «E quella che pensavo sarebbe stata la convivenza per il gusto di crescere insieme i nostri figli si è trasformata nel tempo in "Finché morte non ci separi"» ammette l’uomo, felice. Sull’opera di Dio nella sua vita, Doug non ha dubbi e nel ripensare al brevissimo tempo intercorso tra l’illuminazione ricevuta durante la recita di suo figlio e la sua prima telefonata alla moglie dopo il divorzio, dichiara: «Sapevo al di là di ogni dubbio che era Dio che apriva la porta. Ero totalmente impreparata al fatto che Lui rispondesse così rapidamente alla mia preghiera. Erano passate solo poche ore! ». Una Grazia straordinaria, dunque, che Doug inquadra nell’orizzonte di senso dell’ Eternità, infatti, conclude la sua testimonianza con una frase che racchiude tutto il suo percorso: «Quando il mio tempo su questo pianeta sarà giunto al termine, il mio matrimonio sarà stato il contributo più importante che avrò dato». Una fedeltà, dunque, che va al di là della pura e semplice felicità epidermica, argomento di cui si è occupato anche la nostra rivista, (alla quale fino ad oggi potete abbonarvi con uno sconto speciale) con interviste a sociologi di fama internazionale come Bradley Wilcox – che hanno dimostrato quanto la felicità coniugale sia correlata alla stabilità coniugale. (Foto: Pexels.com) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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