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Referendum sull’eutanasia respinto, la reazione del mondo pro life
NEWS 16 Febbraio 2022    di Redazione

Referendum sull’eutanasia respinto, la reazione del mondo pro life

“Confermata un’inderogabile scelta di tutela della vita”, questo il titolo dell’ultimo mandato CEI con il quale i vescovi accolgono positivamente la scelta della Corte costituzionale che «con la decisione di oggi ha confermato che l’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente è contraria al principio di “tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. In attesa del deposito della sentenza», scrive la presidenza della CEI, «prendiamo atto con favore di tale pronunciamento. È un invito ben preciso a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio».

Le reazioni del mondo pro life

Con un comunicato stampa il Movimento per la vita afferma: «Abbiamo accolto con soddisfazione la notizia che corrisponde alla saggezza giuridica, che manifesta la giusta e doverosa attenzione nei confronti della vita umana la cui tutela è il cardine degli ordinamenti civili ai quali l’ordinamento italiano vuole appartenere. Questa decisione ribadisce la fondamentalità del valore della vita umana nel nostro sistema giuridico ovvero la centralità della tutela della dignità della vita umana nella nostra Carta Costituzionale. Attendiamo le motivazioni e nel frattempo non possiamo non ricordare la sentenza n. 35 del 1997 con cui la stessa Corte Costituzionale aveva rigettato la richiesta di referendum radicale – praticamente identica a quella accolta nel 1980 – che voleva abrogare la legge sull’aborto, perché la tutela della vita non può essere abbandonata e fa parte dei principi necessari all’esistenza di un ordinamento democratico». Prosegue poi così Marina Casini, la Presidente del Movimento per la vita italiano, «La posizione della Corte aggiunge ulteriori elementi alla discussione in corso sul TU sulla morte volontaria assistita, eliminando l’argomento – opinabile – di affrettare il processo legislativo per evitare il referendum».

Il comunicato stampa conclude augurandosi che «il Parlamento non insista ad allargare le maglie della sentenza 242/2019 introducendo disposizioni eutanasiche, ma si preoccupi piuttosto di riversare il massimo impegno scientifico, tecnico, organizzativo a implementare e diffondere le cure palliative e una adeguata terapia del dolore».

Anche Family day manifesta la sua reazione positiva con un comunicato stampa in cui afferma: «È stata evitata una deriva mortifera che pone su un piano inclinato malati, disabili e anziani. È la vittoria della cultura della vita contro la cultura dello scarto da sempre denunciata da Papa Francesco. Il nostro impegno per la verità e il bene comune continuerà con rinnovata energia».

«Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere», questo il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia. «La Corte Costituzionale ha respinto con forza il “populismo bioetico” dei Radicali, che hanno tentato di portare l’eutanasia in Italia con un referendum sull’omicidio del consenziente che avrebbe permesso a chiunque di uccidere amici e parenti al loro minimo gesto di consenso».

«È stata sventata una deriva mortifera», aggiunge poi Jacopo Coghe, presidente del Comitato “No all’Eutanasia Legale”, «ma incombono ancora spinte eutanasiche che ora il Parlamento è chiamato a scongiurare». «Dalla Camera», conclude la nota, «ci aspettiamo una risposta importante che investa sulle cure palliative e aiuti i sofferenti a vivere con dignità, e non a farsi ammazzare».

 


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