Il movimento dei gilet gialli si inserisce nel panorama politico e sociale francese e non solo: la sua longevità manifesta la profondità del malessere che rivela. Così scrive il filosofo parigino Thibaud Collin, per dire che questo fenomeno deve essere considerato soprattutto come uno dei segnali della crisi della nostra civiltà europea assoggettata alla mondializzazione liberale. Ed è urgente che i cattolici, depositari di una dottrina sociale illuminante ridiventino ciò che non avrebbero mai dovuto cessare di essere, cioè «il sale della terra e la luce del mondo» (Mt. 5, 13-14).
De Gasperi, Schuman e Adenauer, i padri dell’Europa, avevano in comune la storia e una cultura radicata nella fede cattolica. Oggi, scrive Francesco Agnoli, richiamarsi a loro è vano, perché gli attuali politici europei in fondo hanno come valori condivisi il denaro e il cosmopolitismo, per questo è difficile risolvere la crisi che attraversa il continente.
La vicenda della torre di Babele narrata dalla Bibbia, dice Guido Vignelli, mostra che gli uomini che vogliono salire a Dio costruendo un progetto politico di un “regno globale” producono solo divisioni e incomprensione. Una qualsiasi unione che prescinda da Dio non porta all’unione e alla pace universali, ma una umiliante divisione in fazioni…
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