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«Siamo qui per proiettare la verità», la protesta dei Catholics for Choice
NEWS 21 Gennaio 2022    di Federica Di Vito

«Siamo qui per proiettare la verità», la protesta dei Catholics for Choice

Oggi i cattolici degli Stati Uniti si preparano per l’annuale March for Life. «L’uguaglianza inizia nel grembo materno», il tema di quest’anno intende evidenziare come la vera uguaglianza sia possibile solo se riconosciamo che anche i bambini nel grembo materno meritano protezione e diritti. La marcia inizierà a mezzogiorno con un raduno al National Mall e si concluderà sui gradini della Corte Suprema degli Stati Uniti, dove si terrà un altro importante raduno al quale parteciperanno numerosi relatori.

Quest’anno in particolare la speranza dei cattolici pro life è concentrata sulle sorti della sentenza Roe vs. Wade. La speranza è che la Corte Suprema degli Stati Uniti annulli la decisione Roe v. Wade del 1973 che legalizza l’aborto a livello nazionale. A giugno la Corte Suprema dovrebbe annunciare la sua decisione sul caso Mississippi Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, un caso pendente del Mississippi per rimuovere l’ingiunzione di un tribunale di grafo inferiore che vieta la maggior parte degli aborti dopo la quindicesima settimana di gravidanza.

Ma c’è un altro gruppo di cattolici che rema contro questa speranza. I Catholics for Choice, un gruppo di difesa dei diritti dell’aborto dissenziente che si definisce cattolico. Alla vigilia della marcia hanno proiettato immagini e frasi pro choice sulla facciata della Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione. Nel frattempo, all’interno della chiesa si stava svolgendo una veglia di preghiera per porre fine all’aborto. Sorvolando un istante sul contrasto raccapricciante, vediamo quali fossero i loro intenti.

A caratteri cubitali sono apparse le scritte «Cattolico pro-choice non sei solo» e «Una paziente che abortisce su quattro è cattolica», e a fare da passepartout il sempreverde «My body, my choice». Altri slogan poi si rivolgevano alla Chiesa «Stop stigmatizzare», «Inizia ad ascoltare». La reazione dei cattolici può essere riassunta da un tweet del vescovo Joseph E. Strickland di Tyler, Texas, «Se questo è reale è un’atrocità. Sostegno all’omicidio proiettato sul Santuario dell’Immacolata??? Prego che sia una foto fake modificata con photoshop per scopi malvagi. Se è reale è orribile e anche se fosse un fake sarebbe diabolica».

Ashley Wilson, direttrice della comunicazione di Catholics for Choice, assumendosi la responsabilità per l’azione di protesta spiega in un tweet, «So che la mia fede insegna ai cattolici a onorare la coscienza personale. Eppure, la gerarchia cattolica cerca di isolare i cattolici favorevoli alla scelta di abortire e di denigrare le persone che compiono questa scelta». Ha poi aggiunto, «Sono stanca di provare vergogna e di sentirmi stigmatizzata per essere una cattolica pro choice. E non sono qui perché le persone giudichino la mia relazione personale con Dio».

Ci risiamo. Ora è tutto chiaro. Il solito tranello della fede-fai-da-te, modificabile in base al proprio pensiero, al proprio vissuto, alla propria pancia. Sui social volano sentenze che si atteggiano a dogmi, «Siamo qui per proiettare la verità». Fosse facile, beati voi, verrebbe da dire. Beati voi che pensate di avere la verità in tasca, a portata di mano. Stolti noi che proviamo umilmente ad affidarci ai secoli di storia della Chiesa Cattolica. Che tentiamo di guardare con rispetto i dogmi che lo Spirito ha ispirato.

Tra gli hashtag più cliccati dai Catholics for Choice spicca #AbortionIsEssential, e si fa chiaro quanto il disegno diabolico sia visibile anche a occhio nudo. Adamo ed Eva non sono poi così vecchi. L’opera demoniaca si serve sempre della solita superbia umana di voler sapere ciò che è bene e ciò che è male. Ecco allora che l’aborto, o forse dicendo “omicidio” rendiamo meglio l’idea, diventa addirittura essenziale. Se poi pensiamo che “vitale” potrebbe essere un suo sinonimo, ci rendiamo conto del profondo inganno che sta accecando una buona parte dei cattolici.

Proviamo a rispondere con San Paolo 1Cor 6, 12, che le parole sapeva di certo scegliere e filtrarle meglio, «”Tutto mi è lecito!”. Ma non tutto giova.”Tutto mi è lecito!”. Ma io non mi lascerò dominare da nulla». È vero, Dio ci ha donato il libero arbitrio. Siamo liberi sotto il Cielo di svolgere la nostra vita come meglio pensiamo e di prendere le nostre scelte, più o meno consapevoli. Stiamo ben attenti, però, a capire da chi ci lasciamo dominare quando mettiamo in atto quella “freedom” tanto celebrata.


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