Tre milioni di fedeli in cammino con Maria: è il popolo che ha compiuto il pellegrinaggio di Nostra Signora di Zapopan a Jalisco, in Messico. Il percorso che accompagna la statua della Vergine dalla cattedrale di Guadalajara alla basilicadi Zapopan è detto, secondo la tradizione ispanica, Romería perché richiama il cammino dei penitenti verso la sede petrina, Roma quindi, in espiazione dei propri peccati. Nella tradizione spagnola e latino americana è diventato più genericamente un pellegrinaggio verso un santuario. L'evento di fede, che cade il 12 ottobre di ogni anno, ha dunque registrato una partecipazione record, in risposta all'appello del cardinale Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara che invitava il gregge a lui affidato a camminare insieme, traendo ispirazione da Maria, rinnovando la speranza. Il pellegrinaggio, come ricorda l'articolo di Aciprensa, «èdichiarato Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dall'UNESCO nel 2018, rende omaggio alla venerata immagine della Vergine di Zapopan, patrona dell'arcidiocesi di Guadalajara e simbolo di fede e unità per il popolo di Jalisco.» La venerata immagine mariana lungo il tragitto attraversa quartieri, tocca ospedali, scuole, mercati mentre al suo seguito scorre un fiume di preghiere, canti e danze. L'arcidiocesi ha reso noti i numeri della partecipazione di quest'anno che ha raggiunto la quota record di 3 milioni di fedeli, tutti ad accompagnare "la Generala", così è detta la Vergine di Zapopan. Il cammino è terminato con la celebrazione della santa messa nella Basilica, presieduta dall'arcivescovo Francisco Javier Robles Ortega. Questo cammino non sia solo espressione della vostra devozione, ha detto, ma anche segno di unità: «Abbiamo sperimentato che con Lei [la Vergine], camminando insieme, scopriamo ciò che siamo: veri fratelli». È camminando insieme che si scopre la nostra vulnerabilità e la bellezza di sostenerci gli uni gli altri: «percorrendo il cammino insieme a Maria, siamo pieni di speranza». Maria ha esercitato la speranza per tutta la sua vita, anche quando tutto sembrava perduto ed è lei che Cristo ha voluto ci accompagnasse ogni giorno, fino alla fine, passando anche lungo e strade più oscure e nelle prove più ardue. Ci aiuti, dunque, Maria ad essere come lei e come ha ricordato il cardinale: «"pellegrini della speranza" chiamati a cercare "un futuro migliore per le nostre vite, per le nostre famiglie, per la nostra società".» La speranza non è una questione di clima emotivo, di assetto interiore da esercitare con qualche stratagemma da life coach: è insieme dono divino e adesione continua a ciò che in essa ci ha fatti salvi.Non basta, dunque, sperare una volta per tutte. La speranza è forse la virtù che più facilmente si associa al nocciolo semantico del termine, poiché è forza, vigore, resistenza persino. Maria, umile e alta più che creatura, resta per tutti noi la fontana vivaceche di quella forza è sorgente generosa, imperterrita. Una bambina da nulla, diceva Peguy, nel suo poema dedicato alla seconda virtù teologale, la speranza è quella che più stupisce negli uomini perché porta per mano le sue due sorelle maggiori, fede e carità: è lei che persiste nella certezza che tutto ciò che ci ha dato vivere è carico di senso ed è un senso buono. Il pellegrinaggio messicano che ha visto una così ampia partecipazione, la più alta delle sue 291 edizioni, sia dunque, secondo l'invito dell'arcivescovo, occasione per essere più impegnati per "un futuro più esigente per noi stessi" e "a essere migliori, a cambiare la nostra vita, a migliorare le nostre relazioni, a costruire ponti, a essere più sensibili ai bisogni degli altri". «In linea con il recente messaggio di Papa Leone XIV nell'esortazione apostolica Dilexi te, il cardinale Robles ha ribadito che l'arcidiocesi di Guadalajara cerca di "prendersi cura di tutti i settori più indifesi e bisognosi", perpetuando così lo spirito di misericordia che ispira il pellegrinaggio di Zapopan.» (Foto: Screenshot María Visión, YouTube)ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!