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Il miracolo di Paolo VI squarcia il velo sulle indagini prenatali
NEWS 12 Marzo 2018    

Il miracolo di Paolo VI squarcia il velo sulle indagini prenatali

Il miracolo attribuito a Paolo VI sulla bambina di Verona che doveva morire nel ventre materno ha a che fare strettamente con la difesa della vita nascente. Proprio da parte di un Papa che con l’enciclica Humanae Vitae ha inaugurato la stagione della battaglia della Chiesa contro le nuove ideologie e i nuovi diritti che vedevano nell’aborto e nella contraccezione le loro armi più affilate.

La storia di Amanda Tagliaferro infatti, nata miracolosamente sana dopo una rottura delle membrane uterine alle 13esima settimana, è una storia che dovrebbe far riflettere tutti. Perché nasce con la rottura delle membrane a causa di un esame prenatale invasivo come la villocentesi. Di questo dettaglio non si sapeva, ma è stata la stessa mamma di Amanda, Vanna Pironato da Villa Bartolomea a Verona, a raccontarlo per la prima volta ad Andrea Zambrano che l’ha intervistata per la Nuova Bussola Quotidiana.

Vanna ha raccontato come si è arrivati alla nascita miracolosa di Amanda: un cammino accidentato nel corso del quale sono state vagliate tutte le strade, compresa quella dell’aborto. E che inizia con l’acquisto di una culla: “Avevo risposto ad un annuncio per l’acquisto di una culla usata, la mia seconda gravidanza era appena iniziata. Una volta accordatami con la proprietaria andai a casa sua, concludemmo l’“affare” e caricai la culla in auto. Vidi che era completamente nuova e le chiesi il motivo – ha detto Vanna a Zambrano -. Mi rispose che la sua bimba non ci dormì mai. Ingenuamente, pensai a quei casi in cui i neonati non ne vogliono sapere di dormire da soli e restano nel letto dei genitori. Ma la sua risposta mi gelò il sangue. Mi disse che la sua bimba morì pochi mesi dopo la nascita. Aveva la Trisomia del 13. Mi mostrò le foto e rimasi molto colpita. Quella notizia mi spaventò”.

Vanna si interrogò molto fino a iniziare a pensare di effettuare dopo pochi giorni un’indagine prenatale invasiva. Ma la villocentesi andò male. Dopo due giorni “ebbi la rottura delle membrane con perdita di liquido amniotico. Entrai in uno stato di grande prostrazione. Tutto sembrava avere fine, ma non potevo intuire che invece tutto stava per iniziare. Pensai seriamente ad una interruzione di gravidanza. Ma non sapevo che cosa fare. Ero combattuta, lacerata. Un giorno pensavo di andare ad abortire, il giorno dopo rinunciavo. Sono andata avanti in questo stato di incertezza e prostrazione per giorni fino a quando non entrai nella 23esima settimana”.

Nel corso di quelle drammatiche settimane, la donna ipotizza anche l’aborto, ma la decisione non diviene mai definitiva. Così resiste, spinta da una forza più grande fino a quando il marito Alberto le dice: “Vanna, se non molla Amanda, non possiamo mollare noi”. Si fa strada la grazia, che entra in scena grazie a un amico medico che consiglia ai genitori di invocare l’intercessione del Beato Paolo VI. I due si recano al Santuario della Grazie di Brescia. Inizia un dialogo molto serrato con il Papa dell’Humanae Vitae. Alle 26esima settimana Amanda nasce sanissima. Inspiegabile per medici ed esperti.

Il resto è storia di oggi, con la firma del decreto da parte di Papa Francesco che riconosce il carattere soprannaturale di quella nascita che non sarebbe dovuta avvenire secondo le leggi della medina. Un miracolo che spalanca così le porte ai gradini più alti della santità per Papa Montini, la cui enciclica Humanane Vitae oggi è sempre più contestata da teologi e vescovi a la page, ma, evidentemente, in Cielo è ancora letta.


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