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Prete di New York fuori dal supermarket: «Se puoi fare la spesa puoi venire a Messa»
NEWS 28 Febbraio 2021    di Redazione

Prete di New York fuori dal supermarket: «Se puoi fare la spesa puoi venire a Messa»

Si va a Messa per adorare, ringraziare, espiare e ottenere grazie, insomma tutto quello di cui c’è bisogno in un momento come quello che stiamo vivendo. Eppure, come disse il vescovo di Pavia, Corrado Sanguineti, nell’agosto scorso, con il prolungato lockdown «è cresciuta la disaffezione alla Messa, gesto fondamentale della fede, e rischiamo d’essere un popolo sempre più disperso».

Per provare a raccogliere le pecorelle all’ovile un sacerdote della diocesi di New York, don Carlos Limongi, si è messo fuori da un super market con un cartello. L’idea l’ha messa in pratica poco prima del mercoledì delle ceneri:

«Se puoi venire a fare la spesa, allora puoi venire a messa», ha scritto sul cartello.

 

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«[Volevo che le persone] meditassero sul fatto che tutti stanno iniziando a tornare alle loro normali vite e routine quotidiane, ma la partecipazione alla Messa non è aumentata», ha raccontato il prete al sito web Chuchpop.

«Continuavo a pensare a modi per incoraggiare le persone a tornare alla Messa, in un modo che fosse accessibile, divertente, ma comunque veritiero. La Quaresima stava arrivando, quindi ho pensato che il momento migliore per farlo fosse appena prima della Quaresima. Quindi ho tagliato il lato di una scatola e vi ho scritto sopra la didascalia».

«La maggior parte delle persone nella mia zona va a fare shopping o al bar e ai ristoranti, ma continua a dire che non verrà a messa a causa del virus».

Padre Carlos non è un negazionista o un complottista. «Voglio sottolineare», ha detto, «che non ho mai inteso svergognare o incolpare le persone perché venissero a messa, per non parlare di far sentire male quelli con problemi di salute per non essere venuti in chiesa. Sono stato il primo a dire a coloro che mi parlavano del virus di restare a casa e di stare al sicuro, in particolare le persone con condizioni di salute precarie che potrebbero ricevere un danno dalla loro partecipazione».

«Piuttosto, volevo portare le persone a meditare su come Dio si inserisce nella loro vita in questi tempi, specialmente ora che c’è un senso di normalità, rispetto a quello che abbiamo vissuto per la maggior parte dell’anno scorso. Ho agito con lo scopo di farli riflettere: ‘Se ora sono in grado di fare molto di quello che facevo prima, non dovrebbe essere data la stessa considerazione alla mia adorazione di Dio?’»


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