«L’iscrizione attiva alla massoneria da parte di un fedele è proibita, a causa dell’inconciliabilità tra dottrina cattolica e massoneria». Anche il neo prefetto alla Dottrina della Fede, il cardinale Victor “Tucho” Fernandez, resta fermo sul punto classico per cui la Chiesa stigmatizza i fedeli dall’avvicinarsi a compasso e grembiulino.
La conferma arriva dalla risposta che il dicastero dell’ex Sant’Ufficio ha inviato, in collaborazione con la Conferenza episcopale delle Filippine, a monsignor Julito Cortes, vescovo di Dumanguete nelle Filippine. Il vescovo aveva chiesto preoccupato per «la situazione della sua diocesi, a causa del continuo aumento di fedeli iscritti alla massoneria», perciò ha chiesto «suggerimenti per fronteggiare adeguatamente tale realtà dal punto di vista pastorale, tenendo conto anche delle implicazioni dottrinali».
«Coloro che formalmente e consapevolmente sono iscritti a logge massoniche e hanno abbracciato i princìpi massonici», si legge nel testo di risposta che ha la doppia firma di Fernandez e del Papa, sono «in peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione», così come indicava la Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1983 firmata Joseph Ratzinger.
Sul piano pastorale il neo prefetto Fernandez propone «di svolgere una catechesi popolare in tutte le parrocchie, riguardo alle ragioni dell’inconciliabilità tra fede cattolica e massoneria».
Queste ragioni sono sempre state ribadite dalla Chiesa. Nel codice di diritto canonico del 1917 si stabiliva che il fedele iscritto alla massoneria era di fatto scomunicato, poi si è arrivati, attraverso un certo dibattito che ha riguardato soprattutto il periodo del Vaticano II, alla già citata Dichiarazione del 1983 in cui, appunto, si parla di «peccato grave» per il fedele frammassone. Generalmente la Chiesa ha sempre espresso questo giudizio, più e più volte lo hanno ribadito i papi degli ultimi secoli, perché la Libera Muratoria nega in linea di principio la verità rivelata e si colloca in una linea di sostanziale relativismo in quanto alla verità e indifferentismo in quanto al fenomeno religioso. Questa posizione fondamentale è chiaramente in contrasto con il concetto cattolico di verità, anche semplicemente in termini di teologia naturale. Tra il Padre di Gesù Cristo e il “Grande Architetto dell’Universo” nessuna parentela, anzi, ribadiscono Fernandez e Papa Francesco, meglio girare alla larga.
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