Educazione
Quando fede e bellezza vanno a braccetto
31 Gennaio 2014 - 06:03
“Turris Eburnea”, una realtà educativa che prepara le ragazze all’amore e al matrimonio. Capace di coniugare «eleganza e formazione, fascino e pudore, disinvoltura e purezza, grazia esteriore e grazia divina» (Paolo VI)
Uno steward di Beirut: «Vi ho visto ieri sera alla Tv. Mi avete fatto impressione. Soprattutto mi ha colpito una frase, quando una di voi ha detto, riferendosi a un certo tipo di ragazzi: “Se mi amasse davvero non mi farebbe questa proposta”. D’ora in poi rispetterò molto di più le ragazze; non avevo mai pensato che certe proposte potessero essere un insulto per una donna». Un adolescente dopo una sfilata a Istanbul: «Vedere delle ragazze così giovani, carine, sorridenti, e soprattutto così convinte e decise sui loro valori, mi ha colpito moltissimo; è stata una ventata di aria fresca… ma allora Dio esiste!». Un giornalista in Giappone: «Voi avete dimostrato, con la vostra sfilata, che il cattolicesimo ha una faccia molto bella, un carattere molto chiaro e allegro, e questo in Giappone non si sapeva. Voi siete entrate con l’arte della grazia e del colore, arte da noi molto apprezzata, siete veramente piaciute e ci avete fatto capire che il cristianesimo non è severità ma serenità». Dopo la sfilata a Canton, in Cina: «Abbiamo ammirato la vostra collezione di moda: avete vinto l’indecenza con l’eleganza, ma ancor più abbiamo apprezzato i vostri messaggi». Dovunque vadano, le ragazze di Turris Eburnea, con le loro sfilate, suscitano stupore. Per la loro bellezza pulita, per la loro fede limpida. Ma chi sono queste fanciulle che girano il mondo “apostole” di un modo diverso, lontano dalla mentalità comune, di proporre la femminilità, il rapporto tra i sessi, l’amore?
Sotto la protezione della Vergine
Turris Eburnea nasce a Torino negli anni Quaranta del XX secolo da una ispirazione di don Michele Peyron, allora giovanissimo viceparroco presso il Sacro Cuore di Maria. Il sacerdote inizia a radunare i giovani che non frequentano i gruppi parrocchiali, coinvolgendoli con piccoli spettacoli. Ma spesso è anche chiamato da coppie di sposi in difficoltà per un consiglio. Così matura in lui l’idea di illuminare i giovani sul significato autentico del matrimonio. E la sua attenzione è rivolta soprattutto alle future spose, convinto che la donna abbia una straordinaria influenza, positiva o negativa, sull’uomo. Sono le ragazze ad aver bisogno di essere aiutate sui problemi di cuore, per essere poi in grado di scegliere lo sposo e vivere il matrimonio in modo cosciente e responsabile, non superficiale. In vista della sintonia nella coppia.
Don Peyron è un grande innamorato della Madonna e vede in Lei il modello più vero di femminilità e di bellezza. In quel periodo, poi, un discorso di Pio XII invita i giovani a riscoprire le virtù della fortezza e della purezza, per vivere una giovinezza veramente cristiana e responsabile. Proprio questo discorso di papa Pacelli spinge il giovane prete a scegliere per il gruppo che sta nascendo il nome di “Turris Eburnea”, torre d’avorio. La torre e l’avorio sono infatti simbolo di fortezza e di purezza, e l’espressione è anche uno degli attributi della Vergine contenuti nelle litanie lauretane, le invocazioni che si recitano al termine del Rosario. Alla protezione della Madonna l’intraprendente don Michele affida il difficile cammino che sta per iniziare.
Il 27 aprile 1941 nella chiesa del Sacro Cuore di Maria, a Torino, presenti migliaia di persone, con una corona benedetta a Roma da Pio XII viene incoronata la statua della Turris Eburnea. Quel giorno l’opera tenacemente voluta da don Peyron prende ufficialmente il largo. Vengono sperimentate con coraggio iniziative di apostolato totalmente nuove per i tempi, per favorire l’incontro tra fanciulle di ogni ambiente sociale, sia attraverso riunioni affollate che in piccoli gruppi. Dove? Nei teatri, nelle piazze, nei parchi pubblici, all’aperto. E per avvicinare le ragazze prende forma l’idea di utilizzare anche il linguaggio della moda e dell’eleganza, così moderno e gradito a una platea femminile (e non solo). Prende l’avvio così una sequenza di appuntamenti per i giovani, definiti giornate della “serenità”, a Torino e in varie città italiane. Un po’ alla volta si arriva alla presentazione di vere sfilate di moda: preparate in proprio e al di fuori di ogni intento di profitto, vengono portate ovunque in Italia e all’estero. La prima tappa fuori dai nostri confini è la cittadina francese di Modane, nella Savoia. Siamo nel 1952. Ma è a partire dai primi anni Sessanta che, con incredibile audacia, fede e sacrificio, hanno inizio le tournée in Europa e nel mondo, dall’Africa alle Americhe, dal Medio Oriente al Giappone e all’Australia, tournée che continuano ancor oggi. Alla prima sede di Torino si affiancheranno successivamente le sedi di Genova (nel 1967), di Roma (nel 1968) e di Milano, una delle capitali mondiali della moda, nel 2004. Don Michele Peyron muore a Roma il 12 ottobre 1993 e riposa nel cimitero di Torino.
Uno stile inconfondibile
Che cosa significa, in concreto, l’esperienza di Turris Eburnea? È una proposta senza frontiere, uno stile di gratuità e di servizio, che parte dall’incontro tra ragazze che cercano la verità sull’amore, che desiderano prepararsi per realizzare un matrimonio per sempre, che vogliono gridare al mondo che l’amore vero esiste. Quell’amore che mai come oggi, purtroppo – e ne vediamo continuamente degli esempi attorno a noi – è svilito e confuso. Nei centri di Turris Eburnea, i temi che ruotano attorno all’affettività sono trattati con pranzi di amicizia, testimonianze di coppie sposate, incontri con esperti. Ma soprattutto, e questa è una caratteristica unica, inconfondibile e sorprendente, appunto con sfilate di moda. Che pongono la giovinezza e la bellezza in primo piano, ma al servizio del bene. Sono sfilate di idee, non di corpi, perché le indossatrici vengono intervistate e parlano dell’amicizia, della donna, della moda, dell’amore, del matrimonio. Fin dalle origini libertà, gratuità, disinteresse sono tre parole-chiave nello stile della Turris Eburnea. Libertà significa che si può partecipare a diverse attività senza iscrizioni né obblighi di frequenza, rispettare i tempi di maturazione di ogni ragazza e favorire il senso di responsabilità. Gratuità vuol dire che ciascuno (indossatrici e collaboratori) per qualsiasi attività mette a disposizione, in spirito di servizio, il suo tempo, la sua creatività, i suoi talenti. Disinteresse vuol dire che si fa tutto gratuitamente e non esistono scopi commerciali, né si fa pubblicità di case di moda o altro. Le collezioni di moda sono preparate in proprio.
Un movimento di laici nella Chiesa
Turris Eburnea si pone al servizio della Chiesa nella sua missione universale. Si rivolge al mondo giovanile per proporre un originale cammino di formazione umano e cristiano nei campi delicati dell’affettività, dell’amore e della dignità della donna, per la realizzazione del matrimonio secondo il progetto di Dio. È una educazione faticosa all’amore, che aiuta a discernere la propria vocazione e che conduce chi sente la chiamata al matrimonio a una scelta della persona giusta al momento giusto, fidandosi delle circostanze provvidenziali volute da Dio. Tutto questo per realizzare il sacramento del matrimonio così come Dio l’ha voluto e la Chiesa Cattolica propone e difende. Tutto e sempre nell’incondizionato rispetto della legge di Dio e degli insegnamenti della Chiesa che ha nel Papa il Padre e il Maestro. Turris Eburnea vive di offerte e di donazioni, attraverso la generosità di chi crede che sia bello e importante aiutare i giovani a riscoprire il valore di un amore pulito, autentico, fedele per sempre.
Ricorda
«Voi insegnate con l’esempio e la simpatia accattivante della testimonianza personale che parole come eleganza e formazione, fascino e pudore, disinvoltura e purezza, grazia esteriore e grazia divina, non solo possono andare benissimo d’accordo, ma sono altresì realtà anche oggi amate e stimate, da difendere gelosamente insieme e insieme da diffondere vigorosamente».
(dal discorso di Papa Paolo VI alla Turris Eburnea, 8 aprile 1967).
IL TIMONE N. 107 - ANNO XIII - Novembre 2011 - pag. 12 - 13










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