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Ecco i tre paragrafi del sinodo che hanno ottenuto più voti contrari
NEWS 29 Ottobre 2018    di Redazione

Ecco i tre paragrafi del sinodo che hanno ottenuto più voti contrari

È terminato il sinodo sui giovani ed è stato pubblicato il documento finale con 167 paragrafi, tutti approvati con i due terzi dei voti dei padri. Riportiamo di seguito i tre paragrafi che hanno ottenuto il maggior numero di voti contrari, non placet.

OMOSESSUALITA’: voti favorevoli 178, contrari 65, astenuti 5

«150. Esistono questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale. Tra queste emergono in particolare quelle relative alla differenza e armonia tra identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali. A questo riguardo il Sinodo ribadisce che Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rinnovando il suo impegno contro ogni discriminazione e violenza su base sessuale. Ugualmente riafferma la determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente dal loro «orientamento sessuale» (CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1 ottobre 1986, n. 16).

Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi. In questi cammini le persone sono aiutate a leggere la propria storia; ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; a discernere le migliori forme per realizzarlo. In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé».

SINODALITA’: voti favorevoli 191, contrari 51, astenuti 6

«121. L’esperienza vissuta ha reso i partecipanti al Sinodo consapevoli dell’importanza di una forma sinodale della Chiesa per l’annuncio e la trasmissione della fede. La partecipazione dei giovani ha contribuito a “risvegliare” la sinodalità, che è una «dimensione costitutiva della Chiesa. […] Come dice san Giovanni Crisostomo, “Chiesa e Sinodo sono sinonimi” – perché la Chiesa non è altro che il “camminare insieme” del Gregge di Dio sui sentieri della storia incontro a Cristo Signore» (Francesco, Discorso per la Commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015). La sinodalità caratterizza tanto la vita quanto la missione della Chiesa, che è il Popolo di Dio formato da giovani e anziani, uomini e donne di ogni cultura e orizzonte, e il Corpo di Cristo, in cui siamo membra gli uni degli altri, a partire da chi è messo ai margini e calpestato. Nel corso degli scambi e attraverso le testimonianze, il Sinodo ha fatto emergere alcuni tratti fondamentali di uno stile sinodale, verso il quale siamo chiamati a convertirci».

DOCUMENTO FINALE E INSTRUMENTUM LABORIS: voti favorevoli 191, contrari 43, astenuti 15

«3. È importante chiarire la relazione tra l’Instrumentum laboris e il Documento finale. Il primo è il quadro di riferimento unitario e sintetico emerso dai due anni di ascolto; il secondo è il frutto del discernimento realizzato e raccoglie i nuclei tematici generativi su cui i Padri sinodali si sono concentrati con particolare intensità e passione. Riconosciamo quindi la diversità e la complementarità di questi due testi.

Il presente Documento è offerto al Santo Padre (cfr. Francesco, Episcopalis communio, n. 18; Istruzione, art. 35 §5) e anche a tutta la Chiesa come frutto di questo Sinodo. Poiché il percorso sinodale non è ancora terminato e prevede una fase attuativa (cfr. Episcopalis communio, n. 19-21), il Documento finale sarà una mappa per orientare i prossimi passi che la Chiesa è chiamata a muovere».


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