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La Spagna delle libertà paga lo spettacolo blasfemo
NEWS 21 Marzo 2019    di Andrea Zambrano

La Spagna delle libertà paga lo spettacolo blasfemo

Prima che la terribile blasfemia, lo scandalo è definire un’opera teatrale una porcheria chiamata “Dio ha la vagina”. Ma la Spagna delle libertà non sembra più fare caso al sentimento religioso e di pietà di un popolo ancora cristiano. Infatti la piattaforma MasLibres.org ha consegnato al sindaco di Madrid più di 26.000 firme contro l’opera teatrale (!). Non poche, certamente. Le motivazioni esposte a Manuela Carmena sono presto detto: «L’opera teatrale (si fa per dire ndr) offende la fede e i sentimenti religiosi di coloro che si preparano con emozione alla celebrazione della Settimana Santa».

La piece dovrebbe infatti andare in scena proprio nel periodo centrale della Pasqua cristiana e le chance che venga sospesa sono ancora molto ridotte. Martedì scorso infatti la procura provinciale di Madrid ha respinto la sospensione cautelare del testo al centro espositivo Naves de Matadero. Una misura sollecitata dall’Associazione Spagnola Avvocati Cristiani che è all’interno di un vasto movimento d’opinione che contiene anche altri attori e la piattaforma di petizioni che ha divulgato per prima la notizia.

Insomma: non sarà facile, perché né procura né la sindaca Carmena sono intenzionate a dar corso alla richiesta di così tanti spagnoli, molti più di quelli che verosimilmente andranno ad assistere ad un’opera immonda che è finanziata con soldi pubblici: «Non avete alcun diritto ad utilizzare il denaro pubblico della collettività per offendere la fede e i sentimenti cristiani», hanno detto sottolineando il danno arrecato non solo ai cristiani, ma anche a tutti gli spagnoli nel momento in cui la Carmena ha affermato che si tratta di libertà d’espressione. Peccato che – basta citare qualche illuminista – la libertà finisce quando si viola quella di un altro. E qua la libertà è violata perché la fede cattolica viene irrisa e vilipesa con i soldi pubblici senza rispetto. Figuriamoci il timor di Dio. Tutto questo è una limitazione della libertà religiosa, applicata però da un Paese occidentale. Meno pericolosa sul fronte della vita, ma non meno grave sul fronte del rispetto.

Chi ha visto lo spettacolo l’ha definito una aberrazione, un’offesa alla «nostra cultura e religione». Ovviamente la battaglia non si fermerà solo alla prima madrilena. La piattaforma guidata da Ignatio Arsuaga ha già detto che seguirà in tournée l’opera in giro per la Spagna con il chiaro obiettivo di trovare almeno in un caso un sindaco disposto a fermarla.


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