Dietrofront progressisti
Dietrofront progressisti
Contrordine compagni, alla fine Silvia Salis fa il presepe
Dopo le polemiche, il Sindaco di Genova “si converte” sulla via di Greccio
05 Dicembre 2025 - 00:16
Il Sindaco Silvia Salis (Imagoeconomica)
Chi l’ha detto che le polemiche non servono a nulla? Servono, servono. Si guardi a cosa è accaduto a Genova: giorni fa l’amministrazione di sinistra aveva non solo scelto ma pure rivendicato - con tanto di dichiarazioni assessorili, delle quali avevamo dato puntualmente conto – il non allestimento del presepio a Palazzo Tursi, sede principale del Comune; ne era così nata, inevitabile, una polemica appunto, sfociata ben oltre le critiche del centrodestra e sconfinata direttamente nell’indignazione popolare. Tanto che, nelle scorse ore, è arrivata la notizia del dietrofront del Sindaco Salis: alla fine il presepe si farà.
«E non nel sottoscala del Comune, ma a palazzo Rosso di fronte alla sede del sindaco. Sarà un presepe più bello, visibile anche dalla strada, al contrario degli ultimi due anni dove era nascosto», ha riferito a Il Giornale uno stretto collaboratore del Sindaco. Che mercoledì, folgorata sulla via di Greccio, si è concessa pure un tour dei presepi pittorici, assicurando: «I presepi ci saranno, anzi abbiamo anche raddoppiato con un tour dedicato ai presepi tradizionali e a quelli pittorici». Che bello. Una gran “conversione”, non c’è che dire. Battute a parte, sarà pure vero che il presepe non era stato «sfrattato» ma solo «spostato» da Palazzo Tursi. Che però, come riportato anche dal Secolo d’Italia, qualcuno ospiterà comunque: una villaggio di Babbo Natale, costato 55.000 euro…
Ora, mettiamo pure che veramente l’Amministrazione Salis non avesse mai inteso bandire il presepe da Palazzo Tursi; resta però che il messaggio o, meglio, l’impressione della sua deliberata cancellazione era arrivato a tanti, se non a tantissimi. Ciò solleva serie perplessità, quanto meno, sulla qualità della comunicazione istituzionale del Comune di Genova; sempre che – e a pensar male si fa peccato, ma spesso s’indovina – la riscoperta del presepe di Salis & compagni in atto in queste ore non sia, in realtà, che una mera risposta strategica ad un disappunto dilagante, c’è da immaginare, persino in settori dell’elettorato di centrosinistra.
Un aspetto, infatti, che viene spesso sottovalutato è il fatto che vi sono simboli appartenenti ormai al Dna non solo dei cattolici ma, in fondo, della quasi totalità degli italiani; e a toccarli o rimuoverli, quei simboli, si rischia davvero un effetto boomerang. Anche perché il sentimento laicista, così caro alle élite, ha un piccolo problema: è condiviso da pochissimi; quindi ad assecondarlo – prendendosela col presepe così come, per fare un altro esempio, col Crocifisso nelle scuole -, si rischia, per accontentare qualcuno di far imbufalire tantissimi. Inevitabile allora tornare a chiederselo, vedendo la folgorante riscoperta del presepe da parte della Salis: chi l’ha detto che le polemiche non servono a nulla?











Facebook
Twitter
Instagram
Youtube
Telegram