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La vita di Lejeune diventa un documentario
NEWS 22 Dicembre 2021    di Federica Di Vito

La vita di Lejeune diventa un documentario

Si intitola “Venerable Jérôme Lejeune: To the Least of These My Brothers and Sisters” (Il venerabile Jérôme Lejeune: a questi miei fratelli più piccoli” , il documentario su Jérôme Lejeune, medico e genetista francese dichiarato venerabile, che andrà in onda su EWTN il 21 gennaio 2022 alle 20:00. Il canale di Madre Angelica ci offrirà l’opportunità di conoscere il vissuto del medico noto per aver scoperto nel 1959 la causa genetica della sindrome di Down.

La Trisomia 21 è stata poco compresa per secoli, causando de facto l’emarginazione di genitori e bambini fino al XX secolo. Il documentario darà voce alle numerose testimonianze delle sfide che le famiglie hanno dovuto affrontare, fino ad essere invitati ad abbandonare i propri figli.

“Medico di campagna”, così amava definirsi Lejeune, un devoto cattolico, che votò la propria esistenza alla difesa della vita, intesa come diritto per tutti. Dedicò la sua carriera allo studio dei cromosomi. Tutto ebbe inizio iniziò da una richiesta d’aiuto, quando un collega, che intuiva esserci un’anomalia dei cromosomi alla base della causa della sindrome di Down, chiese a Lejeune di lavorare con lui.

Da quanto emerge interviste a colleghi e amici, il medico venerabile sembrava avere un occhio «eccezionale» per i cromosomi e inventò un nuovo microscopio per esaminarli. La scoperta del cromosoma in più nella ventunesima coppia fece passare gli studi di Lejeune «dall’ipotesi alla scoperta scientifica». Felice della scoperta, intravide nuove prospettive di cura e terapia.

Conosciuto e ricercato per la cura attenta e amorevole verso i pazienti con sindrome di Down, contribuì a informare molti genitori sulla causa della sindrome e diverse madri testimoniano nel documentario come lui le avesse aiutate a guardare i figli semplicemente per quello che sono: i propri bambini.

Il medico francese ha ricevuto la nomina di esperto per le Nazioni Unite alla giovane età di 35 anni. Nell’ottobre 1969 a San Francisco ha poi tenuto un discorso importante mentre accettava uno dei più prestigiosi riconoscimenti per un genetista, il Premio William Allan. Lejeune non perse l’occasione per difendere la vita: ricordò ai presenti che l’embrione è già un essere umano ed esortò i colleghi a rigettare l’eugenetica, ottenendo in risposta i fischi della platea. Già all’epoca infatti, in molti stati degli Stati Uniti l’aborto era depenalizzato nei casi in cui venivano rilevate anomalie genetiche. Quel giorno stesso scrisse alla moglie: «Oggi ho perso il Premio Nobel per la medicina».

Il controverso dibattito sull’aborto nella Francia degli anni Settanta portò a proteste e attacchi contro Lejeune. E, se da un lato venne largamente ostracizzato nella comunità scientifica, dall’altro nel mondo cattolico ottenne il riconoscimento grazie in gran parte alla sua amicizia con San Giovanni Paolo II. Quest’ultimo nel 1994 lo nominò alla guida della Pontificia Accademia delle Scienze; un’intesa di scienza e fede la loro, «una delle persone più intelligenti che avesse mai incontrato», così lo definiva il Papa.

Grazie anche alla ricerca instancabile di Lejeune, l’aspettativa di vita per le persone con sindrome di Down è salita da 10 a 60 anni, riporta il documentario, anche se una diagnosi di sindrome di Down porta ancora all’aborto in oltre il 90% dei casi nel Paese che ha dato i natali al venerabile. La Fondazione Lejeune, costituita dopo la sua morte, avvenuta il giorno di Pasqua all’età di 67 anni nel 1994, continua a ricercare una cura.

“Venerable Jerome Lejeune: To the Least of These My Brothers and Sisters” ci farà incontrare quei fratelli più piccoli che sono stati al centro della vita e della carriera di Lejeune. Quelle «personalità felici, gioiose e magnetiche» che ci mostrano una sfumatura dell’amore al prossimo.

(Fonte)