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Vittorio Messori e il paradosso di Lourdes
NEWS 11 Febbraio 2018    

Vittorio Messori e il paradosso di Lourdes

Pubblichiamo ampi stralci di un’intervista che Vittorio Messori ha concesso a MiniOftal, Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes, nel gennaio 2013.

La tesi di fondo del suo libro Bernadette non ci ha ingannato è che quanto accaduto a Lourdes è vero perché Bernadette risulta assolutamente credibile. E’ così?

Lourdes è paradossale perché è il maggior santuario della cristianità e si regge solo sulle spallucce di un’analfabeta alta un metro e quaranta, socialmente irrilevante ed emarginata. E’ il paradosso del Vangelo: la grandezza è privilegio dei piccoli. Noi abbiamo solo la sua testimonianza: lei sola ha visto e sentito e lei sola ci ha riferito. Se si vuole indagare sulla verità di Lourdes bisogna indagare sulla credibilità di Bernadette. (…) Bernadette non ci ha ingannato? O non si è ingannata? Molti la consideravano una malata di nervi: potrebbe essere un’allucinata. Potrebbe averci ingannato, anche se in buona fede, ingannandosi lei per prima. (…)

Quindi il suo atteggiamento è tutt’altro che fideistico. Bisogna cercare delle vere e proprie ragioni per credere?

(…) soltanto il credente di fronte a Lourdes può essere oggettivo: se un non credente dovesse convincersi che Lourdes è vera, allora dovrebbe rivedere tutta la propria vita; invece un credente può essere oggettivo perché la sua fede si basa sì sulle apparizioni, ma su quelle di Gesù. Se uno storico per assurdo dovesse dimostrare che Bernadette ci ha veramente ingannati, a tutti noi spiacerebbe molto e ci sentiremmo presi in giro, ma la nostra fede non ne sarebbe toccata. La mia ricerca è basata soltanto su dati storici criticamente accertati. Su questo libro si potrà dire quello che si vuole, ma non si potranno confutare le affermazioni che lo sostengono . D’altronde ci ho messo una ventina d’anni.

Rispetto ad altre apparizioni mariane, Lourdes ha dei caratteri di unicità?

Sul piano storico Lourdes è la più cristallina, la più coerente, la più evidentemente vera. Si prenda ad esempio un’apparizione che l’ha preceduta, quella di La Salette, ed una che l’ha seguita, quella di Fatima. Entrambe apparizioni ufficialmente riconosciute, ma tormentate. A margine di La Salette c’erano stati dibattiti politici, polemiche tra correnti cattoliche. Per Fatima sappiamo bene quello che ha circondato il “terzo segreto”. A Lourdes tutto è invece limpido, tutto è chiaro, tutto è semplice; si tratta soltanto di esaminare la testimonianza dell’unica testimone, la cui sincerità è evidente. Se si vuole trovare un punto di appoggio per la fede, è facile trovarlo in Lourdes. E’ cristallino ed evidente quello che Bernadette ci ha raccontato. Sono smisurati i documenti che bisogna esaminare: la burocrazia francese dell’epoca era molto organizzata. Per cui lo storico da un lato è favorito perché ha un sacco di materiale; dall’altro è sfavorito perché bisogna faticare a consultarlo tutto.

Ci sono altre peculiarità?

A Lourdes la Madonna non piange mai. Qualche volta si rattrista per i peccatori ma sorride per ben due terzi del tempo delle apparizioni. Non esiste un’altra apparizione dove la Madonna sorrida così tanto. Si pensi che addirittura per ben tre volte ride, ride “come una bambina”. Questo fece addirittura scandalo.

Certo se Bernadette si fosse inventata tutto, non l’avrebbe inventato così…

Bernadette ha sempre detto: “era alta come me e aveva la mia età”. Questo i cattolici non lo volevano accettare, perché vedevano la Madonna come una matrona, come una gran signora. Bernadette la descrive come una Petito Damiselo, una piccola signorina. Bernadette era davvero piccola e non dimentichiamo che pur avendo 14 anni, secondo i medici ne dimostrava 12, a causa dei postumi del colera che l’aveva colpita e dell’asma incipiente. L’idea di una Madonna alta un metro e quaranta con l’aspetto da bambina non era accettata dai cattolici. Infatti Bernadette non ha mai amato la statua di Fabish (quella posta nella nicchia della grotta, ndr), e ha sempre detto che non rispecchiava in niente ciò che aveva visto. Uno dei motivi di veridicità è proprio questo: se Bernadette avesse inventato tutto o avesse avuto delle allucinazioni, avrebbe visto tutt’altro .

Oltre ad essere motivo di studi ultraventennali, Lourdes cosa ha significato per la sua vita?

Anzitutto ha avuto un significato per la mia nascita: io, come Joseph Ratzinger, sono nato il 16 aprile, il giorno del dies natalis di Bernadette. Io non sono nato cattolico, sono cresciuto in una famiglia anticlericale, ho fatto a Torino studi laici, se non laicisti. Per molto tempo non ho saputo che il giorno del mio compleanno era lo stesso della morte di Bernadette. Una volta – scherzando – dissi all’allora cardinale Ratzinger : “Il 16 aprile dell’anno in cui è nato lei era un Sabato Santo; il 16 aprile dell’anno in cui sono nato io era un mercoledì dopo Pasqua, come nel 1879 quando è morta Bernadette”. E lui rispose: “è un privilegio di cui deve essere grato!”. Per me Lourdes è stata una scoperta tardiva ma quando è avvenuta ne ho sentito il richiamo irresistibile. Basti pensare che sono stato lì lì per andarci a vivere per dirigere l’ufficio stampa del santuario. (fonte)


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