Sono tornati sulle prime pagine dei giornali Rosa e Olindo, sono tornati a far notizia sui Tg, ad aprire i notiziari, ora sono anche nei trending topic dei social, era il 2006 ma è come se fosse ieri. E infatti l’ultimo atto di questa lunghissima pagina di cronaca è stata scritta 48 ore fa, quando La Corte d’Appello di Brescia fissato l’udienza in cui si discuterà della richiesta di revisione del processo a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per cosiddetta “strage di Erba” fissando al 1 marzo l’udienza al termine della quale i giudici decideranno sull’istanza di revisione presentata dagli avvocati della difesa dei coniugi.
Ieri la cittadina di sedicimila abitanti ai piedi delle Prealpi lombarde, nota ai tanti cattolici che ascoltano Radio Maria, si è ripopolata di cronisti. In effetti gli scenari che si aprono possono a buona ragione essere definiti clamorosi, perché potenzialmente potrebbero portare ad un’assoluzione di Rosa e Olindo, e in quest’ultimo caso toccherebbe prendere atto del fatto che due innocenti sono stati in carcere per diciassette anni. Non certo una cosa da poco.
Nelle 58 pagine dell’istanza con cui il procuratore Cuno Tarfusser ha chiesto la revisione, vengono messi in discussione i tre “pilastri” fondamentali per la condanna all’ergastolo per aver ucciso, l’11 dicembre 2006, Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni Youssef Marzouk, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Innanzitutto la confessione degli imputati, che sarebbe stata indotta con metodi non propriamente ortodossi, poi la testimonianza, considerata inattendibile, di Mario Frigerio, ferito gravemente nella mattanza e oggi deceduto, e mal repertata la cosiddetta “prova regina”, una macchia di sangue trovata sull’auto di Olindo.
Il compito della giustizia è sempre difficile, si sa, come si sa anche che spesso verità dei fatti e verità processuale non combaciano, ed è vero che è complicato fare i conti con quell’ “oltre ogni ragionevole dubbio”, tuttavia in questi anni sono state così tante le incongruenze emerse relativamente a quella sera, che il dubbio che due innocenti stessero pagando in carcere, ha iniziato a farsi strada. Ora che ci siamo, ci sono quattro considerazioni che si possono fare di fronte allo scenario – ancora del tutto ipotetico va detto – dell’errore giudiziario.
(Fonte foto: Ansa)
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