Sabato 13 Dicembre 2025

Cia, incidente di laboratorio cinese causa «più probabile» del Covid-19

La stessa agenzia di intelligence dice però di aver «scarsa fiducia» nelle proprie conclusioni, parlando di prove «carenti, inconcludenti o contraddittorie»

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La questione delle origini del Covid-19 è finora rimasta, a distanza di cinque anni da quanto tutto ebbe inizio a inizio 2020, qualcosa di estremamente dibattuto; e gli stessi rapporti dedicati all’argomento, finora, si sono divisi, imboccando essenzialmente due ipotesi maestre: quella del coronavirus come un prodotto fuoriuscito da un laboratorio cinese - potenzialmente per errore - oppure come qualcosa di nato naturalmente. In quello che ha tutti i contorni dell'intrigo internazionale, si è nelle scorse ore aggiunto un elemento di forte novità. Sì, perché con l’inizio della sua presidenza Donald Trump ha ordinato alla Central Intelligence Agency (Cia) di declassificare e pubblicare svariati documenti – inclusi quelli sull’omicidio Kennedy – ritenuti scottanti e rimasti finora riservati; tra questi, c’è un report appena reso noto e redatto sotto l'Amministrazione di Joe Biden e dell'ex direttore dell'agenzia, William Burns. Ebbene, in questo paper per quanto riguarda l’origine del Covid-19 si punta il dito contro la Cina e i suoi laboratori. Il fatto che la più celebre agenzia di spionaggio del mondo ritenga «più probabile» l’incidente in un laboratorio cinesi come causa del coronavirus e della pandemia, naturalmente, è rilevante; anche perché, in precedenza, la stessa Cia aveva dichiarato di non avere informazioni sufficienti per valutare se il virus fosse passato da un animale a un essere umano o se, invece, fosse nato da un incidente di laboratorio. Dunque tutti gli scenari erano considerati aperti. Tuttavia, quello del laboratorio cinese, precisamente quello di Wuhan, come origine del Covid-19 è un tema che non era mai tramontato. Innanzitutto perché in quel laboratorio, in effetti, la professoressa Shi Zheng-Li era stata incaricata dal governo di Pechino di studiare la Sars e dirigere il nuovo laboratorio, cominciando conseguentemente a studiare tutti i coronavirus che hanno origine nei pipistrelli di quella zona della Cina; i cinesi sarebbero, tramite collaborazioni statunitensi, sarebbero poi entrati in possesso di tecniche che permettono di cambiare delle parti del genoma del virus. A seguire, altre caratteristiche proprie di SARS-COV-2, avevano indotto alcuni studiosi a ritenerlo – alla luce di quanto veniva effettuato in quel laboratorio cinese - come originato e fuoriuscito a Wuhan. Quest'ipotesi oggi risulta avvalorata dal documento della Cia. Che tuttavia non può in alcun modo ritenersi né scientifico né conclusivo. Infatti, come riportato da più media, la stessa agenzia di intelligence ammette di aver «scarsa fiducia» nelle proprie conclusioni, dal momento che le prove a sua disposizione sarebbero «carenti, inconcludenti o contraddittorie». Quanto trapelato però potrebbe essere approfondito dato che, come osservato da più parti, John Ratcliffe – colui che, a partire dal 23 gennaio 2025, è il nuovo direttore della Cia – si dice da tempo convinto dell’incidente di laboratorio, e ha fatto sapere di ritenere la questione sull’origine del Covid «rilevante» per le relazioni tra Usa e Cina. Viceversa, secondo fonti della Cia sentite dal New York Times, ci sono argomentazioni logiche a sostegno di entrambe le teorie sull’origine della pandemia, ma per ambedue mancano prove inconfutabili. Il grande giallo internazionale sulle origini del Covid-19 resta dunque aperto, risultando oggi più attuale che mai. (Foto: Imagoeconomica/Pexels.com) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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