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«Quasi il 75% degli adolescenti parla di autolesionismo o suicidio online»
NEWS 19 Gennaio 2022    di Federica Di Vito

«Quasi il 75% degli adolescenti parla di autolesionismo o suicidio online»

Brutte notizie, forse neanche tanto sorprendenti, dall’App di controllo parentale sui social media, Bark. Nel 2021 l’app ha registrato nella fascia 12-18 anni un aumento del 25% di messaggi relativi ad autolesionismo e suicidio. Sono 3,4 milioni messaggi tra SMS, e-mail, piattaforme social a essere stati analizzati, in un anno in cui migliaia di bambini negli Stati Uniti hanno trascorso ore e ore online chiusi in casa. Le ripercussioni sono preoccupanti.

«Abbiamo fornito ciò a cui abbiamo accesso nella speranza di proteggere ancora di più i ragazzi. È tempo che altre aziende tecnologiche facciano lo stesso. È anche tempo che le grandi tecnologie permettano agli utenti di possedere veramente i propri dati, invece di impedire apertamente ai genitori di tenere i propri bambini più sicuri online», ha dichiarato Titania Jordan, Chief parent officer e responsabile marketing di Bark.

Le percentuali sono impressionanti. Più del 43% dei giovani adolescenti e quasi il 75% degli adolescenti sono stati coinvolti in conversazioni riguardanti l’autolesionismo o il suicidio. Se poi guardiamo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) capiamo come queste percentuali non siano scollegate dalla realtà dei fatti: le prime stime per il 2020 mostrano oltre 6.600 morti per suicidio tra i giovani statunitensi di età compresa tra 10 e 24 anni.

La pandemia ha fatto la sua parte. Le visite al pronto soccorso per tentativi di suicidio tra le ragazze sono aumentate del 51% durante la pandemia e tra i ragazzi del 4% . Le evidenze parlano chiaro: durante la pandemia l’ansia ha fatto da padrona. Circa il 25% degli adolescenti di età compresa tra 13 e 18 anni sono affetti da ansia secondo i dati dell’Anxiety and Depression Association of America. Forse stare chiusi in casa e perdere quasi totalmente la socialità, che ricordiamo essere significativa soprattutto in certe fasi dello sviluppo, ha rilevato problemi e disagi latenti. O forse ha aperto gli occhi di tutti noi su quale sia il necessario di cui hanno bisogno i giovani. Due occhi che li guardano davvero e orecchie pronte ad ascoltare.

Le forme di bullismo online, meglio detto cyberbullismo, hanno trovato facile accesso, circa il 72% dei giovani adolescenti e l’85% degli adolescenti ha assistito o subito atti di questo tipo. Anche le conversazioni che girano intorno all’uso di alcol e/o droghe fanno riferimento al 75% dei giovani adolescenti e al 93% degli adolescenti. Secondo l’app di monitoraggio, quasi sette giovani adolescenti su dieci e circa nove adolescenti su 10 hanno digitato “nudità o contenuti di natura sessuale” nei loro testi o nelle app. Inoltre, il 10% dei giovani adolescenti e il 20% degli adolescenti hanno ricevuto messaggi da predatori online. Le app che Bark ha classificato tra le peggiori per contenuti sessuali gravi, nell’ordine, sono per la categoria di messaggistica KiK, dei blog Tumblr, che ha recentemente aggiunto un filtro per i contenuti sensibili, per le app di conversazione faccia a faccia Houseparty, di comunicazione Discord e di archiviazione cloud Google Dropbox.

Se le abitudini dei giovani sono tracciate virtualmente, poi i pericoli e le dipendenze sono reali. La Jordan ha segnalato le società di social media e i giganti della tecnologia come Google e Apple per «aver chiuso un occhio su questo abuso e aver pubblicato annunci che portano le persone a credere che le loro nuove normative risolveranno effettivamente questi problemi. Purtroppo siamo ancora a un punto in cui faranno emergere contenuti di abusi sessuali su minori sulle principali piattaforme e quelle piattaforme si rifiutano di rimuoverli a meno che non siano sotto pressione dalle forze dell’ordine».

Che cosa si nasconde dietro a tutto questo? Davvero i giovani vogliono concentrarsi solo su droga e sesso? O forse si tratta di campanelli di allarme che manifestano il bisogno impellente di scoprire il senso della loro esistenza. Di cercare riposte. Di trovare conforto. L’online ha preparato il terreno alle insicurezze e alla ricerca di senso dei giovani. Facile accesso, facile risposta, veloce, ma non indolore, come ci dimostrano i dati. Che forse i giovani siano alla ricerca di limiti? In fondo le app come Bark permettono ai genitori di delineare confini sicuri. Siamo d’accordo siano necessarie e svolgono un buon lavoro, ma andiamo più nel profondo.

«Quando manca autorevolezza, l’unica cosa che si può fare è avere la nostalgia di un’autorità, di un meccanismo forte che possa supplire al senso di debolezza che ciascuno prova», così scrive don Luigi Maria Epicoco in Telemaco non si sbagliava, la speranza è proprio imparare per i propri figli quell’autorevolezza che è un altro modo di chiamare l’amore.


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