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Se Goldman Sachs dà ragione a Vladimir Putin
NEWS 8 Settembre 2022    di Lorenzo Bertocchi

Se Goldman Sachs dà ragione a Vladimir Putin

Proprio ieri Vladimir Putin si è lasciato andare a roboanti dichiarazioni sul fatto che oggi il vero centro economico e tecnologico del mondo è l’Asia-Pacifico, a meno che l’Europa non rifletta sul fatto di non abbandonare il gas russo. Al netto delle esagerazioni – la Russia nel brevissimo periodo ha comunque il problema di dove vendere il gas che non passa più dai tubi che portano in Europa – vengono in soccorso dell’analisi del presidente russo le parole insospettabili di Goldman Sachs. «Riteniamo», si legge in una nota degli analisti della banca newyorkese, «che le ripercussioni strutturali della crisi saranno ancora più profonde della crisi petrolifera degli anni ’70, ma il mercato le sta sottovalutando, tranne gli investitori azionari che, invece, sono pessimisti circa le misure proposte».

L’intero report di Goldman Sachs sul comparto europeo, pubblicato in vista del vertice Ue di domani, convocato proprio con l’intenzione di fronteggiare la crisi del gas, è stato parametrato sulla situazione energetica italiana. Ebbene, tanto per essere pragmatici, secondo l’analisi della banca, ai prezzi attuali dei contratti futures a 1 anno già nel primo trimestre del 2023, il costo di luce e gas per la famiglia media italiana potrà raggiungere i 500 euro al mese (vedi tabella sotto). Lo dice l’atlantissima e liberalissima banca d’affari, aggiungendo peraltro che l’aumento dei costi energetici per l’Europa nel 2023 potrebbe equivalere il 15% del Pil dell’Eurozona.

Non crediamo che Goldman Sachs sia tacciabile di qualche forma di filo-putinismo, eppure con questi numeri qualcosa non torna nei vecchi equilibri politico-economici e la strada verso una forma di suicidio dell’Europa è aperta. Saranno anche propaganda le parole del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, quando dichiara che «Roma è spinta al suicidio economico per la frenesia sanzionatoria euro-atlantica», ma di fronte ai numeri prospettati da Goldman Sachs non bastano più le prese di distanza salottiere e di bandiera. Serve liquidità, una montagna di liquidità per famiglie e imprese.

Persino Helge Haugane, vicepresidente senior della finlandese Equinor per il gas e l’energia, ha dichiarato in un’intervista che «sarà necessario un supporto di liquidità». Il gigante energetico finlandese ha posto il dito nella piaga sui mercati dei futures energetici dicendo che, se il mercato del gas fisico funziona, quello dei derivati mostra segni di stress e pertanto il trading energetico europeo rischia di fermarsi se i governi non estendono la liquidità per coprire le margin call di almeno 1.500 miliardi di dollari

Come pensa l’Europa di finanziare tutto questo mare di deficit energetici che prospetta Goldman Sachs e indica persino la Equinor, mentre proprio oggi la Bce alza il costo del denaro per raffreddare l’inflazione? La prospettiva non può che essere quella di fare ancora debito, stampare moneta, accollarsi le bollette (in dollari… mentre l’euro precipita sotto la parità con la moneta yankee per la prima volta in 20 anni).

Domani il vertice Ue in cui si prospetta il famoso tetto al prezzo del gas e una tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche. E poi i razionamenti, narrati come piano di risparmio per tutti i Paesi fino al 10%. Cioè, fuor di narrazione, stare a 19 gradi con il termosifone, spegnere prima e chissà cos’altro, che per un Paese anziano come il nostro non è proprio una cura termale. Per tacere di cosa potrà accadere alle imprese e ai lavoratori.

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