Martedì 02 Dicembre 2025

Presepe inclusivo

Bruxelles, che tristezza il presepe «inclusivo»

Al posto dei volti, pezzi di stoffa multicolore: «Uno sfregio alla cristianità»

Presepe inclusivo Bruxelles

(Tgcom24)

Di certo non saremo noi a svelarlo, oramai è evidente: a forza di includere tutti, siamo noi cristiani a escluderci. E per di più dalla festa che ha come protagonista Gesù Cristo. Se poi qualcuno avesse ancora dubbi sulla sostituzione in atto delle nostre radici giudaico-cristiane gli verranno chiariti dal presepe «inclusivo» della capitale belga

Si chiama Stoffe della Natività, ideato dell’architetto d’interni Victoria-Maria, è il presepe allestito nella Grand-Place, la piazza centrale di Bruxelles. Pur mantenendo le tradizionali figure di Giuseppe, Maria e Gesù - con i Re Magi che son già arrivati, e qui consigliamo un ripassino sulle tempistiche della narrazione -, rappresentate da bambole a grandezza naturale vestite di tessuti riciclati di discutibile bellezza, i volti non sono riconoscibili. Al loro posto ci sono pezzi di stoffa multicolore per creare «un mix inclusivo di tonalità della pelle», spiega l’amministrazione cittadina. Sarebbe un messaggio di inclusività, nel quale «tutti possano sentirsi rappresentanti», giustifica ancora il Comune. Il sindaco, Philippe Close, ha poi aggiunto - con un certo orgoglio - che Bruxelles non ha seguito l’esempio di altre città del Paese rimuovendo il presepe e che avrebbe persino cercato il confronto con il parroco della cattedrale Benoît Lobet, che evidentemente ha “benedetto” il progetto. 

Beh, sono molte le persone a cui non è piaciuto. I volti formati vengono definiti «bizzarri» - e sono stati gentili -, mentre gli utenti sui social parlano di attacco ai valori della cristianità a favore della cultura woke e del politicamente corretto. Qualcuno, non accontentandosi della motivazione ufficiale dell’inclusività, ha parlato di «presepe islamico». È semplice: per l’Islam qualsiasi statua dal volto definito, con occhi e un’espressione delineata o persino disegni di una faccia o di animale sono infatti proibiti. Sarà un caso?

Critiche anche alle autorità di Bruxelles per i soldi spesi per questa installazione: ben 65mila euro. L’amministrazione aveva riferito che il vecchio presepe tradizionale della città fosse rovinato, ma con gli stessi soldi è probabile che si sarebbero potuti permettere statuine decorate con l’oro. E per chi pensa che sia stata una “svista” di quest’anno si sbaglia di grosso. L’installazione è stata approvata per i prossimi cinque anni, «l’obiettivo è che questo presepe duri», ha confermato il responsabile degli eventi dell’amministrazione di Bruxelles. 

L’indignazione si è fatta sentire un po’ su tutti i fronti, ma se continuiamo solo a lamentarci acconsentendo però a seguire il “trend - vedi la Salis a Genova che non allestisce il Presepe nella sede comunale - ci ritroveremo inchinati verso la Mecca e dominati dai musulmani prima di quanto possiamo immaginare.

Fare il Presepe oggi è un atto di vera “resistenza”. Perché il Presepe non è solo simbolo della cristianità, ma anche delle nostre radici come Occidente e dell’italianità nello specifico. Nasce dai Vangeli, lo troviamo raffigurato nelle catacombe e nei mosaici paleocristiani e diventa tradizione per ogni cristiano con il primo Presepe vivente di san Francesco a Greccio nel 1223. Quella occidentale è debolezza culturale, non solo religiosa. Al presepe belga in questione è poi successo qualcosa che al Comune non è parso molto grave, e che invece aiuta a unire i puntini. Venerdì 28 novembre, a due giorni dall’installazione, la testa del Bambino Gesù è stata rubata. «Posso confermare che è stata rubata la palla di stoffa che fungeva da testa del bambino Gesù», ha dichiarato il portavoce del sindaco, «stiamo provvedendo alla sostituzione». Ricordiamolo però che non è di certo la prima volta che un Presepe viene vandalizzato. E che questo ha generato nel tempo un’intolleranza sempre più diffusa riconducibile a veri e propri atti di cristianofobia

Si attacca il Natale, levando di mezzo Gesù dalle recite, cancellando i presepi e bandendo poesie e canti natalizi tradizionali. Si fa tutto questo per attaccare i cristiani. Niente di nuovo, verrebbe da dire. Stiamo solo attenti a non tagliare fuori noi stessi il vero Protagonista del Natale, potremmo non accorgercene distratti tra una trovata inclusiva e l’altra. 

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