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Spinte a destra e delusioni a sinistra, le spine di Francesco
NEWS 6 Dicembre 2023    di Lorenzo Bertocchi

Spinte a destra e delusioni a sinistra, le spine di Francesco

Le spinte centrifughe non avvengono solo a destra, per usare un linguaggio politico, ma anche a sinistra. Il pontificato di Francesco, il papa venuto «quasi dalla fine del mondo», si avvia al traguardo dell’undicesimo anno di pontificato e deve affrontare un cammino sinodale avviato da tempo e che finalmente si concluderà nell’ottobre 2024.

La contestazione che riguarda questo cammino, e più in generale l’azione del pontefice, si è manifestata con alcune azioni pubbliche, come ad esempio i dubia, dubbi, posti da alcuni cardinali rispetto a temi caldi della discussione. Peraltro tutte questioni non nuove al dibattito intraecclesiale di questi ultimi cinquanta-sessanta anni, l’abolizione del celibato sacerdotale, le donne prete, una dottrina morale a maglie larghe, la collegialità episcopale.

A questi dubbi il Papa ha risposto tramite il neo prefetto all’ex Sant’Ufficio, monsignor “Tucho” Fernandez, uomo di fiducia di Bergoglio. Inoltre, in questi ultimi giorni, Francesco ha mandato messaggi chiari ai suoi oppositori, specialmente al di là dell’Oceano, in quella chiesa statunitense che, nonostante gli interventi del Papa in questi anni, in qualche modo non si allinea al pontificato. Il vescovo di Tyler, monsignor Joseph Strykland, è stato “sollevato” dal suo incarico per motivi che, a quanto è dato apprendere, afferiscono appunto a una certa resistenza del prelato all’azione e alla pastorale di papa Bergoglio. Quindi, è notizia di queste ore, il cardinale Raymond Leo Burke, già prefetto della Segnatura apostolica, già tra i firmatari di vari dubia (anche quelli relativi all’esortazione apostolica Amoris laetitia), sebbene ormai fuori dai giochi, è stato in qualche modo allontanato attraverso la privazione del suo appartamento in Vaticano e dello stipendio/pensione cardinalzio.

Ma se guardiamo in terra tedesca, laddove il cammino sinodale ha raggiunto conclusioni veramente audaci, la delusione riguarda anche i cosiddetti progressisti. In questi giorni, lo stesso Francesco ha scritto una lettera a quattro laiche che avevano sollevato molte perplessità sul cammino sinodale, tanto da abbandonarlo, e il Papa ha detto loro di condividere la «preoccupazione» per la strada intrapresa dalla chiesa in Germania. Ancora più esplicita la lettera inviata dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin che ha informato per iscritto i vescovi tedeschi che l’ordinazione delle donne e i cambiamenti nell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità non potranno essere oggetto di discussione nei prossimi incontri con i delegati del Cammino sinodale tedesco a Roma.

Lo scontento nel campo “progressista” è chiaramente testimoniato da una recentissima intervista al portale della chiesa svizzera del vescovo Erwin Kräutler, prelato vescovo emerito di Xingu (Brasile). Il monsignore è attivissimo da tempo per i preti sposati in Amazzonia, le donne prete e nel campo dell’ecologismo più integrista. Proprio lui fu convocato da Papa Francesco in preparazione del sinodo sull’Amazzonia e gli chiese, come diceva lo stesso Krautler allora intervistato da Radio Vaticana, di fare «proposte temerarie, ardite».

Ebbene ora Krautler dice di essere «frustrato e deluso», anche perché, appunto, «in precedenza [il Papa] aveva detto a noi vescovi: datemi suggerimenti audaci». Invece, ha aggiunto, «non capisco perché nessuna delle nostre richieste è stata attuata».

«Al Sinodo sull’Amazzonia l’80 per cento dei vescovi ha votato per i viri probati e il diaconato femminile», asserisce il pasdaran amazzonico. «È inconcepibile che papa Francesco non ne abbia fatto menzione nella sua esortazione apostolica». Secondo Krautler, la fama di papa “riformista” di Bergoglio si va sgretolando e anche sul cammino sinodale della chiesa universale, dice, «non ne verrà fuori molto». In ogni caso, secondo lui, il prossimo papa non potrà portare indietro l’orologio, dai processi avviati da Francesco indietro non si torna.

Se da destra le critiche al Papa sono state più dirette, a volte sopra le righe, a sinistra sembrano più velate, ma è innegabile che le spinte di rottura nei confronti dell’autorità papale ci sono anche in quel campo. I tedeschi, ad esempio, finora sembrano determinati a portare avanti i piani per la creazione nel 2026 di un “concilio sinodale”, composto sia da laici che da vescovi, che avrebbe vaghi poteri di governo sulla Chiesa.

Il metodo “americano” applicato ai “disobbedienti” potrebbe un domani essere applicato anche a qualche vescovo tedesco recalcitrante? Difficile dirlo, di certo il punto fermo è che si «aprono processi» mentre le divisioni aumentano.

(Foto Imagoeconomica)


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