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Ecco Il Timone n. 169, il primo del 2018
NEWS 1 Gennaio 2018    

Ecco Il Timone n. 169, il primo del 2018

Da oggi è in distribuzione Il Timone n° 169. Abbiamo rinnovato il sito web e anche le pagine di carta della rivista con un restyling grafico. Potete leggere Il Timone anche nell’edicola digitale, grazie anche a una app personalizzata per iPhone, iPad o Android.

Sono trascorsi 50 anni dal famigerato 1968, anno simbolo di un movimento culturale e sociale che è stato una vera e propria rivoluzione. Il dossier del numero di gennaio 2018 è dedicato al ’68, per comprenderne le coordinate teoriche fondamentali che, in linea generale, si riducono in una logica della rivoluzione e nel libertarismo sessuale. Alcuni simboli di quel movimento, come Pier Paolo Pasolini e Oriana Fallaci, pur restando in qualche modo affini a quella cultura, non hanno nascosto una loro profonda critica. «Vandalismi di studenti borghesi – diceva la Fallaci dei movimenti studenteschi – che osano invocare Che Guevara e poi vivono in case con l’aria condizionata». Oggi quei rivoluzionari, dice l’ex femminista sessantottina Gabriele Kuby, «sono il mainstream che ci governa».

Il primo piano de Il Timone n. 169 si occupa degli “altri” preti di strada. Fratel Ettore, don Oreste Benzi, don Pino Puglisi e padre Solanus Casey, quattro esempi di consacrati che hanno speso la loro vita alla ricerca dell’umanità scartata. Senza però cedere all’ideologia, ma radicandosi in Cristo, nella preghiera e nella liturgia. «Non si può diventare impiegati della carità», diceva don Benzi, altrimenti il rischio di trasformare la Chiesa in una Ong è dietro l’angolo.

Che cosa unisce le leggi sul divorzio, contraccezione, aborto, fivet, unioni civili e Dat? La risposta è di Tommaso Scandroglio che racconta il piano inclinato che ci ha condotto fino all’eutanasia di Stato, per quanto nascosta dietro fumose parole.

Sul senso della castità prematrimoniale si interroga Vincenzo Sansonetti, ricordando le ragioni di una virtù in disuso e bistrattata. «Il mondo che ci circonda – scrive Sansonetti – continua a proporre (libri, cinema, serie televisive, storie di vita vissuta raccontate dai rotocalchi popolari) che “fare l’amore è bello”: non importa se prima o durante il matrimonio, non importa con chi, non importa se dura, non importa se fecondo; chi la pensa diversamente è retrogrado, fuori dal tempo, codino, pericoloso integralista, omofobo e quant’altro».

Riccardo Cascioli affronta il tema delle armi nucleari, cercando di capire come si sono evoluti gli armamenti nella storia recente. E come la Chiesa, fino agli ultimi insistenti richiami di Papa Francesco, ha cercato di dare una risposta.

Come sempre ci sono le pagine di storia, filosofia e di apologetica. Non mancano le rubriche, a partire da quelle storiche, “Vivaio”, di Vittorio Messori, che questo mese offre ai lettori una sorpresa che si preannuncia davvero interessante. Poi “La versione di Barra”, del fondatore della rivista Gianpaolo Barra, “Il Kattolico” di Rino Cammilleri, e “Don Camillo sul crinale” di Lorenzo Bertocchi, in cui Peppone si trova alle prese con una colite provvidenziale. La “Matita blu”, affidata a Antonio Livi, sottolinea il pensiero controverso del gesuita Teilhard de Chardin, mentre vi sono voci di una sua riabilitazione ecclesiale che cancelli il Monitum con cui l’ex Sant’Ufficio aveva stigmatizzato le sue opere come “ambigue e contenenti errori” e che “offendono la dottrina cattolica”. Le “Parole proibite” di Andrea Zambrano si occupano della parola “scandalo”.


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