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Parlateci di Bibbiano: non è “un caso isolato”, ma la punta di un iceberg
NEWS 23 Luglio 2019    di Raffaella Frullone

Parlateci di Bibbiano: non è “un caso isolato”, ma la punta di un iceberg

Fino a un mese fa Bibbiano era soltanto un paesotto di diecimila abitanti in provincia di Reggio Emilia. Oggi è diventata una delle parole più invocate, da quando gran parte dei media mainstream sembra voler ridurre l’inchiesta “Angeli e Demoni”, che riguarda numerosi casi di minori allontanati in modo illegittimo dalle famiglie, a «un caso di cronaca». Per Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, si tratta semplicemente di “una brutta vicenda”, della quale «ci siamo doverosamente e ampiamente occupati tutti».

Eppure, a rilanciare l’hashtag #parlatecidibibbiano sabato è stata Laura Pausini, che ha scritto: «Ho appena letto un articolo sulla storia dei bimbi di Bibbiano. Sono senza parole, senza fiato, piena di rabbia nei miei pugni, mi sento incazzata fragile impotente. Non ne sapevo nulla. Non posso credere che abbia dovuto cercare questa vicenda, perché sì, quando sono in tour sono spesso distratta dall’attualità e dalla cronaca, ma questa notizia è uno scandalo per il nostro Paese e dovrebbe essere la notizia vera di cui tutti parlano schifati».

A stretto giro le ha fatto eco un altro cantante emiliano, Nek: «Sono un uomo e sono un papà. È inconcepibile che non si parli dell’agghiacciante vicenda di Bibbiano». Seguito dalla conduttrice Antonella Clerici che ha twittato: «Parlateci di #Bibbiano, vogliamo sapere, vogliamo capire. I bambini non si toccano». Entrambi però sembrano aver avuto un ripensamento. Nek ha chiesto che il suo messaggio non venga strumentalizzato, e la Clerici ha scritto: «Non mi piace farmi strumentalizzare da nessuno», mentre il suo tweet è stato cancellato, così come è sparita la pagina di Wikipedia dedicata all’inchiesta “Angeli e Demoni”.

Non è invece sparito Claudio Foti, psicologo, direttore scientifico della Onlus Hansel e Gretel, considerato una figura chiave nel sistema degli affidamenti illeciti in Val d’Enza. L’uomo – cui sono stati revocati qualche giorno fa i domiciliari – affida a Facebook un lungo sfogo. Seicentosettantatre parole in cui non compare nemmeno un pensiero per le famiglie lacerate e distrutte, quattromilaquattrocentonovanta caratteri dedicati alla «bufera mediatica» e alle «reazioni d’odio». «Per una parte della comunità sociale la famiglia è sacra ed intoccabile. E guai a chi la tocca!» scrive Foti – che resta indagato nell’inchiesta – e poi continua: «Laddove c’è un processo di cambiamento sociale si crea sempre una reazione solidale ostile, tanto maggiore è la posta del cambiamento in gioco». Come dire, i difensori ideologici della famiglia non vogliono accettare che ormai viviamo nei tempi del Love is Love.

Peccato che il Paese reale sia un altro, quello della fiaccolata che sabato sera a Bibbiano ha radunato migliaia di persone da tutta Italia, quello delle Sentinelle in Piedi che sono scese in piazza a Bologna – città sede del tribunale dei minori dell’Emilia – per chiedere che si squarci il silenzio su questo scandalo, quello delle persone a cui è rimasto un po’ di buonsenso che digitano #parlatecidibibbiano perché sanno che non è «un caso isolato» ma la punta di un iceberg in grado di far tremare un sistema di potere che va ben oltre i confini della Val d’Enza.

Come da copione, nemmeno la fiaccolata di Bibbiano ha trovato spazio nei media mainstream, e i pochi che ne hanno parlato l’hanno presentata come un evento sentimental-solidale, una sorta di commemorazione come ce ne sono tante.

Eppure, i media erano così prolissi quando le cose andavano bene. La Stampa nel 2016 scriveva: «C’è un posto in Italia dove la lotta alla pedofilia è una priorità assoluta. E i risultati si vedono. È un fazzoletto di terra in provincia di Reggio Emilia dove gli otto comuni della Val d’Enza hanno costituito un’Unione guidata dal sindaco di Bibbiano». Un articolo in cui si riportavano le parole di Federica Anghinolfi, responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza, – oggi figura chiave nell’inchiesta – che tre anni fa affermava: «In questo Paese è ancora troppo forte l’idea della famiglia patriarcale padrona dei figli». Ma allora di Bibbiano parlavate! #parlatecidibibbiano


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