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La pandemia, «uno degli effetti della morte entrata nel mondo con il peccato»
NEWS 29 Marzo 2021    di Redazione

La pandemia, «uno degli effetti della morte entrata nel mondo con il peccato»

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci dell’omelia che monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, ha pronunciato ieri nella Cattedrale di Reggio Emilia durante la Messa della Domenica delle Palme

Di Massimo Camisasca*

(…) Dobbiamo guardare il nostro presente alla luce della passione di Cristo, in continuità con essa. Trarre dalla passione di Cristo il significato del nostro presente.

Stiamo attenti a non intraprendere un percorso falso, ad assolutizzare il nostro presente come se esso fosse capace di manifestare da solo il suo valore, vedendo nella passione di Cristo tuttalpiù una metafora di ciò che sta accadendo ora. La passione di nostro Signore non è una fiaba o un mito utile soltanto per svelarci gli archetipi della storia dell’uomo. Essa, al contrario, è una realtà, la somma realtà (…)

Leggere il nostro presente come proseguimento e compimento della passione di Cristo non è qualcosa di estraneo al pensiero cristiano. (…)

Nella pandemia possiamo vedere uno degli effetti della morte, entrata nel mondo con il peccato, con la disobbedienza dell’uomo a Dio (cfr. Rom 5). Laddove c’è peccato, c’è sofferenza, divisione, e infine morte. Ma Cristo ha preso su di sé tutto il nostro male. Lo ha vinto e distrutto nella sua obbedienza. Lo ha capovolto nel suo significato. Se al di fuori di Cristo il male è distruzione, in Cristo la croce – sommo male – diventa sommo bene, l’inizio della vita nuova, un evento di riconciliazione e di pace. Attraverso la purificazione che la sofferenza sempre comporta, siamo condotti a riconoscere ciò che è essenziale: la vita che non finisce, il perdono di Dio e dei fratelli, la comunione donata nel battesimo come inizio di una riconciliazione che riguarda tutto l’universo.

In questa settimana santa, negli eventi reali che rivivremo, ci è offerto da contemplare il mistero che muove tutta la storia, che attrae, purifica, e svela l’amore del Padre.

Esso si è manifestato definitivamente nella croce, asse portante della vita personale e cosmica, e si è realizzato nella resurrezione. La vita donata da Cristo al Padre nella sua morte gli è stata interamente restituita nell’evento della sua nascita definitiva. La resurrezione è proprio un dies natalis, è il giorno della nascita di Cristo, non più solo, ma con tutti coloro che giorno dopo giorno porta con sé nella vita nuova al Padre. (…) (fonte)

*Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla


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