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Tiziano Ferro, papà ad ogni costo. Ma a quale prezzo?
NEWS 2 Marzo 2022    di Raffaella Frullone

Tiziano Ferro, papà ad ogni costo. Ma a quale prezzo?

«Tiziano Ferro è diventato papà». La questione si è risolta così, nella sintesi dei titoli di chi è abituato a non farsi troppe domande. D’altra parte quando a postare è uno dei più noti cantautori italiani, corredando la foto con le nuche di due neonati teneri teneri e un abbraccio arcobaleno, che cosa c’è mai da chiedersi? Nulla, basta una pioggia di like, cuoricini e glicemia a fiumi.

«Per me e Victor l’esperienza da genitori rappresenta il più alto degli onori, il più impegnativo degli oneri» ha scritto con piglio solenne su Instagram (immagine screenshot in alto). «Due telefonate mi hanno reso l’uomo più felice del mondo. La prima qualche mese fa: una bimba. La seconda poche settimane dopo: questa volta un bimbo. Sono diventato papà, e voglio presentarvi queste due meraviglie di 9 e 4 mesi.
Margherita e Andres, la vostra vita è appena iniziata. Ma anche la nostra».

Una volta una telefonata allungava la vita, oggi ti rende genitore, così, in un attimo, come quando Frizzi chiamava a casa e bisognava rispondere Europa Europa, invece di pronto, per vincere il montepremi.

Il post su Instagram del cantante prosegue così: «Ci prenderemo cura dei nostri figli, proteggendoli e custodendone l’intimità meglio che potremo. Saranno solo e soltanto loro a decidere “quando” – e soprattutto “se” – condividere il racconto della loro vita, è giusto che lo conoscano prima del resto del mondo. E’ un diritto insindacabile». Beh coerente, pubblicare un annuncio su un social, farla leggere ad un milione di followers e poi invocare la riservatezza come diritto insindacabile.

Ma la mossa astuta, quella per gareggiare al premio Volpe 2022, è stata quella di non dire se i bambini siano frutto di una adozione o della pratica dell’utero in affitto, entrambe legali negli Stati Uniti dove Ferro vive con Viktor Allen. Di certo non sono frutto della sua “unione civile” con Victor Allen poiché, fino a che il mondo vivrà, ci vorranno sempre un uomo e una donna per generare una nuova vita. Così, forse illudendosi di mettere i piccolini al sicuro da polemiche inutili, in realtà cerca inutilmente di mettere se stesso al riparo dalle accuse di averli comprati, questi bambini, con l’utero in affitto, perché molti si ricordano l’intervista in cui aveva dichiarato che sarebbe andato in America perché voleva diventare padre e lo avrebbe fatto, aveva detto – «anche da solo». A qualunque costo dunque, anche a costo, eventualmente, di privarli della loro mamma e del diritto – quello sì sacrosanto – alle loro radici.

E per scoraggiare eventuali commenti non politicamente corretti interviene con la penna rossa la madrina dei diritti arcobaleno, Monica Cirinnà: «Trovo molto grave che, di fronte a una notizia così bella, che giunge in giornate molto tristi e dopo due anni di pandemia, vi sia chi trova occasione di usare parole d’odio, attaccando due nuove vite anziché festeggiare la loro nascita».

Ovviamente l’odio è l’escamotage linguistico per svilire chiunque abbia un’opinione un filo più articolata del cuoricino o del like, e la Cirinnà ci ricorda quanto sia grave. Non è, invece, grave la compravendita di bambini con l’utero in affitto, che la senatrice non nomina, ma nel silenzio sembra incoraggiare: «Voglio ribadire il mio impegno per arrivare al più presto a una legge che riconosca la piena eguaglianza di queste famiglie e eguali diritti per le loro figlie e i loro figli, come richiesto anche dalla Corte costituzionale con ben due sentenze del 2021. La strada dell’eguaglianza è quella indicata dalla Costituzione: le parole d’ordine sono matrimonio egualitario e riconoscimento alla nascita delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno».

Tutto già visto e già sentito. E proprio per questo, ahinoi, ci si fa il callo e anche tra i cattolici la cosa si va normalizzando «perché tanto ormai è così.»

«Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?»


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