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Ruini, quando la Chiesa è «avanti»
NEWS 19 Febbraio 2021    di Redazione

Ruini, quando la Chiesa è «avanti»

Compie oggi 90 anni il cardinale Camillo Ruini, una delle figure che hanno segnato la Chiesa italiana tra il 1986 – anno in cui Wojtyla lo nominava Segretario generale della Cei – e il 2007/2008 – anni in cui il cardinale terminava il mandato come presidente della stessa Cei e si ritirava da Vicario generale del Papa per la diocesi di Roma. Un ventennio che sembra così lontano ma è ancora così vicino. A Ruini Il Timone ha dedicato la copertina del numero di febbraio, con una lunga intervista contenente ricordi inediti. Quelli delle sue origini emiliane, per esempio, nella Sassuolo che si trovava al centro del Triangolo rosso, segnato dalle violenze e dagli omicidi politici del dopoguerra. «Furono uccisi sul greto del fiume Secchia cinque medici amici di mio padre, che era medico nell’ospedale del luogo» rievoca il cardinale.

E ricordi delle elezioni spartiacque per la democrazia in Italia, quelle del 1948, «con le quali ci liberammo dalla paura e tramontò l’ipotesi che i comunisti si impadronissero dell’Italia». «A quelle elezioni ho dato il mio piccolo contributo – racconta sempre Ruini – diventando anche presidente del Comitato civico di Sassuolo, nonostante la mia giovanissima età. Quell’esperienza mi avvicinò molto alla parrocchia e l’anno seguente, terminato il liceo scientifico, decisi di entrare in seminario».

Ma in questo genetliaco esce per l’editore Rubbettino una raccolta di altre interviste che il porporato ha rilasciato in questi anni a vari quotidiani e che meritano sicuramente una lettura o una rilettura. Titolo: Conversazioni sulla fede e sull’Italia. Pagine in cui, nella forma di un colloquio veloce come quello giornalistico, emerge spesso uno sguardo sulla Chiesa e sul nostro Paese che si fa ancora apprezzare per il suo nitore.

«Ma in Italia si parla di unioni civili, non di matrimonio» dice a Ruini un intervistatore. Replica: «Se il contenuto è molto simile, serve poco cambiare il nome del contenitore».

«È davvero impossibile dare la comunione a un divorziato senza violare l’indissolubilità del matrimonio?» chiede un altro. Ruini: «Se il matrimonio rimane indissolubile, e quindi continua a esistere, contrarre un nuovo matrimonio sarebbe un caso di bigamia; e avere rapporti sessuali con altre persone sarebbe un adulterio. Non si può pretendere che il matrimonio sia indissolubile e che ci si possa comportare come se non lo fosse».

Altra considerazione: «Non penso che la comunità musulmana sia disturbata dal nostro essere e comportarci da cristiani, salvo naturalmente gli estremisti e terroristi. Ciò che sconcerta e scandalizza i musulmani sono piuttosto quei comportamenti che danno l’idea che noi cristiani occidentali non crediamo più in niente».

Un’altra volta una domanda cade sulle parole pronunciate dal noto cardinale e arcivescovo di Milano poco prima della morte: «Cosa risponderebbe a Martini che nell’ultima intervista dice: “La Chiesa è indietro di 200 anni”»? La risposta è all’insegna di un grande rispetto ma anche del magis amica veritas: «Non ho mai polemizzato con lui da vivo, tanto meno lo farei adesso. A mio parere, occorre distinguere due forme di distanza della Chiesa dal nostro tempo. Una è un vero ritardo, dovuto a limiti e peccati degli uomini di Chiesa, in particolare all’incapacità di vedere le opportunità che si aprono oggi per il Vangelo. L’altra distanza è molto diversa. È la distanza di Gesù Cristo e del suo Vangelo, e per conseguenza della Chiesa, rispetto a qualsiasi tempo, compreso il nostro ma anche quello in cui visse Gesù. Questa distanza ci deve essere, e ci chiama alla conversione non solo delle persone ma della cultura e della storia. In questo senso anche oggi la Chiesa non è più indietro, ma è più avanti, perché in quella conversione c’è la chiave di un futuro buono».

A “Eminenz” i nostri auguri.

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