Fine vita
Chiesa
«Il Sangue di Cristo a Roma». Parla Mons. Cerrato
Per la prima volta nella storia, la reliquia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo lascia Mantova e viene accolta al Santuario di San Salvatore in Lauro, a Roma, fino al 25 novembre
18 Novembre 2025 - 06:34
Mons. Cerrato a San Salvatore in Lauro (©Sara Alessandrini)
La reliquia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo che, secondo la tradizione, fu raccolto dal centurione Longino ai piedi della Croce e custodito nella basilica di Sant’Andrea a Mantova, per la prima volta nella storia, ha lasciato il suo luogo originario per giungere a Roma. La reliquia è stata accolta al santuario di San Salvatore in Lauro per volontà del rettore, monsignor Pietro Bongiovanni, dove resterà fino al 25 novembre. Un evento di portata straordinaria, che si inserisce nel clima spirituale che si sta vivendo nella Città Eterna in occasione dell’Anno Santo, richiamando i fedeli a meditare sul mistero centrale della fede cristiana: l’amore di Cristo donato “fino all’ultima stilla”, per la salvezza dell’umanità. In occasione di questo momento unico, abbiamo intervistato monsignor Edoardo Cerrato, vescovo emerito di Ivrea, che ha presieduto il solenne pontificale dedicato all’arrivo della reliquia. Le sue parole offrono una chiave di lettura profonda, capace di illuminare il senso spirituale dell’evento e di parlare al cuore di un mondo ferito da conflitti e incertezze.
Eccellenza, questa è la prima volta nella storia che la reliquia del Preziosissimo Sangue lascia la basilica di Sant’Andrea a Mantova. Qual è, secondo Lei, il significato spirituale di questo evento straordinario per la Chiesa e per i fedeli di Roma? «Sì, è davvero un grande avvenimento che corona i tanti momenti di intensa spiritualità che il Santuario di San Salvatore in Lauro offre alla Città. E non solo ad essa… In questi mesi della mia permanenza a Roma – dove, a marzo, sono ritornato da emerito di Ivrea – ho potuto constatare che anche da fuori Roma non sono pochi i fedeli che vi partecipano. Il significato spirituale dell’evento si inserisce perfettamente nel clima e nella esperienza dell’Anno Santo. È stato preparato – per così dire, ma non è solo un modo di dire – dall’incontro con alcuni campioni della santità le cui Reliquie sono giunte “pellegrine” in questa chiesa a portare la testimonianza di che cos’è la vita cristiana. Il “coronamento” è evidente… Gesù Cristo, nostro Salvatore, è il centro del cosmo e della storia, il cuore di tutto: “Tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l’altissimo” gli diciamo nel canto del “Gloria”. Ci ha amati “usque ad finem”, con un amore che non ha confini; con la sua presenza ci ama nello scorrere del tempo. Ci fa sperimentare il suo amore nelle vicende della nostra esistenza, nelle circostanze e nelle situazioni del nostro vivere. La più grande gioia della vita è la certezza di essere amati, e Gesù ci dice: “Non più servi io vi chiamo, ma amici”; “Come il Padre ha amato me, io amo voi”; “La mia pace io vi dono”; “Rimanete nel mio amore”».
Viviamo un tempo complesso, segnato da guerre, divisioni e incertezze. Che messaggio può offrire oggi la reliquia del Sangue di Gesù, alle nostre comunità e al mondo? «Quello che cercavo di dire: rinnova in noi la memoria del dono della salvezza. La Reliquia preziosa del Sangue del Signore, versato nella sua Passione e morte, ci spinge ad accogliere la presenza viva di questo Sangue che ci è donato come bevanda di salvezza nella SS. Eucaristia. Lì non abbiamo solo il ricordo di ciò che avvenne, ma la presenza misteriosa e reale del fatto che la S. Liturgia rende presente. Tempo complesso, segnato da guerre, divisioni, incertezze, non è solo il nostro. “I tempi – diceva sant’Agostino – siamo noi. Quali noi siamo, tali sono i tempi”. Ma il Signore c’è, con tutta la sua onnipotenza salvifica. E ci dice – come nella sacra Scrittura – “Praebe, fili, cor tuum mihi: figlio, dammi il tuo cuore”».
Ha appena celebrato il solenne pontificale per l’arrivo della reliquia del Sangue di Cristo. Qual è stata l’emozione predominante e quale messaggio desidera lasciare ai fedeli che hanno partecipato a questo momento unico di grazia? «Se si crede che il Signore, oggi, sempre, è davvero l’unico Salvatore che ci ha redenti versando il suo sangue fino all’ultima stilla, come non rimanere commossi di fronte alla testimonianza preziosa di questo amore infinito? L’emozione, la commozione, quando è vera, non è sentimentalismo: è “movimento” che ci mette in azione; che ci spinge ad offrire noi stessi, ad amare Dio e il prossimo con rinnovato amore. È il messaggio di questi giorni!».
Le parole di monsignor Cerrato ricordano che la fede non è un semplice ricordo del passato, ma un dono vivo, capace di toccare il presente e trasformarlo
PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI DAL 17 AL 25 NOVEMBRE
al santuario di San Salvatore in Lauro | Roma
17 novembre, ore 16.30 (ieri), accoglienza solenne della reliquia, meditazione guidata e solenne pontificale presieduto da Sua Ecc.za Mons. Edoardo Cerrato, vescovo emerito di Ivrea
18 – 19 novembre, ore 18.00, solenne pontificale presieduto da Sua Ecc.za Mons. Edoardo Cerrato, vescovo emerito di Ivrea
20 novembre, ore 18.00, solenne pontificale presieduto da Sua Ecc.za Mons Andrea Ripa, segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica
21 novembre, ore 16.00 pellegrinaggio giubilare verso la Basilica di San Pietro. Ore 18.00, Solenne pontificale all’altare della Cattedra di San Pietro presieduto da Sua Ecc.za Mons Flavio Pace, segretario del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani. Per tale occasione sarà in via eccezionale offerta alla venerazione dei fedeli, la lancia del centurione Longino, conservata da secoli nella basilica Vaticana.
22 novembre, ore 18.00, solenne pontificale presieduto da Sua Em.za il Card Rolandas Makrickas, arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore 23 -24 novembre, ore 18.00, solenne pontificale presieduto da Sua Ecc.za Mons. Edoardo Cerrato, vescovo emerito di Ivrea 25 novembre, ore 18.00, solenne pontificale presieduto da Sua Em.za il Card Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi.












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