Lunedì 01 Dicembre 2025

Papa in Libano

Leone XIV rilancia la via controcorrente di San Charbel

Il Pontefice in preghiera ad Annaya: dal santo libanese un appello a silenzio, umiltà e conversione

Leone XIV rilancia la via controcorrente di San Charbel

(Ansa)

«Che cosa ci insegna oggi San Charbel? Qual è l’eredità di quest’uomo che non scrisse nulla, che visse nascosto e taciturno, ma la cui fama si è diffusa nel mondo intero?». Con questa domanda Papa Leone XIV ha aperto la sua visita al monastero di San Maroun ad Annaya, in Libano, sostando in preghiera davanti alla tomba del grande eremita maronita.

Il Pontefice ha delineato la forza attuale della sua figura, sintetizzandola così: «Vorrei riassumerla così: lo Spirito Santo lo ha plasmato, perché a chi vive senza Dio insegnasse la preghiera, a chi vive nel rumore insegnasse il silenzio, a chi vive per apparire insegnasse la modestia, a chi cerca le ricchezze insegnasse la povertà». Una testimonianza controcorrente, ha osservato, capace tuttavia di attrarre «come l’acqua fresca e pura per chi cammina in un deserto». E un richiamo particolare anche per vescovi e ministri ordinati, perché «la sua coerenza, tanto radicale quanto umile, è un messaggio per tutti i cristiani».

Ogni anno sono migliaia i pellegrini che arrivano fin qui, ad Annaya, dove Charbel Maklūf morì la notte del 24 dicembre 1898. La sua tomba divenne subito meta di devozione, alimentata anche dalle testimonianze di una luce intensa che molti dichiaravano di vedere sprigionarsi dal sepolcro. Paolo VI lo beatificò nel 1965 e lo canonizzò nel 1977, dopo il riconoscimento di guarigioni inspiegabili avvenute per sua intercessione: un tumore, una cecità e una grave ulcera.

Nato Youssef Maklūf, Charbel entrò a 23 anni nel monastero della Madonna di Mayfouq, cambiando nome e avviando una vita di radicale dedizione. Ordinato sacerdote nel 1859, visse ad Annaya per quindici anni prima di ritirarsi nell’eremo dei Santi Pietro e Paolo, dove trascorse ventitré anni tra silenzio, preghiera e ascesi.

«Oggi», ha concluso Papa Leone, «vogliamo affidare all’intercessione di San Charbel le necessità della Chiesa, del Libano e del mondo». Il Papa ha invocato «comunione, unità» per la Chiesa—dalle famiglie alle diocesi fino alla dimensione universale—e «pace» per il Libano e per tutto il Levante, ricordando che «non c’è pace senza conversione dei cuori». Per questo ha chiesto al santo eremita di aiutare tutti «a rivolgerci a Dio e a chiedere il dono della conversione».

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