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Protesta degli agricoltori, i vescovi europei la appoggiano
NEWS 1 Febbraio 2024    di Giuliano Guzzo

Protesta degli agricoltori, i vescovi europei la appoggiano

Ormai è una bomba ad orologeria il cui ticchettio, anzi il cui rumore di trattore risuona nell’intera Europa. Stiamo naturalmente parlando della protesta degli agricoltori, che – dalla Francia alla Germania, dalla Romania al Belgio, dalla Polonia fino alla nostra Italia – vede sull’intero Continente la mobilitazione di decine di parecchie migliaia di trattori, che si sono riversati sulle strade senza, per ore, intenzione di abbandonarle. Tutto ciò per un malcontento dietro cui vi sono svariate ragioni; per esempio, i nostri agricoltori stanno protestando per chiedere una maggiore tutela del Made in Italy, opponendosi all’aumento del prezzo del gasolio.

Alla base della mobilitazione complessiva che, per dirla con il Sole24Ore, oggi «assedia l’Europa», c’è però un tema comune: l’opposizione alle misure pensate per rendere maggiormente sostenibile il settore agroalimentare, ad esempio imponendo la sospensione delle attività per permettere al terreno di riposare. Più precisamente, il bersaglio delle proteste sono le politiche europee – il suo Green Deal, i nuovi requisiti della Pac e l’accordo con il Mercosur –, tanto è vero che dall’Ue dovrebbero essere presentate oggi agli agricoltori delle proposte concrete per placare i loro malumori.

L’ipotesi più probabile, secondo il Foglio, è quella secondo cui la Commissione Ue proponga «una nuova proroga alla deroga sulla messa a riposo del 4 per cento dei terreni coltivati, che era stata decisa per tutelare gli ecosistemi con incentivi finanziari»; oltre a ciò è si parla dello «stop ai negoziati con il Mercosur» che rappresenterebbe «un duro colpo per l’agenda di von der Leyen, che vuole usare il commercio con paesi amici per proiettare la forza dell’Ue nel mondo», uno stop che peraltro si somma alle già garantite «salvaguardie” sulle importazioni di prodotti agricoli dall’Ucraina» (Il Foglio, 31/1/2024, p.3). La «collera rurale», come la definisce il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara, sarebbe così sulla via della vittoria.

Staremo a vedere se davvero le cose andranno in questo modo, anche se una notizia di rilievo già c’è: è quella che, nelle scorse ore, ha visto gli agricoltori incassare un sostegno di non poco conto, anzi: quello dei vescovi europei. Proprio così: la Comece – vale a dire la Commissione degli episcopati dell’Unione europea – ha pubblicato una nota che appare come un netto e convinto appoggio alla protesta in atto, che si invita a non considerare come improvvisa: «Il malcontento nel settore agricolo nei confronti delle politiche che affrontano il cambiamento climatico e le crisi ambientali si va diffondendo da tempo».

I vescovi, va detto, non negano l’importanza di un’agenda politica rispettosa dell’ambiente. Semplicemente, invitano a considerare non solo il criterio della sostenibilità, pena l’abbandono a sé stessa di un’intera categoria professionale: «Pur sostenendo fermamente l’obiettivo di un futuro sostenibile per tutti nell’Unione europea, condividiamo le preoccupazioni degli agricoltori per la sostenibilità delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni e per il futuro delle nostre aree rurali. Il settore agricolo svolge un ruolo essenziale nel fornirci cibo accessibile e di alta qualità, nel dare vita alle nostre zone rurali e nella gestione dei nostri paesaggi».

«Crediamo», continua la nota della Comece, «che un futuro sostenibile del nostro sistema alimentare e un futuro sicuro e fiorente per gli agricoltori possano coesistere e non si escludano a vicenda. Occorre trovare soluzioni che garantiscano entrambi e superino le divisioni partitiche: ciò sarà possibile solo se gli agricoltori saranno posti al centro di queste considerazioni». Di qui l’invito ai decisori, «a mettere la persona umana al centro delle loro considerazioni politiche, garantendo una maggiore trasparenza dei processi decisionali, tenendo conto delle conseguenze per coloro che ne sono colpiti e, infine, consentendo un maggiore coinvolgimento dei cittadini».

La Commissione degli episcopati dell’Unione europea, presieduta dall’italiano mons. Mariano Crociata (in foto), è dunque intervenuta senza tentennamenti a fianco della protesta degli agricoltori. Una presa di posizione netta com’è in realtà da tempo nello stile della Comece – basti pensare alle dure critiche, per esempio, all’idea che l’aborto sia un diritto, bocciata come «tesi indifendibile» – e che non potrà che rafforzare le probabilità che la mobilitazione diffusasi a macchia d’olio in tutto il Vecchio Continente possa riuscire a raggiungere dei risultati concreti. Perché, evidentemente, non ne va “solo” d’una fondamentale categoria professionale, ma di tutto un modo d’intendere il funzionamento delle istituzioni e, in definitiva, di immaginare il futuro dell’Europa.

(Fonte foto: Imagoeconomica)


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