Educazione
Il regalo più bello
31 Gennaio 2014 - 06:02
Nelle canzoni dedicate alla festa del natale, Claudio Chieffo – il grande cantautore cattolico morto lo scorso anno – ha celebrato il dono più bello che Dio ha fatto all’uomo: suo Figlio.
«Svegliatevi dal sonno, correte coi pastor: / è notte di miracoli, di grazia e di stupor! / Asciuga le tue lacrime, non piangere perché / Gesù nostro carissimo è nato anche per te».
Claudio Chieffo, il noto cantautore scomparso lo scorso anno, lo sapeva bene: l'arte autentica sa indirizzare lo sguardo oltre le apparenze, per comunicare nella bellezza ciò che veramente conta.
Nella semplicità di una musica che ha attraversato il mondo, ha cantato la grazia di una vita resa vera e lieta dall'incontro con il Dio fatto uomo.
Siamo in un tempo distratto e rumoroso: persino i preparativi con cui il mondo festeggia la nascita di Gesù finiscono per annegare nel chiasso e nella confusione l'evento che ha cambiato la storia dell'umanità. Anche la musica che accompagna il Natale si rivela spesso appesantita dalla retorica dei buoni sentimenti, pericolosamente incline a sciogliere nella melassa del volersi bene il contenuto semplice e rivoluzionario dell'annuncio rivolto ai pastori nella notte santa.
In una pastorale tradotta e fatta risuona.. re nelle lingue più disparate (nulla di strano, a ben vedere, se si pensa a quanto è accaduto alle parole dell'angelo in quella notte), Chieffo ha rilanciato nel canto l'essenza di quell'annuncio: «Svegliatevi dal sonno». E noi non siamo diversi da quei pastori assopiti, anche se il nostro sonno è cullato dalle luminarie dei centri commerciali.
Ma a che serve una canzone di Natale - del Natale vero - se non a dar voce al mistero di Gesù che nasce? La stoffa del canto di Chieffo sta nel riecheggiare la meraviglia per la misericordia di Dio che si manifesta nel mondo. È il prodigio della bellezza, che aiuta a spalancare gli occhi e a fissare nella mente e nel cuore l'unica parola che rende possibile vivere e sperare: non canzoni costruite a tavolino per qualche buona ricorrenza, ma la forza semplice e rivoluzionaria di una vita traboccante di grazia e di una musica che la fa volare.
I brani composti da questo musicista per il santo Natale rivelano tutto lo stupore - il cuore che trepida - per quel «bimbo piccolissimo» che compie e supera ogni umana attesa portando a ciascuno una notizia straordinaria: la salvezza è per te! Corrono i pastori e con loro chiunque desideri il bene per i propri giorni. Corre l'annuncio e il canto, così come ha corso Chieffo sulle strade del mondo per portare ovunque la buona notizia attraverso il dono accolto e condiviso della musica. Anche lui, moderno cantastorie, ha vissuto la santa inquietudine che in 'O presepe - il suo canto natalizio in dialetto napoletano - anima le statuine del presepe.
È lo sguardo del poeta innamorato di Dio a vederle fremere, imballate nella carta di giornale, mentre si approssima il tempo della nascita di Gesù.
Sono poche figure quelle di 'O presepe: Maria, Giuseppe, il Bimbo e qualche pastore in cammino per andare a vedere Colui che risana l'umanità ferita. Però in quelle statuine risplende la luce della salvezza, con l'attesa di un dono che ha la misura dell'infinito e supera le fantasie dei più piccoli, capaci persino di addormentarsi senza fare capricci pur di sognare i doni che li attendono. E quei doni indicano nel Figlio di Dio il Regalo vero, la certezza del compimento: «Mò che vvene Natale i uagliune s'addormono: / suonnano i regale e 'o cchiù bell'è Gesù!» (Adesso che sta per arrivare Natale i bambini vanno a letto volentieri: vogliono sognare i regali e il regalo più bello è Gesù).
A Natale il miracolo della prossimità assoluta di Dio all'uomo accade in modo così oggettivo e tangibile da sradicare ogni tentazione di interpretare e distinguere. Senza cedere ad astrazioni e a sentimentalismi, Chieffo ha cantato instancabilmente la carne della fedeltà di Dio all'uomo, quel mistero di infinita misericordia che spalanca la vita alla letizia. In questa notte splendida descrive in termini fisici la consolazione portata dalla presenza di Gesù nel mondo: «Asciuga le tue lacrime». La positività della vita redenta da Cristo cambia il volto della notte, di quella notte santa e della notte di ogni nostra fatica. Così, nella pastorale di Chieffo, la «notte splendida di luce e di chiaror» della prima strofa si rivela, dopo l'annuncio della salvezza presente, una «notte limpida di gloria e di splendor».
Tutto chiaro e tutto drammaticamente umano, come la fatica della Madonna rievocata in 'O presepe, quando il cammino si fa pesante e la madre di Dio cerca una porta che si apra ad accogliere la sacra famiglia. Da quella notte è la porta del cuore di ogni uomo abbracciato dall'annuncio cristiano a doversi aprire, a dover cogliere oltre le apparenze da dove giunge la speranza: «Nascce 'n miezz 'a la paglia Chi 'a speranza ce dà!» (Nasce tra la paglia Chi ci porta la speranza). Non tra lo scintillio di luci e campanelli elettronici, non tra i discorsi dei sapienti, ma dove meno ci si aspetterebbe di trovarlo. Claudio Chietto era colpito dall'inesauribile capacità del Natale di porre ciascuno di fronte a Dio nel modo più indifeso e più vero. E lo ha cantato per sé e per noi, perché tornassimo a stupirci e ad accogliere Gesù accettando la sfida di metterci sulle strade del modo, disposti a riconoscere tra la paglia l'unica fonte di speranza certa.
Accade così, nel Natale di chi si mette in cammino, il miracolo del passo che si scioglie e della vita che canta: «I pasture camminano, / chi tteneva 'u bbastone, meraviglia se fa» (I pastori camminano e chi prima usava il bastone... adesso non ne ha più bisogno!). Nel presepe napoletano del canto di Chieffo un posto di riguardo spetta al pastore delle meraviglie, incarnazione di un cuore semplice che - le braccia e gli occhi spalancati al cielo accoglie la salvezza con la letizia stupefatta di chi sa di aver ricevuto tutto.
Camminano fiduciosi e instancabili i pastori di Chieffo. E la sua musica - pegno di bellezza che fa desiderare il bene e sostiene nella prova - mette sui loro passi anche noi, pastori a volte frastornati da questo tempo di dimenticanza. Vola con l'immediatezza del dialetto napoletano l'unica certezza di questo Natale: il regalo più bello è Gesù. Il Figlio dell'Altissimo che non ci abbandona con cui si chiude In questa notte splendida e si spalanca l'eternità.
parole e musica di Claudio Chieffo
dint' a carta e ggiurnale nun ce vonno sta cchiù.
Mò che vvene Natale i uagliune s' addonnono:
suonnano i regale e 'o cchiù bell'è Gesù!
'A Madonna suspira, san Giusepp 'a cunforta
«Si s'arape 'sta porta, ‘nce putimma fermà».
Ride, ride 'u Uaglione e i pasture camminano,
chi tteneva 'u bbastone, meraviglia se fa.
San Giuseppe suspira, 'a Madonna s'u guarda:
nascce 'n miezz 'a la paglia Chi 'a speranza ce dà!
Mò che vvene Natale i presepe se scetano:
dint'a carta e ggiurnale nun ce vonno sta cchiù.
Mò che vvene Natale i uagliune s'addonnono:
suonnano i regale e 'o cchiù bell'è Gesù!
e nella carta di giornale non vogliono starci più.
Adesso che sta per arrivare Natale i bambini
vanno a letto volentieri:
vogliono sognare i regali e il regalo più bello è Gesù.
La Madonna sospira e San Giuseppe la conforta:
«Se si apre questa porta ci possiamo fermare qui».
Ride, ride il Bambinello e i pastori camminano
e chi prima usava il bastone... adesso
non ne ha più bisogno!
San Giuseppe sospira mentre la Madonna
guarda il Suo Figlio,
nasce tra la paglia Chi ci porta la Speranza!
In questa notte splendida
parole e musica di Claudio Chieffo
il nostro cuore trepida: è nato il Salvator!
Un bimbo piccolissimo le porte ci aprirà
del cielo dell'Altissimo nella Sua Verità.
è notte di miracoli di grazia e di stupor!
Asciuga le tue lacrime, non piangere perché
Gesù nostro carissimo è nato anche per te.
il nostro cuore trepida: è nato Il Salvator!
Gesù nostro carissimo le porte ci aprirà,
il Figlio dell'Altissimo con noi sempre sarà!
IL TIMONE - N.78 - ANNO X - Dicembre 2008 pag. 54-55










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