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Suor Mainetti uccisa nel 2000 “in odio alla fede” sarà beata
NEWS 21 Giugno 2020    di Redazione

Suor Mainetti uccisa nel 2000 “in odio alla fede” sarà beata

Erano le 22 del 6 giugno 2000, in un vicolo fuori Chiavenna, paese in provincia di Sondrio, quando tre ragazze minorenni del paese uccisero con 19 colpi di coltello suor Maria Laura Mainetti con la volontà di compiere un rito satanico. Dovevano essere 18 coltellate, 6 a testa per fare 6-6-6 il numero della bestia.

Oggi quelle tre ragazze non esistono più, hanno scontato la pena (qualcuno dice con un percorso detentivo piuttosto breve) e hanno cambiato nome e cognome. Si sono sposate e spostate da quei luoghi. Si sono rifatte una vita. E quella piccola suora, allora madre superiora, che uscì dal convento della congregazione delle Figlie della Croce di Sant’Andrea di Chiavenna, attirata da una ingannevole telefonata di richiesta di aiuto, sarà beata. Papa Francesco, ricevendo venerdì in udienza il cardinale Angelo Becciu, prefetto per le Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio, in quanto uccisa «in odio alla fede».

Le cronache di 20 anni fa colpirono l’Italia e riportano che suor Maria Laura quando comprese di essere destinata alla morte si sarebbe rivolta alle tre ragazze dicendo: «io vi perdono». Suor Laura, commentò il procuratore capo di Sondrio, Gianfranco Avella al termine delle indagini, «è una figura rarissima: mentre viene colpita a morte, invoca il perdono per le sue carnefici. Suor Laura ci dimostra che non tutto è materialismo. Ella è stata un raggio di luce sul mondo, che non ci fa perdere la fiducia nel futuro».

La fase diocesana per il processo di beatificazione si aprì il 23 ottobre 2005 a Chiavenna, per chiudersi pochi mesi più tardi, nel giugno 2006. «La sua», disse monsignor Alessandro Maggiolini, all’epoca dei fatti vescovo di Como e promotore della causa di beatificazione, «è stata un’esistenza semplice, fatta di carità, umiltà, preghiera, attenzione ai bisognosi e ai bambini. È per tutti un modello di vita cristiana. Non ha cercato il martirio. Ma quando ha compreso quanto si stava compiendo, lo ha accettato». E oggi la Chiesa intera riconosce il martirio di suor Maria Laura, offrendola come esempio a tutti i cristiani.

Teresina (Maria Laura) Mainetti, nacque a Colico (Lc) il 20 agosto 1939, decima figlia di mamma Marcellina e di papà Stefano Mainetti. Un sacerdote durante una confessione le rivolse un invito decisivo: «Della tua vita devi fare una cosa bella per gli altri». Questa frase l’ha accompagnata nelle sua vocazione e poi durante la vita consacrata, da quando nel 1959 diventerà suora nella Congregazione delle Figlie della Croce. Impegnata soprattutto nell’educazione dei giovani, viene uccisa esprimendo il dono supremo di sé proprio davanti a una gioventù rovinata dal nulla.

La congregazione delle Figlie della Croce è nata nel 1807 in Francia e suor Maria Laura amava spiegare il suo nome da religiosa, «Suor Maria Laura Figlia della Croce»: siamo, diceva, «Figlie della Croce proprio perché nate in un periodo di sofferenza e di buio, alla fine della Rivoluzione francese, e la Croce sola poteva portare luce e speranza». Oggi possiamo dire che suor Maria Laura ha fatto risplendere la luce e la speranza della Croce dimostrando che il buio e la morte possono essere squarciate, riducendole al nulla cui sono destinate.


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