Lo statunitense Paul Darrow era un modello di successo con una vita piena di incontri che si svolgevano tra palestre e saune frequentate da altri omosessuali. La sua caduta sulla via di Damasco avvenne grazie a Madre Angelica, fondatrice del primo canale televisivo cattolico EWTN (Eternal Word Television Network). Fu l’immagine della religiosa davvero insolita, comparsa improvvisamente sullo schermo del suo televisore, ad attirare inizialmente Darrow.
Madre Angelica, infatti, a causa di un ictus che le aveva lasciato una deformazione facciale evidente, era costretta a portare una protezione sull’occhio, simile a quella indossata dai pirati. Fu proprio questo aspetto buffo a spingere Darrow a non cambiare canale, rimanendo in seguito colpito dai commenti intelligenti della suora su Dio e il senso della vita, fino a portarlo ad una totale revisione di vita, ritornando in seguito in seno alla Chiesa cattolica.
Intervistato da The Catholic World Report ha raccontato più a fondo la sua esperienza di omosessuale cattolico convertito, mostrando come l’esperienza della castità all’interno di un orientamento omosessuale non sia affatto proibitiva ma possa rivelarsi, al contrario salvifica e fonte di vera felicità (argomento di cui si è occupato anche Il Timone di febbraio.
Innanzitutto Darrow ha sottolineato le difficoltà sostanzialmente diverse che gli uomini e le donne con orientamento omosessuale e le coppie etero che vogliono intraprendere un cammino cristiano, riscontrano nel mantenersi casti: Darrow, infatti, fa notare come le persone omosessuali abbiano «il peso aggiuntivo di guarire ferite profonde dovute alle influenze ambientali e psicologiche che hanno sperimentato nella loro infanzia», influenze che- aggiunge- «potrebbero aver determinato il loro orientamento sessuale rendendo considerevolmente più difficili le loro lotte per la castità».
Per non parlare poi dello stile di vita condotto, dice, legato ad un particolare ambiente che renderebbe loro difficile «affrontare il peso di lottare anche solo per abbandonare lo stile di vita gay». Tutto questo, tuttavia, afferma Darrow, si traduce in una maggiore difficoltà per gli uomini, rispetto alle donne che «non pensano all’intimità fisica tanto quanto gli uomini e che sono più preoccupate per le connessioni emotive». Tutto ciò sta a significare anche «che gli uomini hanno un desiderio più forte di un’intimità fisica frequente e sono più inclini a cercare incontri fisici multipli», sviluppando, dice, una vera e propria “dipendenza dal sesso”.
Nonostante ciò, Darrow, rivela di non aver avvertito alcune “dissonanza cognitiva” con la Chiesa cattolica riguardo i suoi insegnamenti sulla castità e che, anzi, dopo più di trent’anni di assenza dalla Chiesa cattolica, «è stata la verità che riconoscevo nell’insegnamento della Chiesa sulla sessualità umana a riportarmi indietro. Questa verità mi ha convinto a rifiutare il modo in cui avevo vissuto e a lottare per la purezza». Lotte all’inizio difficili, ma a cui è giunta in soccorso la Grazia, dice Darrow. Inoltre racconta delle amicizie forti e profonde e dell’accoglienza straordinaria ricevuta da tanti cristiani cattolici.
Un senso di appartenenza mai avvertito prima, nemmeno in senso alla comunità LGBTQI di cui avrebbe fatto parte in passato: «Quando i gay e le lesbiche hanno marciato per la prima volta sotto lo stendardo GL a New York, chiedevano solo di essere trattati equamente. Lo so; Ero lì. Ma una volta che hanno iniziato a ottenere i diritti che desideravano, le cose sono cambiate. Con il pretesto del gay pride, hanno iniziato a cercare il potere gay. Ma io ancora una volta, ero lì».
Eppure c’era una contraddizione forte che notava in tutto questo: «Delle migliaia di uomini e donne con SSA con cui ho parlato nel corso degli anni, non ho mai sentito uno di loro dire in privato: “Sono orgoglioso di essere gay””. A suo parere e, nonostante i gay pride, «è discutibile che esista un vero orgoglio gay sincero». Piuttosto, Darrow, sottolinea il “peso politico” del gruppo LGBT+ che «ha già contribuito a cambiare il significato del matrimonio e dell’uomo e della donna». E che «non smetterà mai di fare del suo meglio per cambiare l’insegnamento cattolico, soprattutto riguardo alla sessualità umana».
Un fine da perseguire a qualunque costo, pena anche l’esclusione di chi la pensa diversamente: «Sapendo cosa pensa la comunità LGBT+ della Chiesa cattolica, non sono rimasto sorpreso dal fatto che quasi nessuno dei miei vecchi amici volesse avere a che fare con il cattolico Paul». Tutto il contrario rispetto a quello che è avvenuto in ambiente cattolico, per lui: «[…] sono rimasto stupito dalla facilità e rapidità con cui sono riuscito a stringere forti amicizie con uomini cristiani pieni di fede, sia quelli omosessuali che abbracciano la castità sia quelli che sono attratti dal sesso opposto. Una volta che saremo in grado di “amare il prossimo tuo come te stesso”, potremo smettere di pensare agli uomini in termini di “gay” o “etero”, ma come fratelli in Cristo».
(Fonte foto: Screenshot, Catholic Speakers, YouTube)
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