Venerdì 24 Ottobre 2025

vangelo

La fede, dipendenza che libera

La predica corta della domenica, in ottobre l’omelia di Don Luca Civardi

La fede, dipendenza che libera

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

La domanda con cui si chiude il testo evangelico è inequivocabile: non ci sono interpretazioni, contestualizzazioni e chiarificazioni che riescano a ridurne l’impatto sulla nostra vita spirituale. La fede è il tormento del cuore di Dio: è la ragione per cui è stato creato l’uomo e, tuttavia, è anche il luogo in cui egli esercita il rifiuto più deciso del suo legame con Colui che lo ha amato a tal punto da dare il suo unico Figlio per la salvezza del mondo. Perché la fede è così difficile? Perché c’è così tanto rifiuto nei confronti di Dio? Perché oggi Dio non trova spazio né nel cuore della città né nel cuore dell’uomo?

Pregare sempre, senza stancarsi mai. Le parole di Gesù hanno una ragione: in noi si insinua spesso il dubbio che la fatica della preghiera sia sterile, senza frutto alcuno. Lo constatiamo tanto nelle nostre resistenze interiori quanto nella ironia malevola – se non addirittura persecutoria – con cui molti descrivono l’attitudine cristiana alla preghiera. Lo abbiamo visto nel modo in cui le preghiere sono state derise e criticate nelle stanze del potere, vietate attorno a luoghi sensibili dove il rispetto falso e la compassione ipocrita seminano la morte. Questo germe cattivo si insinua anche in noi: a che cosa serve pregare? Dove sono i frutti? Merita particolare attenzione quel sempre che definisce il tempo della preghiera. La preghiera è il solo modo per orientare con efficacia il nostro cuore a Dio, senza lasciarci disorientare da ciò che compromette la nostra comunione con Lui. Sempre significa senza lasciare che qualcuno o qualcosa ci disorienti, ci distragga, ci convinca. Sempre significa anche nel mezzo della persecuzione che si avvicina sempre più. 

La fede. La preghiera è l’ala della fede. Se da un lato non si può pregare senza fede, una fede senza preghiera resta una pura affermazione teorica, del tutto irrilevante per chi la dice e dannosa per chi si affida a una visione come questa. Lo abbiamo sentito tante volte: credente, ma non praticante. La vita è sempre una pratica, mai una teoria. Una reale vita spirituale è capace di essere concreta: la fede che Gesù cerca è quella che ci spinge all’impossibile, senza fermarci al ragionevole e al comprensibile. La fede è un esercizio di amore che riconosce nel cuore di Cristo la totalità del senso della vita, fino al bisogno radicale di dipendere da Lui, qualsiasi cosa accada. La fede è una dipendenza da Dio: in un mondo in cui si sceglie di dipendere da tutto, sembra che solo Dio sia una minaccia all’inviolabile libertà umana. Essere cristiani significa dipendere da Dio, nella certezza di non perdere nulla.

È la fede a decidere che cosa ne sarà di noi: se la conserveremo, pur in mezzo a fragilità, Gesù ci ritroverà, ovunque saremo finiti. Senza la fede, saremo destinati al nulla.

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