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L’eresia della “brava persona”
NEWS 24 Febbraio 2019    di Redazione

L’eresia della “brava persona”

Parliamo spesso di qualcuno come “una brava persona” o “una persona fondamentalmente buona”, e al contrario a volte accusiamo qualcuno di essere “una persona cattiva”.

Da queste categorie, di “persona buona” e “persona cattiva”, la gente prende riferimento per poi classificare le azioni. Questa tal cosa è stata fatta da varie “brave persone” che conosci? Quindi non può essere una cattiva azione.

Quindi, per esempio, “fare un aborto a causa di deformità fetali è sbagliato, ma la mia amica Sally doveva fare quella scelta tragica, ed è una delle madri più amorevoli e premurose che conosca”; oppure: “il matrimonio gay è sbagliato, ma Eddie e Steve sono una delle coppie più amorevoli che conosco e fanno così tanto per la loro comunità”.

C’è un’altra (e ugualmente errata) forma di questo ragionamento che percorre lo stesso percorso retorico nella direzione opposta, partendo dalla convinzione che un’azione è sbagliata e da lì alla conclusione che chiunque commetta quell’atto è chiaramente una “cattiva persona”. Quindi, ad esempio: “Finge di essere una brava persona, ma ho sentito di come ha lasciato la sua prima moglie”.

Entrambi, penso, perdono un’importante realtà morale: la stessa persona è capace di fare sia cose buone che cattive, e spesso le persone sono miscele altamente complesse di virtù e vizio. Solo perché qualcuno è amorevole, gentile e divertente non significa che quella persona non sia capace di fare qualcosa che in realtà è molto sbagliato. E solo perché qualcuno ha fatto delle cose sbagliate non significa che non possano anche essere amorevoli e gentili in altri modi. Dire che qualcuno è una “brava persona” spesso significa poco più di “Mi piace quella persona”, e non è un tipo di argomento che permette di dire che qualsiasi cosa fatta da quella persona sia giusta o sbagliata.

Dire che qualcosa che qualcuno ha fatto è sbagliato, non significa dire che quella persona è cattiva o inutile. È semplicemente per dire che quell’azione era sbagliata, un peccato di cui il peccatore dovrebbe pentirsi e per il quale dovrebbe emendarsi. Dovremmo eliminare le categorie di “persona buona” e “persona cattiva” dal nostro ragionamento morale. Tutto ciò che fanno è portarci fuori strada. Siamo tutti buoni nel senso che tutti siamo fatti a immagine di Dio e che Dio desidera che noi conosciamo, amiamo, Lo serviamo e che siamo felici con Lui un giorno in cielo. E nessuno di noi è buono, nel senso che tutti commettiamo atti sbagliati e feriamo sia gli altri che noi stessi. (fonte)


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