Venerdì 12 Dicembre 2025

Cristiani perseguitati

«Il cristianesimo in Nigeria? Perseguitato e fiorente»

Parola di padre Maurice Emelu, ora cittadino statunitense e fondatore del Gratia Vobis Ministry

«Il cristianesimo in Nigeria? Perseguitato e fiorente»

(Foto: EWNT)

«In Nigeria, la fede cresce proprio nei luoghi in cui la vita cerca di spezzarla. La nostra gente non romanticizza il dolore; vi scopre Cristo. La Chiesa prospera non perché le nostre sfide siano piccole, ma perché la grazia è persistente. La grazia ha il potere di sbocciare anche in terreni difficili». Parola di padre Maurice Emelu, fondatore del Gratia Vobis Ministry che in un’intervista con EWTN Germania ha deciso, recentemente, di condividere la sua esperienza su come la fede cattolica riesca a fiorire anche sotto la minaccia costante della violenza islamista.

Anche sul nostro giornale (qui per abbonarsi, anche perché se lo fate a dicembre ricevete un libro di Biffi in omaggio) c’è un servizio speciale nel quale abbiamo sentito ben tre vescovi nigeriani, i quali ci hanno raccontato cosa avviene nel loro Paese. Nel descrivere la persecuzione dei cristiani in Nigeria, padre Emelu ha aggiunto: «La sofferenza qui ha un volto... La violenza e le uccisioni avvengono con una frequenza così sorprendente da sembrare irreali. La gente mi dice che molte delle uccisioni non arrivano nemmeno sui media. Il dolore è semplicemente insopportabile».

Nonostante tutto, la fede cresce: «Questi credenti camminano  coraggiosamente verso la chiesa, sfidando frontalmente il fuoco nemico», ha osservato il teologo e professore nigeriano, aggiungendo: «Sono veri eroi e testimoni del Signore crocifisso». Il sacerdote ha, inoltre, sottolineato che i sacerdoti e i religiosi che prestano servizio in Nigeria vivono sotto una pressione estrema: notti insonni, minacce costanti e parrocchie estremamente sovraffollate. Per resistere a tutto questo, egli indica quattro virtù essenziali che un sacerdote deve coltivare per continuare a svolgere il suo ministero: resilienza, umiltà, integrità incrollabile e quello che lui chiama "amore contagioso".

«Un sacerdote nigeriano deve imparare a restare saldo nella tempesta e continuare a parlare di pace», in primis, secondo padre Emelu. La Chiesa, egli ritiene, deve parlare alle  anime e alla loro realtà sociale. Ciò implica innanzitutto radicare le persone in Cristo: «Un giovane ancorato a Cristo può rimanere saldo anche quando il mondo intorno a lui trema», ha affermato. Tuttavia, egli ritiene che la sola formazione spirituale non è sufficiente. La Chiesa, sottolinea, deve anche investire nella formazione della coscienza, dell'immaginazione, dell'alfabetizzazione digitale critica e della guida etica, anche per quanto riguarda le tecnologie emergenti come l'intelligenza artificiale. «Quando le persone sono ben formate», afferma, «possono agire in modo più etico».

Nonostante la violenza nel nord della Nigeria, Emelu, insiste sul fatto che molti musulmani non sostengono l'estremismo e che esiste già una significativa collaborazione interreligiosa che deve continuare. Proprio in questo contesto fragile, afferma, la spiritualità cattolica ha un potere immenso. «L'Eucaristia, la devozione mariana e il perdono non sono virtù deboli; sono forze trasformative», ha affermato, aggiungendo anche che: «L'Eucaristia ci insegna che la comunione è più forte del conflitto. Maria ci mostra come stare ai piedi della Croce senza permettere all'odio di mettere radici». Per Padre Emelu, insomma, il suo paese è un luogo in cui la santità si trova nel quotidiano, dove la Chiesa fiorisce sotto la croce, “un catechismo vivente”. (Foto: Screenshot EWTN, YouTube)

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