Venerdì 31 Ottobre 2025

I protagonisti del conclave: il cardinale Péter Erdő

Presentiamo le figure più quotate in vista del prossimo conclave, passando oggi al cardinale ungherese

Progetto senza titolo
Pubblichiamo di seguito il secondo di una serie di brevi profili biografici su alcuni cardinali ritenuti come “papabili”. Sappiamo che l’elezione di un pontefice non è un esercizio di mera politica, ma un evento ecclesiale in cui preghiera e dialogo per il bene della Chiesa sono al cuore del voto in conclave. Tuttavia, pensiamo di offrire ai lettori alcuni spunti per conoscere più da vicino i protagonisti di un evento storico molto importante. (La Redazione)

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Presentiamo oggi l’arcivescovo metropolitano di Esztergom-Budapest, Ungheria: il cardinale Péter Erdő. Primogenito di sei figli, nasce il 25 giugno 1952 (72 anni) a Budapest. Racconta di aver vissuto una fede «intessuta» nella trama della famiglia stessa. Cresciuto sotto il comunismo, quando aveva quattro anni è stato costretto insieme alla sua famiglia a fuggire con solo i vestiti sulle spalle dopo che le truppe d’invasione bruciarono la loro casa. Ha ricevuto l’istruzione in un istituto religioso maschile a Budapest, Erdő è poi entrato in seminario col desiderio di indicare alle persone la via della salvezza e spendere per essere l’intera esistenza. Ordinato sacerdote nel 1975 - momento che definisce uno dei tre più felici della sua vita - ha poi trascorso due anni in una parrocchia prima di essere mandato a Roma, dove conseguirà lauree in teologia e diritto canonico presso la Pontifica università lateranense (1980). «Se la fede è la cosa più importante nella vita, allora servire la fede degli altri, trasmettere la fede, insegnare la fede e soprattutto servire la liturgia sono le cose più belle della vita», dichiarerà poi nell’agosto 2024, aggiungendo: «Questa è la motivazione principale che ho sentito anche da ragazzo, è così, gradualmente, che sono arrivato alla decisione di entrare in seminario». Negli anni successivi all’ordinazione si è così dedicato all’insegnamento in varie facoltà di diritto canonico e teologia, sia in Ungheria che all’estero, nello specifico a Buenos Aires, mentre prestava servizio come giudice ecclesiastico. È durante questo periodo che si è dedicato a un’intensa pubblicazione di manuali e articoli sul diritto canonico. È stato ricercatore presso l’Università della California, a Berkeley, dal 1995 al 1996, diventando anche rettore del Collegio ungherese di Roma. Ad oggi è autore di oltre 250 articoli e 25 libri. Giovanni Paolo II lo ha consacrato vescovo nel 2000, rendendolo inoltre primate di tutta l’Ungheria come ordinario dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest nel 2003. Lo stesso anno fu elevato anche a cardinale. Dal 2003 ha partecipato a tutte le assemblee del Sinodo dei vescovi, con l’incarico speciale conferitogli da Papa Francesco di relatore per i sinodi del 2014 e del 2015Il discorso introduttivo di Erdő al Sinodo sulla famiglia del 2015 si è concentrato perlopiù sullo status di diritto canonico dei cattolici divorziati e risposati: «Possono ricevere la comunione solo se rinunciano alle relazioni sessuali con il loro nuovo coniuge», aveva affermato, specificando che integrare i cattolici divorziati e risposati nella Chiesa è «diverso dall’ammetterli all'Eucaristia». Grazie alle sue conoscenze linguistiche - parla tedesco, italiano, francese, spagnolo e inglese - Erdő è stato eletto presidente della Conferenza episcopale cattolica nel 2005 e, sempre nello stesso anno, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee). È stato poi riletto presidente di quest’ultimo nel 2011 per aiutare a supervisionare la “Seconda sezione” della Segreteria di Stato, responsabile delle relazioni diplomatiche. Dal carattere cauto, avverso al rischio, a tratti timido, Erdő a 51 anni era uno dei cardinali più giovani del Collegio cardinalizio. Considerato difensore della struttura gerarchica della Chiesa, il Cardinale ungherese è sacerdote dallo slancio pastorale e nel tempo ha concentrato molte forze sulla Nuova evangelizzazione e sul ministero rivolto ai giovani. Il lavoro missionario è centrale nel suo approccio pastorale e ha mostrato grande preoccupazione per la crisi vocazionale che colpisce oggi la Chiesa. Sostiene esserci un legame inestricabile tra sacerdote, Chiesa e Eucarestia: «Senza santa ordinazione, non c’è Chiesa perché non c’è Eucarestia, e senza Eucarestia, non c’è Chiesa». Il cardinale Erdő sottolinea l’importanza per qualsiasi ministero sacerdotale di porre Cristo come centro: «Ma la grazia di Dio può essere particolarmente efficace se le persone sentono che [i sacerdoti] sono davvero innamorati di Dio e lo considerano il centro delle [loro] vite». Così Erdő spiega la sua disapprovazione nel rendere il celibato facoltativo, indicando l’esempio che Gesù Cristo ha lasciato ai discepoli: «Veniamo a conoscere il vero Gesù Cristo attraverso i Vangeli, [e] sappiamo che ha avuto una vita celibe, ha avuto una vita totalmente consacrata a Dio, e ha anche raccomandato questa castità a quelli dei suoi discepoli che erano in grado di capire». Su questioni politiche come l’immigrazione, Il Cardinale ha condiviso un approccio equilibrato, riconoscendo il diritto di migrare ma dimostrandosi anche consapevole dei pericoli dell’integrazione, che va comunque attuata senza mettere in pericolo la stabilità politica e l’ordine pubblico di un Paese. Dall’atteggiamento accogliente verso la Chiesa ortodossa - tanto da enfatizzare il suo ruolo di ponte tra Oriente e Occidente -, Erdő sostiene il dialogo con le religioni non cristiane - con un atteggiamento perlopiù positivo verso l’Islam - sottolineando il valore di Dignitatis Humanae (la Dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa). Sottolinea spesso l’importanza di coltivare una relazione personale con Cristo, tema che pone al centro della grave crisi che sta affrontando la Chiesa oggi a causa del laicismo e del relativismo, essendo anche ben consapevole dei pericoli e del vuoto che lasciano le ideologie politiche. Erdő nega l’universalismo - ovvero l’idea che tutti siano salvati - ma crede che tutto “possa” essere salvato, cioè che solo attraverso Gesù Cristo l’umanità può trovare la sua strada verso Dio e la salvezza. Fermamente contrario all’accettazione delle unioni omosessuali, favorisce il sostegno pastorale per coloro che soffrono per la condizione di vivere un’attrazione omosessuale. Fortemente pro-vita, sostiene con zelo Humanae Vitae ed esprime una salda devozione mariana. Ammiratore di papa Paolo VI, il Cardinale ungherese era anche uno dei preferiti del defunto George Pell, il quale non fece mistero di augurarselo quale futuro successore di Pietro, dopo il pontificato di Francesco (Fonte foto: Imagoeconomica) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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