Un miracolo eucaristico sconosciuto ai più e a cui Il Timone ha già accennato in passato, ma che già sta dando numerosi frutti. Parliamo delle particole incorrotte consacrate il 16 luglio 1936, due giorni prima dell’inizio della guerra civile spagnola e della festa della Madonna del Carmelo che venne celebrata in grande stile nel 1936, nella chiesa di Moraleja de Enmedio, cittadina che oggi conta 5.500 abitanti, situata a circa 30 km a sud-ovest di Madrid. Il parroco, Clemente Díaz Arévalo, consacrò quel 16 luglio le ostie e conservò le rimanenti particole nel tabernacolo. Quello stesso giorno, data in cui iniziò la guerra civile spagnola, il sindaco si presentò nella parrocchia e ne chiuse le porte.
La città, infatti, era passata sotto il diretto controllo del Fronte Popolare e fu presto occupata dai miliziani. In previsione delle profanazioni che già si stavano verificando in tutta la Spagna repubblicana, il parroco decise di conservare le particole rimaste in una tazzina che mise nella tasca della tonaca, prima di restituire la chiave. In seguito, le ostie, sono state sepolte prima sotto terra, in un’umida cantina, poi negli anfratti di un solaio, in una pisside non a chiusura ermetica, quindi per anni a contatto con gli agenti atmosferici ed esposte a sbalzi notevoli di temperatura.
Ad oggi le ostie si sono conservate totalmente incorrotte e sono venerate nella chiesa di San Millán a Moraleja de Enmedio. Il miracolo eucaristico, all’inizio era conosciuto solo dagli abitanti di Moraleja, ma in seguito le cose sono cambiate perché il predecessore dell’attuale parroco, don Rafael, decise di renderlo noto e ordinò la costruzione di una sala espositiva apposita, per esporre le forme in un nuovo ciborio di vetro che consentisse di vedere le particole.
«La pisside è sigillata», specifica don Rafael, «e non viene aperta se non in occasione della visita episcopale, per verificare con il tatto e con il gusto lo stato di conservazione delle forme». Non solo la gente del posto prega davanti a quel prodigio, ma sempre più stranieri lo fanno e si comincia a venire a conoscenza delle grazie ricevute. Don Rafael riferisce, ad esempio, di un’inspiegabile guarigione da un grave problema cardiaco, da parte di un uomo arrivato lo scorso dicembre, accompagnato dalla moglie e per di più, nello stesso giorno in cui il suo medico gli aveva consegnato degli esami che indicavano che la malattia cronica era scomparsa.
«Dico sempre loro [ai fedeli che vengono a pregare in parrocchia] di chiedere grandi cose» conclude il parroco, e che questo serve affinché più persone «amino il Signore e amino l’Eucaristia, perché i cristiani non possono vivere senza. E coloro che vengono qui a pregare si rafforzano nella loro fede». (Fonte foto: Screenshot Creo TV/YouTube)
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