lunedì 29 aprile 2024
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Il nuovo spot Amica Chips irride l’Eucaristia
NEWS 9 Aprile 2024    di Federica Di Vito

Il nuovo spot Amica Chips irride l’Eucaristia

Da Rocco Siffredi alle novizie di un monastero il passo è breve per gli ideatori delle pubblicità di Amica Chips. Ebbene, il marchio che in passato ha avuto come testimonial il porno attore, oggi ci presenta una campagna tv che si è già guadagnata la richiesta di immediata sospensione dall’associazione di telespettatori cattolici Aiart, perché «offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti». Alcune novizie sono in fila nel chiostro per entrare in chiesa, di sottofondo l’Ave Maria di Shubert. Si mettono poi in fila verso l’altare dove il prete sta per dare la comunione alla prima novizia quando si sente qualcuno che mastica fragorosamente una patatina.

Ed ecco che viene ripresa la madre superiora seduta in sagrestia a sgranocchiare patatine Amica Chips direttamente dal sacchetto. Il riferimento alla particola è palese, se non altro perché la novizia e il prete si guardano attoniti al sentire lo sgranocchiare proveniente dalla sagrestia. Appare così la scritta “Amica Chips Divino quotidiano”. Simpatica? Dall’agenzia dicono sia umorismo «british», ma forse – ed è tutto dire – era meglio tenerci Siffredi. L’agenzia, si legge nel comunicato, «propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi televisivi tradizionali ma a stilemi narrativi social».

«Vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione chiaramente teatrale e da fiction, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale», si giustifica ancora la Lorenzo Marini Group. Dall’Aiart è partita anche la segnalazione all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria in quanto lo spot sarebbe ritenuto «contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione, convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale».

Sempre secondo l’Aiart il messaggio pubblicitario «è la spia di una sensibilità sociale ed indifferenza etica che non contraddistingue soltanto il comportamento di una azienda e di un pubblicitario. Ci si appella al politically correct e alla cancel colture, ma solo contro la religione cristiana (ma solo quella) ci si sente autorizzati a qualsiasi obbrobrio?». Lo spot di Amica Chips, ha proseguito Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart, «è mancanza di rispetto e di creatività, oltre che spia dell’incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare», per poi concludere: «Strappare, come fa il nuovo spot di Amica Chips, un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità».

Anche Famiglia Cristiana non esita a definire «blasfemo» lo spot. «Per un credente l’Eucarestia è l’incontro col Cristo, il partecipare al sacrificio d’amore che ha voluto eternare per la salvezza dell’umanità, forse il momento più sacro e alto della fede cattolica, come si può tollerare che venga irriso e vilipeso in un canovaccio del genere? Si può certamente non aderire a un credo, ma altra cosa è lasciarsi andare al vilipendio in nome del dio denaro», prosegue.

Quindi, per riassumere, in nome di una presunta originalità e rottura degli schemi si possono deridere il Corpo e il Sangue di Cristo, però poi di fronte allo scatto social di Ghali in pellegrinaggio alla Mecca tutti in venerazione. Che quelli che hanno fatto guadagnare al rapper quasi mezzo milione di like siano gli stessi che saranno pronti a giudicarci “bigotti”? Sarebbe da chiedergli a quando, perlomeno, è previsto un equo trattamento? «Ogni giorno il divino quotidiano con Amica Chips». Al di là della speranza di un pronto intervento da parte dell’Istituto di Autodisciplina, possiamo tranquillizzare gli ideatori della pubblicità sul fatto che, grazie, ce l’abbiamo già il nostro Divino quotidiano – eh sì, a Messa ci si può andare anche tutti i giorni. E vale infinitamente di più dei presunti incassi che si aspettano dalla campagna pubblicitaria.

(Fonte foto: Screenshot, Amicachipsofficial, YouTube)

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