Sabato 13 Dicembre 2025

Gregorio XV

 

 

 

Persona pacata e fine diplomatico, In pochi anni dà compimento alla rifonna della Chiesa sulla scia del Concilio di Trento, mirando soprattutto alla fonnazlone del clero, al rllanclo delle missioni e alla revisione delle regole dell'elezione del Papa.



 

Nome: Alessandro Ludovisi
Data nascita: 29 gennaio 1554
Elezione: 9 febbraio 1621
Incoronazione: 14 febbraio 1621
Durata: 2 anni e 5 mesi
Data morte: 8 luglio 1623
Sepolto: Inizialmente a S. Pietro, in seguito è traslato presso la Chiesa S. Ignazio di Loyola, Roma
Posizione cronologica: 234
 


Anche un breve pontificato può produrre frutti preziosi per il bene della Chiesa. E il caso di paa Gregorio XV (1621-1623) che in soli 2 anni e 5 mesi giunge all'apogeo della riforma della Chiesa stabilita dal Concilio di Trento, dando compimento a tutte le iniziative che i suoi predecessori avevano avviato, oltre a sostenere sensibilmente l'attività delle missioni, inserendosi nel ristretto elenco dei "papi missionari". Il tutto con uno stile di governo improntato alla cordialità e alla mitezza.
Alessandro Ludovisi nasce a Bologna il 29 gennaio 1554 da un'antica famiglia di nobiltà fiorentina. Inizia la scuola a Bologna, poi si trasferisce a Roma presso il prestigioso Collegio Romano gestito dai Gesuiti, per continuare gli studi in Lettere e Filosofia. Ritorna a Bologna e, solo dopo aver conseguito la laurea in filosofia nel 1569, in teologia nel 1571 e in utroque iure nel 1575, decide di intraprendere, consigliato da amici fidati, la via del sacerdozio.
Il suo concittadino papa Gregorio XIII (1572-1585) lo vuole a Roma per affidargli la direzione del tribunale civile capitolino; pare che in occasione dell'assegnazione di questo incarico, lo stesso Gregorio XIII abbia esclamato: «Sarà questo il primo passo pel quale noi v'innalziamo al pontificato» .
Sarà al servizio di diversi pontefici, dando sempre dimostrazione di grande abilità diplomatica. Paolo V (1605-1621) prima di nominarlo cardinale il19 settembre 1616, lo designa arcivescovo di Bologna il 12 marzo 1612, sede in cui avvia l'attuazione delle indicazioni del Concilio di Trento, curando in particolare la formazione spirituale e culturale del clero, per prepararlo all'impegnativa realizzazione della Controriforma. La notizia della sua elezione a Papa, avvenuta per acclamazione il 9 febbraio 1621, è accolta con esultanza sia dal popolo sia dalle corti della diplomazia internazionale. Assume il nome di Gregorio in ricordo della profezia che sul suo conto fece Gregorio XIII; è il primo Papa gesuita della storia.
Gregorio XV si rivela un uomo dotato di ottima cultura classica, dal carattere mite e molto cordiale, ma di parole misurate; prudente e attento alle relazioni con il prossimo, non sopporta la doppiezza e l'insincerità.
È basso di statura e con la fronte segnata da rughe profonde; magro, con la barba piuttosto rada, mostra più dei suoi 67 anni, a causa della salute minata da frequenti attacchi di gotta. A causa della salute malferma, si fa assistere nel governo della Chiesa dal nipote Ludovico Ludovisi, anch'egli educato dai gesuiti, che nomina cardinale con la carica di Segretario di Stato. È questo uno dei non rari casi in cui la pratica "nepotistica", che nasce dalla legittima esigenza di avere vicino a sé una persona fidata, si rivela una scelta felice che riscontra l'approvazione generale.
L'attuazione della riforma della Chiesa spinge Gregorio XV a rivedere la modalità di elezione dei papi. Per questo, il 15 novembre 1621 approva la bolla Aeterni Patri Filius, concepita per dare più stabilità e migliori garanzie di riservatezza ai futuri conclavi, poiché le ingerenze delle potenze politiche straniere per "pilotare" le votazioni erano diventate eccessivamente invasive. Il documento introduce una fondamentale novità tuttora in vigore: l'elezione deve avvenire con segreto. Inoltre, è confermata la norma stabilita da Alessandro III (1159 -1181) che prevede la convalida della votazione solo con la maggioranza dei due terzi dei cardinali presenti e si stabilisce che l'elezione può avvenire solo dopo la chiusura del conclave e la partecipazione dei cardinali alla S. Messa con relativo ricevimento della S. Comunione.
Le altre procedure di votazione non sono completamente abolite, ma d'ora in poi dovranno sempre essere convalidate da una successiva votazione segreta. La novità suscita non pochi malumori, soprattutto perché limita in misura notevole (ma non abolisce del tutto) il "diritto di veto" che i sovrani secolari potevano imporre durante i conclavi per bocca dei "propri" cardinali contro candidati non graditi. L'ultima volta che se ne fa uso è durante l'elezione di Papa Pio X, in cui ci fu l'interdetto contro il cardinale Rampolla del Tindaro pronunciato con veemenza dal vescovo di Cracovia cardo Puzyna, per conto dell'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria. Il fatto crea molta amarezza al punto che uno dei primi atti ufficiali del magistero di Pio X (1903 -1914) è l'abolizione dell'esecrato "veto" con la Costituzione Commissum nobis del 20 gennaio 1904.
Con la bolla Decet Romanun Pontificem del 12 marzo 1622 Gregorio XV salvaguarda ulteriormente l'indipendenza e la libertà dei cardinali nel conclave, sottolineandone con forza l'aspetto religioso per limitare maggiormente indebite intromissioni esterne.
Per dare la misura della qualità e della grandezza di questa costituzione, basti pensare che le regole ivi stabilite rimarranno valide fino al XX secolo, ritoccate solo da S. Pio X e da Giovanni Paolo Il (1978-2005).
Altra grande iniziativa di Gregorio XV è la istituzione della Congregazione di Propaganda Fide, il glorioso istituto per le missioni fondato il 6 gennaio del 1622 (poi istituito ufficialmente il 22 giugno 1622 con la bolla Inscrutabili divinae providentiae) creata sia per diffondere il cristianesimo (secondo Gregorio XV il compito più alto cui deve dedicarsi un pontefice) sia per difendere il patrimonio della fede dalle eresie.
Tutta l'attività dei missionari è così sottoposta all'autorità centrale romana: il Papa d'ora in poi determina quali vescovi nominare, dove e quando far nascere nuove diocesi nelle terre cristianizzate; a lui vengono sottoposte le questioni di natura morale le gate alla conquista o all'evangelizzazione dei nuovi popoli e quali Congregazioni devono svolgere "sul campo" questo compito.
Diversi sono anche gli interventi di natura politica di Gregorio. Nel 1621 nomina nunzio presso la corte imperiale il vescovo Carafa (†1644) perché tra le potenze cattoliche si ricreino relazioni pacifiche per restaurare la fede cattolica a discapito dell'eresia luterana.
Nella Guerra dei trent'anni da poco iniziata, Gregorio "scende in campo" finanziando con importanti somme di denaro la Lega Cattolica nella strepitosa vittoria contro i protestanti nella battaglia della Montagna Bianca nel novembre 1620. È la cosiddetta fase "boemo-palatina", durante la quale l'Imperatore Ferdinando I riporta il cattolicesimo in Boemia.
Affronta con energia anche la contesa tra Francia e Spagna per il controllo dell'area compresa tra la cattolica Valtellina e Ia più settentrionale regione protestante de Grigioni. Gregorio XV interviene per assicurare la pace salvaguardando soprattutto la fede cattolica dei valtellinesi.
Muore l'8 luglio 1623 stroncato dal "ma della pietra".



 

 

 


 

IL TIMONE  N. 82 - ANNO XI - Aprile 2009 - pag. 54 - 55

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