Giovedì 23 Ottobre 2025

Il Sinodo tedesco contro i vescovi “ribelli”: «Ci lasciate soli»

I presidenti del Comitato sinodale in Germania, mons. Bätzing, presidente della Conferenza episcopale, e la presidente dello ZdK, Stetter-Karp, hanno risposto alle critiche

comitato-sinodale-tedesco
Sia preso atto che i vescovi diocesani che fanno parte del Comitato sinodale non sono più 27, ma 23. Questo hanno chiesto con chiarezza i 4 vescovi che con la lettera del 19 maggio al Presidente della Conferenza episcopale tedesca e alla presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi hanno mostrato di avere più a cuore il legame con la Santa Sede e con la tradizione apostolica che la partecipazione in stile parlamentare al processo sinodale così come gran parte della gerarchia tedesca lo intende. Un modo di intendere che già ha dato tante preoccupazioni a Roma e a tanti fedeli in Germania. Fedeli che già patiscono, come ha sottolineato il vescovo di Passau, mons. Oster, le divisioni nell'episcopato come un vero disastro per la loro esperienza di credenti e le loro comunità. Ciò che ha portato i 4 vescovi alla decisione poggia sull'amore alla verità e all'unità della Chiesa e sulla fedeltà al Magistero. Per questo non vogliono appartenere a un futuro organo, esito di una risoluzione dell'Assemblea sinodale del Cammino sinodale, un soggetto che si muove come qualsiasi associazione che prende decisioni a maggioranza, modalità che forza e snatura anzi i limiti della sinodalità rettamente intesa. I due destinatari della lettera, mons. Bätzing, presidente della Conferenza episcopale, e la presidente dello ZdK, Stetter-Karp, hanno risposto alle critiche contenute in essa e alle preoccupazioni più che fondate dei 4 "fuoriusciti". In sintesi si dicono tanto rammaricati per l'abbandono da parte dei 4 vescovi di un cammino che, a sentire loro, procede nel solco del dialogo con Roma, come riporta il sito infocatolica.com: «In una lettera datata martedì, alla quale katholisch.de ha avuto accesso, entrambi i leader affermano che il processo sinodale tedesco si ispira al documento finale dell'Assemblea generale del Sinodo dei vescovi e sottolineano che il dialogo con la Santa Sede rafforza la fiducia reciproca.» Anzi, a detta loro questo modo di procedere è così benefico da aver già portato, nella recente quarta sessione del Comitato sinodale a Magdeburgo, a decisioni fondamentali «per la stesura degli statuti del futuro organo sinodale, la cui approvazione spetterà alla Conferenza episcopale tedesca, allo ZdK e alla Santa Sede. Essi insistono sul fatto che gli incontri avuti con la Curia romana sono serviti come base per far progredire il lavoro.» Un organo di cui i vescovi coraggiosi hanno dichiarato con fondati argomenti di non voler far parte e, per inciso, di non averne alcun obbligo. Fa quasi sorridere notare come i sostenitori di questo "mappazzone" sinodale facciano appello al valore dell'unità per riportare i 4 dissidenti in questo percorso e ignorino le critiche e le preoccupazioni dei vescovi che se ne sono staccati i quali temono esattamente per l'unità cruciale con il corpo della Chiesa universale. Il vicepresidente dello ZdK, Thomas Söding, ha infatti definito il rifiuto dei vescovi  «una battuta d'arresto e ha auspicato l'unità all'interno della Conferenza episcopale.»  E ancora, con toni che sembrano paternalistici: «Questo cammino non è ancora compiuto, ma voi vi rifiutate categoricamente di percorrerlo insieme a noi». Poco sinodale, come stile, questo richiamo imperioso all'uniformità. Chissà, forse si aspettano che diventi proverbiale "Magdeburgo locuto, causa finita?" La frase, che prende spunto da un'espressione del vescovo di Ippona, continuerà a suonare meglio con Roma, non ci sono dubbi. (Foto: screenshot, katholisch1tv – YouTube) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

LE ULTIME NOTIZIE

Cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

Acquista la copia cartacea
Digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Acquista la copia digitale