Laicità e laicismo
Un papabile al giorno: il cardinale Pietro Parolin
Presentiamo da oggi le figure più quotate in vista del prossimo conclave, iniziando con il Segretario di Stato
28 Aprile 2025 - 12:15
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Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano nominato da Francesco è nato a Schiavon in provincia e diocesi di Vicenza i 17 gennaio del 1955, è il primo di tre fratelli e, leggiamo dalla Sala stampa vaticana, cresce in una famiglia «semplice e profondamente cattolica — il padre ha un negozio di ferramenta e vende macchine agricole, la madre è maestra elementare — e frequenta fin da piccolo la parrocchia del paese. Qui, nel parroco don Augusto Fornara trova un punto di riferimento spirituale che orienta la sua fede e, in particolare, la vocazione sacerdotale maturata in quegli anni». La famiglia è colpita presto da un grave lutto, la perdita del padre per un incidente stradale nel 1965. Entrato in seminario a 14 anni, sarà ordinato sacerdote nel 1980. Prosegue gli studi alla Pontificia Università Gregoriana dove consegue il dottorato in diritto canonico e si prepara alla carriera diplomatica frequentando la Pontificia Accademia Ecclesiastica. Ha 31 anni quando inizia il suo servizio diplomatico per la Santa Sede ricoprendo incarichi in Messico e in Nigeria. In anni più recenti (2009) svolgerà un ruolo particolarmente delicato e impegnativo come Nunzio apostolico nel Venezuela governato da Chavez. Sarà infine con la nomina a Segretario di Stato nell'ottobre del 2013 che Parolin diventa uno dei più significativi artefici della politica estera vaticana. Sempre nei primi anni del suo papato, è il febbraio del 2014, Francesco lo crea cardinale. Parolin è anche membro del Consiglio dei Cardinali, creato dallo stesso pontefice allo scopo di consigliarlo nel governo della Chiesa e in quel processo complesso e carico di sfide della riforma della Curia. Pietro Parolin è il secondo più giovane Segretario di Stato, dopo il cardinale Pacelli che sarebbe stato eletto papa col nome di Pio XII. La sua azione di mediazione è stata particolarmente importante in alcuni dei più delicati e (da alcuni) discussi negoziati internazionali, come l'accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi. In seguito all'aggressione russa all'Ucraina, nel luglio del 2024 quindi a pochi mesi dall'inizio della guerra tuttora in corso, il cardinale Parolin si è recato in Ucraina come inviato speciale e rappresentante del Papa per portare la vicinanza della Chiesa al popolo ucraino e a pregare per la pace. Durante la visita ha ribadito l'impegno della Santa Sede per favorire la fine del conflitto perché, ha ricordato «la guerra è sempre una sconfitta»; si è inoltre recato nell'ospedale pediatrico colpito da un attacco missilistico e ha portato ai bambini ricoverati e a medici e infermieri l'abbraccio del Papa. Nel settembre del 2024 ha partecipato a una videoconferenza con il commissario per i diritti umani della Federazione russa lavorando per la liberazione e lo scambio di prigionieri tra le due nazioni in guerra e ringraziando le autorità russe per la liberazione di due sacerdoti ucraini. Proprio nell'omelia pronunciata nella messa del secondo giorno dei novendiali, Parolin ha ricordato il cuore del messaggio del pontificato di Francesco: la misericordia, «(...) che ha ispirato “la sua intensa attività apostolica, insieme all’ansia di annunciarla e condividerla con tutti che è stato il programma del suo pontificato”. Misericordia, come sottolineato più volte dal Papa, è il nome stesso di Dio” e nessuno può porre un limite all’amore del Padre che “vuole rialzarci e renderci persone nuove”». Tra i papabili, il suo profilo in questo momento appare quello maggiormente quotato perché nella sua figura unisce e condensa, come nessuno, più aspetti significativi. Essenzialmente, tre: anzitutto, un legame con il pontificato di Papa Francesco - il quale, lo si ripete, l'ha chiamato alla Segreteria di Stato; in secondo luogo, una indubbia esperienza diplomatica in una fase in cui i tanti conflitti in corso (Ucraina e Gaza, ma non solo) impongono alla Chiesa un rinnovato ruolo geopolitico; infine, il suo noto profilo istituzionale viene da più parti interpretato come un elemento di stabilità, che possa mettere la Chiesa al riparo da spinte e pressioni che potrebbero rendere burrascoso il suo tragitto (Fonte foto: Imagoeconomica) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!











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