Sabato 13 Dicembre 2025

Grazie

 

 
 

DOBBIAMO UN GRAZIE SINCERO Al NUMEROSI LETTORI CHE SEGUONO CON ATTENZIONE QUANTO ANDIAMO PUBBLICANDO

Sono trascorsi poco più di due anni dall'uscita de “Il Timone” e dobbiamo un grazie sincero ai numerosi lettori che seguono con attenzione quanto andiamo pubblicando. Il loro apprezzamento si manifesta nelle centinaia di lettere che giungono mensilmente in redazione, nelle altrettanto numerose richieste di prendere in visione il periodico per abbonarsi, nella promozione dello stesso tra gli amici e i conoscenti e negli oltre 4.600 abbonamenti raccolti fino ad ora, traguardo, questo, che ci consente di ben sperare per il buon proseguimento del nostro apostolato a mezzo stampa. Un tale successo si può spiegare con due ragioni. Esclusa la “bravura” di chi confeziona “Il Timone” -non si tratta di modestia a buon mercato: direttore e redattori, autentici dilettanti, non hanno pratica nel campo del giornalismo e nessuno sponsor alle spalle per procacciarsi finanziamenti -, il successo si deve in primo luogo all'innegabile, benevolo intervento della Divina Provvidenza. Ricordo, quando si stava elaborando il progetto di un periodico di apologetica, che nomi illustri mi sconsigliavano dall'intraprendere questa avventura. Non è possibile di questi tempi - mi dicevano, preoccupati - dar vita ad una pubblicazione e mantenerla economicamente in attivo, a meno che non si possa contare su di un benefattore alla Paperon de' Paperoni. E io di “paperoni” ne conoscevo alcuni, ma nessuno disposto a rischiare, affaccendati com'erano in tutt'altre faccende. Non era un avvertimento campato per aria. È così nella quasi totalità dei casi, ma non lo è stato nel nostro. “Il Timone” è vivo e vegeto, aumenta il numero di copie stampate, dei collaboratori prestigiosi (la “Nazionale degli apologeti”), progredisce nella qualità dell'impaginazione grafica e, soprattutto, nella qualità degli argomenti trattati. Come giustificare tutto questo se non con l'aiuto della Provvidenza? Ma v'è una seconda ragione, che dovrebbe far riflettere quanti si impegnano in quella che oggi si suole chiamare “pastorale”. Il popolo cristiano - o quel che resta, dopo decenni di scristianizzazione forzata - avverte il bisogno di alimentare la propria fede con argomenti che mostrano quanto valga la pena credere, quanto sia ragionevole essere cattolici. Per due millenni questo è stato il compito dell'apologetica, e “Il Timone”, che è bimestrale di formazione e informazione apologetica popolare, trova apprezzamento perché tenta di svolgere egregiamente questa missione, rispondendo ad un bisogno assai diffuso. E noto. Ad essere sinceri, ho scoperto solo l'acqua calda. Mi chiedevo, in fase di progettazione, e mentre tentavo di convincere della bontà di questo progetto qualche amico “paperone”, come fosse possibile non comprendere che si trattava di una rivista necessaria e destinata a riempire un vuoto. Avevo innanzi a me due esempi che mi confortavano: quello di Radio Maria, la quale, senza sponsor e senza pubblicità, ma confezionando ore di trasmissione dedicate alla preghiera, alla formazione e all'informazione cristiana, raggiungeva - e ancora lo fa - milioni di ascoltatori, anche non credenti; e quello di Vittorio Messori il quale, scrivendo di apologetica, vede i suoi libri vendersi in decine, se non centinaia di migliaia di copie. Segno, al di là dell'innegabile talento dello scrittore - che Dio ce lo conservi -, di una richiesta assai diffusa. Se erano riusciti loro, mi dicevo, scrivendo libri o inventandosi una radio, perché non doveva riuscire una rivista? L'idea di dar vita alla nazionale degli apologeti si è rivelata vincente: raccogliere ed offrire al popolo cattolico, e ad ogni uomo di buona volontà, i contributi dei migliori studiosi, scrittori e giornalisti della nostra area culturale. Ho chiesto, ed ottenuto, grazie all'aiuto della Provvidenza, la collaborazione di firme prestigiose. Offrivo a scrittori e giornalisti affermati, che spendono buona parte del loro tempo a rifiutare - per i troppi impegni - proposte ben più autorevoli e remunerative della mia, uno spazio su una rivista sconosciuta e confezionata da incompetenti. E hanno accettato. Ora bisogna continuare a crescere. Ci aspettano nuovi traguardi. Ma se sapremo confidare in Dio, se conserveremo intatto il proposito che “il Timone” resti uno strumento offerto alla Chiesa e al Papa per contribuire alla nuova evangelizzazione, se terremo fede agli impegni presi con i lettori e se i lettori stessi ci daranno una mano, come hanno fatto generosamente fino ad ora, con le loro offerte e con la preghiera, allora riusciremo nell'intento. Intanto, giunga a loro il nostro grazie.  
 

IL TIMONE N. 14 - ANNO III - Luglio/Agosto 2001 - pag. 3

 
 

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