LA PAROLA DEL GIORNO
LA PAROLA DEL GIORNO
Giuseppe, testimone silenzioso del Mistero
La predica corta della domenica, in dicembre l'omelia di don Samuele Pinna
21 Dicembre 2025 - 00:05
Dopo la Vergine Maria, Giuseppe è la figura che più partecipa al mistero dell’Incarnazione. Ciò che colpisce maggiormente nella sua personalità, e che emerge nel testo proclamato in questa IV Domenica d’Avvento, è il silenzio, insieme al rispetto verso il prossimo e all’accoglienza gratuita di un dono proveniente dall’alto. Questi atteggiamenti lo rendono testimone dell’incomprensibile e delineano una triplice forma di attesa proposta a tutti.
Il Vangelo di Matteo ci presenta la vicenda concreta di un uomo giusto che si trova di fronte a un evento inatteso e sconvolgente: Maria è incinta. In questo turbamento, Dio interviene e trasforma la paura in fiducia, il dubbio in obbedienza, il silenzio in parola di salvezza.
Giuseppe non è un protagonista rumoroso: nel Vangelo non gli è attribuita alcuna parola. È l’uomo dell’obbedienza, colui che ascolta e agisce. La sua figura appare quasi come l’opposto dell’uomo che la società contemporanea esalta: sempre pronto a parlare di tutto, ma poco incline a vivere e mettere in pratica ciò che proclama. Lo stesso vale per chi si dice cristiano: occorre interrogarsi se prevalgano le parole o le opere. E le opere autentiche non nascono dall’assecondare i propri progetti o interessi (quante divisioni nella istituzione Chiesa per queste ragioni!), ma dall’ascolto della volontà divina, anche quando ciò che viene richiesto appare difficile. È uno sguardo diverso quello da acquisire: non da padroni ma da servi, non da maestri ma da discepoli. Non a caso, durante la celebrazione eucaristica, i fedeli volgono lo sguardo all’altare del sacrificio: lì si trova il centro che dà senso a ogni realtà, e per questo bisognerebbe evitare distrazioni o di guardare altrove.
La giustizia di Giuseppe, che pensa di congedare in segreto la sua promessa sposa, non è legalismo, ma desiderio di custodire la vita e la dignità di Maria. Di fronte a un mistero che inizialmente fatica a comprendere, sceglie la via della discrezione e della misericordia.
L’angelo gli appare in sogno e gli rivela il progetto divino: “il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. Questo passo mostra come Dio non elimini le difficoltà della vita (anche cristiana), ma illumini il cuore di chi si fida, permettendogli di compiere la scelta giusta. In altre parole, Dio vuole che la creatura eserciti pienamente la libertà, che non si riduce al semplice libero arbitrio, ovverosia la possibilità di scegliere tra bene e male. Giuseppe accoglie la parola divina che lo illumina e gli consente di comprendere la realtà per ciò che è, fino a modificare i suoi progetti: ora può prendere con sé Maria e diventare custode del Figlio di Dio.
La fede non è, dunque, qualcosa di astratto, ma è lasciarsi sorprendere da Dio, che ha un progetto su ogni persona, che è molto più grande, bello ed entusiasmante di quanto si possa immaginare. Il bambino inaspettato che nascerà sarà chiamato, infatti, “Gesù”, cioè “Dio salva”, e sarà “l’Emmanuele”, “il Dio con noi”: non un Dio lontano, ma presente nella nostra fragile storia.
Anche noi spesso ci troviamo davanti a eventi imprevisti che sconvolgono i nostri piani. Come Giuseppe, possiamo scegliere tra paura e fiducia, tra chiusura e accoglienza. Accogliere Gesù significa permettere a Dio di abitare le nostre vite, mantenendo viva la speranza: la fede non elimina le prove, ma dona la certezza che Dio è con noi e che le avversità possono essere affrontate e superate.
Il silenzio di Giuseppe diventa così eloquente: i suoi gesti concreti mostrano che la vera fede è obbedienza fiduciosa. Forse oggi, più che mai, dobbiamo chiedere al Signore la stessa disponibilità: accogliere sempre la sua volontà, anche quando ci sorprende o inizialmente ci spiazza, per diventare custodi della sua presenza nel mondo.











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