Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

14.12.2024

/
/
Francia, la statua della Madonna rimossa sconfigge il laicismo, e torna dov’era
news
12 Giugno 2024

Francia, la statua della Madonna rimossa sconfigge il laicismo, e torna dov’era

Sono passati due anni da quando il Tribunale amministrativo del comune di Poitiers ha ordinato l’abbattimento di una statua raffigurante la Vergine Maria «in nome della laicità». Con le mani aperte verso il basso, la statua della Vergine se ne stava tranquilla a un incrocio della cittadina di La Flotte-en-Ré, comune di poco meno di 3mila abitanti sull’Île de Ré, ridente località turistica situata sull’Oceano Atlantico. La statua fu realizzata nel 1945 per una famiglia, dopo il ritorno di un padre e suo figlio dalla Seconda guerra mondiale. Prima esposta in un giardino privato, è stata poi regalata al comune che lo ha installato nel 1983. A dimostrare l’importanza e la longevità della statua quell’incrocio ha preso il nome di “incrocio della Vergine”.

Un giorno di maggio, nel 2020, la statua viene colpita da un automobilista. Così il municipio ha deciso di ricostruire la Vergine nella stessa posizione, ma ecco che entrano in scena i sedicenti paladini della laicità. Un’associazione di difesa della laicità “La Libre-Pensée 17si rivolge al tribunale amministrativo di Poitiers appellandosi alla legge sulla separazione tra Chiesa e Stato del 1905 che vieta l’installazione di monumenti di carattere religioso sul suolo di dominio pubblico. Fermo obiettivo dell’associazione sarebbe seguire ogni tipo di azione di «difesa della laicità, principio giuridico di organizzazione della Repubblica che permette di evitare conflitti di ordine religioso». «Inaccettabile», aveva dichiarato, «che si confondano ancora Comune e parrocchia».

Il 3 marzo 2022, le conclusioni del relatore pubblico accolgono le istanze dell’associazione, tant’è che Il tribunale amministrativo «incarica il sindaco di La Flotte di procedere alla rimozione del dominio pubblico comunale della statua della Vergine Maria, situata in viale dell’8 maggio 1945, entro sei mesi dalla data di modifica della presente sentenza».

Il 12 gennaio 2023, la corte amministrativa d’appello di Bordeaux decide: a causa di una violazione della legge del 1905, la statua della Vergine Maria deve essere rimossa. Così lo scorso 30 ottobre la statua viene rimossa. Tuttavia, il sindaco del comune, Jean-Paul Héraudeau, ha combattuto per «la nostra storia, il nostro patrimonio» trovando sostegno nei difensori del patrimonio e l’associazione per la conservazione della statua della Vergine. È così che venerdì 7 giugno 2024 la statua è stata inaugurata e rimessa in piedi, a pochi metri dalla posizione che aveva causato il polverone. Ora non c’è spazio per sterili polemiche, visto che è stata eretta su un terreno privato, acquistato grazie ai donatori.

Nonostante il lieto fine, è una storia nel complesso triste, come triste è la battaglia che trova i suoi adepti nei circoli viziosi della cancel culture. E non è bastata la messa in scena dei pochi metri di distanza per capire quanto questo “libero pensiero” sia in realtà un’ossessione contro la libertà religiosa altrui. Troveranno altre statue, perché lunga è la lista di richieste di rimozioni che affligge la Francia anti-cristiana già dal 2016. Ricordiamo per esempio la polemica sulla statua dell’Arcangelo Michele a Les Sables-d’Olonne. A guardare le ultime elezioni però, sembra che non siano solo i cristiani ad averne abbastanza di questa dittatura del pensiero unico. La differenza è che tutti noi cristiani abbiamo un “asso nella manica”, come abbiamo approfondito sulle pagine del Timone dello scorso mese – che è proprio la Vergine Maria, impossibile da rimuovere. (Fonte foto: Screenshot: Franc-Parler Média, YouTube)

ABBONATI ALLA RIVISTA!

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista