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Il Parlamento europeo contro la legge texana che difende la vita
NEWS 9 Ottobre 2021    di Valerio Pece

Il Parlamento europeo contro la legge texana che difende la vita

Il giudice distrettuale Robert Pitman, nominato dal presidente Obama nel 2014, ha accolto il ricorso dell’amministrazione Biden bloccando temporaneamente la nuova legge sull’aborto che in Texas vieta l’interruzione volontaria dopo la sesta settimana di gravidanza. Per Biden, la cui popolarità nei sondaggi è comunque precipitata al 38% («in calo rispetto al 42% di tre settimane fa e al 50% di febbraio», informa l’ANSA), si tratta di una vittoria temponanea. Il Texas, infatti, ha annunciato che ricorrerà in appello (l’annuncio è stato fatto a tempo record: appena 72 ore dopo la decisione del giudice Pitman).

In questa guerra a colpi di sentenze e ricorsi, non si può non notare come la norma texana a difesa del nascituro (“Heartbeat Act”) sia vissuta dai mass media mondiali come un vero e proprio sgarbo a quella “cultura di morte” che permea incontrastata la nostra epoca. Seguendo questo filo autoevidente, dunque, non poteva mancare in queste ore una controffensiva potente, che sostenesse solennemente la decisione del giudice distrettuale Robert Pitman. E chi meglio del Parlamento europeo poteva delegittimare agli occhi del mondo quella che rimane la libera decisione di uno stato americano?

SE A STRASBURGO SCHAFFEGGIANO LA VITA

Riunito a Strasburgo per la settimana di sessione plenaria, ieri il Parlamento europeo ha emanato una risoluzione indirizzata direttamente al governo del Texas affinché revochi immediatamente la sua legge prolife. Questo il tenore dell’atto approvato dal Parlamento europeo con 381 voti a favore, 253 contrari e 36 astensioni: «Solidarietà e sostegno alle donne del Texas, ai professionisti medici, alle Ong e a tutti coloro che sono impegnati nelle battaglie legali contro questa legge recentemente approvata, che è una flagrante violazione dei diritti delle donne che vivono nello Stato». In un altro passaggio del testo, questa volta indirizzato ai Paesi dell’Ue, si chiede direttamente di «sostenere finanziariamente le organizzazioni della società civile statunitense che promuovono i diritti sessuali e riproduttivi e offrire un rifugio sicuro ai professionisti del settore medico che rischiano molestie legali o di altro tipo». Infine gli eurodeputati chiedono al Governo Usa di approvare una protezione federale per l’accesso universale all’aborto, al fine di salvaguardare per sempre i servizi abortivi da divieti e restrizioni a livello statale. Nessuno sconto a difesa della vita, quindi. Hanno votato a favore del testo gli eurodeputati del Partito democratico, del Movimento cinque stelle, dei Verdi e di Italia viva. Contrari i parlamentari europei della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.

Lo show della piddina Picierno

La risoluzione – in cui i diritti del concepito non vengono ovviamente mai nominati – ha dato la stura per alzare la posta e cannoneggiare contro una qualsiasi visione del mondo diversa da quella progressista. Va detto che in questo esercizio si è distinta l’europarlamentare del Pd Pina Picierno. Non è forse inutile guardare da vicino le esternazioni di chi ha preso la parola per l’Italia, non foss’altro perché i prolife possano misurare abilità e competenze di chi, non senza una certa sfrontatezza, si erge a paladina delle donne da uno scranno così nobile. Partendo dalla legge texana a difesa della vita, la 40 enne di Santa Maria Capua Vetere (che a detta dell’Espresso procede «affastellando gaffe, retorica e banalità») si scaglia, lancia in resta, contro «i governi reazionari ed eversivi che attaccano sempre i diritti di tutti e di ciascuno». Dal Texas alla Russia, quindi; dalla Polonia all’Ungheria. «Ai reazionari non piace che le donne siano libere, che possano scegliere – continua una Picierno perfettamente in linea con quanto di lei dice il settimanale di Marco Damilano («cerca di guadagnarsi tutta la scena dispensando loro enunciazioni enfatiche») – che si tratti della loro carriera, dei loro amori, del loro corpo, della loro vita». Per colei che con gli 80 euro di Renzi voleva insegnare a fare la spesa «per due settimane», e che era convinta che per i vaccini la UE avesse stanziato «duemila miliardi» (completamente sorda anche ad una Palombelli che provava a dirle, in diretta tv, che i miliardi stanziati erano solo due), la legge voluta dal libero stato del Texas non solo è «liberticida», ma è anche «un esempio di quello che può succedere da noi», «un monito che ci dice che neanche nella nostra Unione europea possiamo abbassare la guardia». Colei che nella foga di accusare l’allora ministro Salvini per lo stupro di una ragazza, non si accorgeva che all’epoca dei fatti al Ministero dell’Interno c’era il suo compagno di partito Marco Minniti, (e capo del Governo era Gentiloni), ieri, a Strasburgo, è arrivata a chiamare in causa streghe e Medioevo, ovviamente buio. Questa la sua chiusa: «Noi lottiamo per difendere le donne e i loro diritti fondamentali, e siamo pronti a offrire il nostro aiuto anche agli uomini texani che vogliono vivere in uno stato di diritto, dove le loro libertà siano garantite e dove non si torni più al medioevo e alla caccia alle streghe».

SISTER BYRNE: «Cambiare il cuore di Biden»

Ma se dal 1 settembre la legge texana ha salvato circa 5000 bambini, i difensori della vita – disprezzati nelle sedi istituzionali – sanno che possono contare su altri scranni e su sostenitori di un’altra “misura”. Tra questi sister Deirdre “Dede” Byrne, medico e militare, che in un’intervista video a Newsmax, invitando a pregare per Biden, ha ricordato che anche se «il Texas ha fatto un ottimo lavoro», l’unica speranza «è continuare a pregare tenacemente perché i cuori vengano cambiati, a iniziare da quello del nostro Presidente». Quanto ai “diritti delle donne” sventolati troppo frettolosamente dalle Picierno presenti al Parlamento europero, suor Byrne, che è stata ospite della Convention del GOP, e che, soprattutto, ha lavorato come tenente chirurgo per l’Esercito USA sul fronte afghano e in Corea, ha affermato non senza ironia: «Quando il presidente ha detto che questo è un attacco ai diritti delle donne, ci ha dato un grandissimo supporto. Sì, perché il 50% dei bambini nel grembo materno sono proprio donne».


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