Card. Ranjith avverte: lo Sri Lanka non deve inginocchiarsi al FMI
Il Cardinale invita il governo e i cittadini a proteggere la dignità nazionale e l’identità culturale, rifiutando condizioni imposte da istituzioni straniere
Il 9 ottobre scorso, il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, intervenuto ad una Messa di ringraziamento, presso la cappella della residenza dell'arcivescovado in occasione del 20º anniversario dell’emittente cattolica Tv Derana ha lanciato un appello affinché lo Sri Lanka non sia sottomesso alle condizioni imposte dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dalle nazioni straniere. Queste, di seguito, le sue parole:
«Non dobbiamo accettare tutto ciò che ci arriva dall’estero. Se dimentichiamo la nostra eredità e cominciamo a seguire, come schiavi o, per usare una parola più dura, come “servi” ciechi, le idee che provengono da altri paesi, allora è una vergogna per la nostra dignità. Il nostro Paese è, a mio avviso, uno dei più belli del mondo. Come cantava Amaradeva: “Finché il ciclo della vita continua, e fino al raggiungimento del Nirvana, semina il bene per rinascere in questa terra benedetta. Ma nella nostra società oggi, molti soffrono per la povertà e la miseria. Oggi, se prendiamo cinque famiglie a caso, due di esse vivono senza riuscire a trovare di che sopravvivere giorno per giorno. In un contesto simile, non dico che sia sbagliato prendere prestiti da paesi stranieri. Tuttavia, se prendiamo tali prestiti, dobbiamo anche essere responsabili nel modo in cui li utilizziamo e nel modo in cui li restituiamo, senza errori o sprechi. Non possiamo svendere la nostra cultura, diventando schiavi di altre nazioni solo per eseguire ciò che ci dicono» – ha sostenuto con convinzione.
L’invito è quello a non farsi comprare o ricattare dallo stato di indigenza in cui versa il paese, perdendo la propria cultura per inseguire modelli stranieri: «Aiutare i poveri e i bisognosi è certamente un dovere. E non sto criticando il fatto che un governo debba accordarsi con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per ottenere sostegno. Tuttavia, non dobbiamo diventare schiavi del FMI. Queste istituzioni non comprendono davvero la sofferenza del nostro popolo, la miseria che la gente vive ogni giorno. Non possiamo quindi accettare passivamente le condizioni imposte dai paesi ricchi o dal FMI. Abbiamo una nostra dignità come nazione. Dobbiamo proteggere quella dignità, spiegando a queste istituzioni la nostra cultura, la nostra civiltà e le nostre possibilità reali, e negoziando in modo da modificare le condizioni che ci vengono imposte». Ha poi sottolineato la responsabilità della leadership politica nei confronti del paese: «Il governo deve decidere e mettere in atto programmi sociali efficaci per eliminare la povertà, invece di limitarsi a dire che “il FMI lo ha richiesto”. Non è giusto giustificare la sofferenza del popolo come se fosse una necessità imposta da un’istituzione esterna».
Pertanto, afferma il cardinale, è sbagliato tradire il proprio paese e la propria cultura, seguendo i dettami morali e culturali di altre nazioni diventandone, di fatto, schiavi: «Dal punto di vista culturale e spirituale, dobbiamo evitare di seguire meccanismi imposti da organizzazioni internazionali che non si adattano alla nostra eredità culturale. Anche noi abbiamo un patrimonio antico, un’identità nostra, e sviluppare il Paese nel rispetto di essa è responsabilità di tutti. In questo contesto, i media hanno una responsabilità speciale: devono proteggere l’identità nazionale, la cultura, la religione e il nostro modo di vivere morale e civile». Pertanto ha chiosato rivolgendosi al network Derana, perché possa guidare la gente verso il giusto cammino e contribuisca alla costruzione di una società moralmente e culturalmente forte. (Foto: screenshot, Messaggero di Sant'Antonio, YouTube)ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!