Domenica 14 Dicembre 2025

VANGELO DEL GIORNO

Nessuno è escluso dalla gioia che salva

La predica corta della domenica, in dicembre l'omelia di don Samuele Pinna

Nessuno è escluso dalla gioia che salva

L’Avvento è, sopra ogni cosa, un tempo di preparazione. Non ci viene tolta la fatica del vivere, ma ci è donata la gioia cristiana, quella gioia che nasce dalla speranza e dalla certezza che il Signore viene per ciascuno di noi. 

Non è un tempo di attesa soltanto per il Natale che si avvicina, ma anche per il ritorno glorioso del Cristo, quando alla fine dei tempi tutta la realtà sarà ricapitolata in Lui. La nostra vita intera dovrebbe essere, quindi, una preparazione a quel desiderio di comunione con Dio che si costruisce giorno dopo giorno e che dà senso al quotidiano. 

La Liturgia della III domenica d’Avvento è un richiamo alla gioia cristiana, che si comprende solo se leggiamo la parola di Dio con gli occhi della fede e non con uno sguardo mondano. È, in fondo, la gioia di un amore impensato, che dovrebbe commuovere il nostro cuore, spesso intorpidito dall’egoismo, appesantito dai beni materiali e povero di vita interiore. 

Giovanni il Battista, nel Vangelo, cerca una conferma dell’operato di Gesù, vuole comprendere fino in fondo la modalità del suo annuncio. Egli immaginava un giudizio immediato, ma comprende che c’è qualcosa di più, e manda i suoi a informarsi. E i suoi discepoli possono rendersi conto di persona di quanto Gesù compie. Ed ecco la misericordia di Dio: una misericordia che si vede, che si tocca, che guarisce. 

Il brano ci interroga profondamente: come giudicare la nostra condotta per prepararci degnamente al Santo Natale? Si devono, anzitutto, riconoscere le nostre deformità e la nostra distanza da quell’essere a immagine e somiglianza di Dio. In secondo luogo, il periodo dell’Avvento deve tradursi in un tempo di desiderio: il desiderio, cioè, di voler essere guariti dal Signore. Non basta riconoscere i nostri difetti, ma è necessario lavorarci sopra per correggerli con l’aiuto della grazia divina

C’è, però, un rischio: quello delle folle che, allora come oggi, si fermano all’apparenza (anche per quanto riguarda l’aspetto religioso). Riconoscere come grandi persone Giovanni Battista o Gesù non è sufficiente. Siamo chiamati, al contrario, a fare nostri i loro insegnamenti perché possano orientare la nostra vita. Ecco perché il Maestro ci dice: “Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”, ossia di Giovanni il Battista. Questo significa che non siamo spettatori fuori campo, ma attori della storia della salvezza. Nessuno, infatti, è escluso dalla vita di perfezione né dalla misericordia divina che cambia, trasforma e converte. Nessuno è escluso dalla gioia che salva. 

L’invito è, allora, a non escluderci da soli. Continuiamo piuttosto il nostro cammino con entusiasmo, vivendo bene il tempo che ci è dato. È un tempo salvato se vissuto in Dio, che diventa feconda preparazione e speranza certa, perché consapevoli che il Signore viene e porta con sé la gioia senza fine. 

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