Laicità e laicismo
Amare Gesù più di tutti
La predica corta della domenica. A settembre l'omelia di don Gianluca Attanasio
07 Settembre 2025 - 00:05
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
“In quel tempo, una folla numerosa andava da Gesù”. Cari fratelli e sorelle, tra questa folla, questa mattina, ci siamo anche noi, che siamo venuti a Messa per ascoltare la parola di Gesù e ricevere il suo corpo e il suo sangue. Come la folla che si radunava intorno a Lui quando era vivo, così adesso che è risorto siamo con Lui.
“In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse…” Gesù desidera guardarci in faccia, desidera avere con noi un rapporto personale, unico, e desidera al contempo comunicarci la verità. “Egli si voltò e disse loro, se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle, e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”.
Siamo venuti questa mattina per ascoltare la consolante parola di Gesù e veniamo accolti da queste parole che apparentemente sono così dure. Chi non ha amato il figlio più di Gesù?
Quale madre non ha amato suo figlio più di Gesù? E quale figlio non ha amato il padre o la madre più di Gesù? Quale moglie non ha amato il marito più di Gesù? Adesso forse alcuni ridono, ma certamente quando si è innamorati si è spinti a un amore totale. Addirittura, Gesù ci chiede di amarlo più della nostra stessa vita, di andare, cioè, contro il nostro naturale istinto di sopravvivenza che è fortissimo. Cerchiamo allora di capire, di comprendere, che cosa significano queste parole apparentemente per noi così dure.
Un primo punto su cui possiamo soffermarci è il fatto che nei rapporti umani spesso ci scontriamo con le delusioni. Pensiamo alle amicizie, che sono dei legami così profondi… un amico può deluderci e quanto questo ci fa soffrire! Pensiamo nei rapporti col marito o con la moglie quanto dolore creano le incomprensioni, proprio perché ci si ama profondamente. Quante volte ho ascoltato delle mamme dire: mi sono sacrificata per mio figlio e vengo trattata così male, non sono più considerata. Dunque, tutti noi siamo dei poveri peccatori e in un qualche modo sperimentiamo in tutti i legami una certa delusione.
Questa delusione è salutare, è importante per scoprire che il figlio, il marito, la moglie, l'amico, il padre o la madre non sono Dio. Quando Gesù ci dice che per seguirlo dobbiamo amarlo al di sopra di tutte le persone che amiamo ci permette di perdonare coloro che ci deludono, di perdonare coloro che ci amano. Amare Lui significa imparare da Lui che perdona tutti, che sulla croce dice al padre perdonali perché non sanno quello che fanno. Cos'è che distrugge i rapporti, i legami, famigliari prima di tutto ma anche di amicizia? L’incapacità di perdonare. Dunque, amare Gesù al di sopra di tutto ci permette di stabilire dei legami duraturi che non passano.
C'è un'altra considerazione altrettanto importante da fare: le persone che amiamo come noi stessi sono destinate a morire, ma se noi le amiamo in Cristo risorto questi legami non andranno perduti. Cristo, che con la sua croce redime il mondo, viene a salvare ciò che il Padre ha generato e il Padre non vuole distruggere nulla di ciò che ha creato.
Così nella Messa siamo vicini ai nostri genitori, ai nostri nonni che sono già nell'aldilà. È importante far celebrare messe per i defunti perché possano essere accolti nel Regno di Dio qualora fossero ancora in purgatorio. Nella preghiera possiamo essere vicini, e siamo effettivamente vicini, non solo alle persone che hanno già attraversato il confine della morte e sono nell'aldilà ma anche alle persone lontane.
Quando un padre e una madre vedono normalmente a una certa età i figli andare via di casa, andare lontani magari per motivi di lavoro, attraverso la preghiera possono essere loro sempre vicini. Capiamo così che queste parole, con cui abbiamo iniziato la nostra meditazione – parole che ci apparivano all'inizio così dure, e in effetti in un qualche modo lo sono : “se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle, perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” – queste parole così apparentemente dure, sono, però, anche la strada, l'unica strada che ci assicura la possibilità di vivere rapporti di amore stabili. Attraverso il perdono i legami di amore durano nel tempo. Attraverso la preghiera e la messa i legami che ci uniscono a coloro che sono lontani non si affievoliscono. Questo è vero perfino per coloro che hanno già attraversato il confine della morte.
Le parole che questa domenica Gesù ci rivolge ci spalancano all'eternità, ci fanno vivere i nostri legami d'amore con una prospettiva eterna, una prospettiva piena di luce e di speranza.











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