Giovedì 23 Ottobre 2025

Card. Sarah: «Solo una Chiesa eucaristica può essere missionaria»

Oltre 300 persone ad ascoltare il porporato guineano a Trento, sabato scorso

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Metti un sabato di ponte a fine maggio, in città. Viene istintivo – tanto più considerando il meteo favorevole - pensare a poche presenze, con tanti in fuga verso il mare. Così sarà stato, sabato scorso, anche a Trento, con una felicissima eccezione: le oltre 300 persone che affollavano l’aula magna dell’Istituto arcivescovile, dove alle 17:30 il cardinale Robert Sarah – moderato da Francesco Agnoli, presidente del Movimento per la Vita di Trento e firma del nostro mensile - è intervenuto per presentare il suo ultimo libro, Dio esiste? (Cantagalli), anche se in realtà quello del porporato è stato di fatto un intervento ben più ampio, nel senso che ha spaziato su molteplici versanti. Per rompere il ghiaccio, il cardinale si è presentato al pubblico, omaggiando Dio per avergli consentito di passare da un «piccolo villaggio» africano al «centro della cattolicità». A seguire, il cardinale ha iniziato un’analisi a partire dalla condizione umana, che malgrado talune apparenze non è mai di solitudine: «L’uomo non è mai solo, perché il Signore non ci lascia mai soli». Sarah ha poi ricordato l’importanza della preghiera, «preghiera che non è dire tante cose a Dio, ma è riuscire ad ascoltare il suo messaggio. La preghiera è guardare a Dio e lasciarsi guidare da Dio». Con tali premesse, il porporato è presto andato al nocciolo della questione che, nella sua prospettiva, spiega molto della crisi antropologica ed ecclesiale di oggi: la necessità di «recuperare il senso dell’adorazione davanti al mistero di Dio». «Abbiamo bisogno di adoratori, il mondo sta morendo perché mancano adoratori. La Santa Messa non deve smarrire il senso del mistero e del sacro; non è un’assemblea sociale o una esibizione culturale, bensì la memoria della morte e della risurrezione del Signore». Chiaro questo aspetto, il cardinale Sarah ha sottolineato un aspetto fondamentale, ossia la definizione di chiesa missionaria. Nell’accezione comune, infatti, è missionaria una chiesa attenta al sociale e agli ultimi. Concezione che il cardinale Sarah non ha inteso confutare, ma completare in modo decisivo, ribaltando la prospettiva. «Una Chiesa eucaristica è una chiesa missionaria», ha infatti sottolineato rimarcando che solo «se abbiamo visto il Signore «possiamo annunciarlo al mondo». Diversamente, il significato dell’annuncio cristiano scolora, anzi rischia di spegnersi. Il cardinale Sarah, proseguendo, ha criticato un malinteso senso dell’ecumenismo («non possiamo dire che tutte le religioni sono uguali»), ha evidenziato come la crisi di fede sia anche crisi antropologica («la morte di Dio è anche la morte dell’uomo»), chiedendosi come mai tanto impegno «per promuovere l’ideologia di genere». Criticando, ancora, una certa ostilità ecclesiale alla Messa in rito antico (ostilità definita «un insulto alla storia della Chiesa»), il cardinale Sarah – che per tutto l’arco del suo intervento, durato un’ora e mezza, ha visto il pubblico particolarmente attento – ha criticato un Occidente i cui «leader» spesso «senza figli non sanno più cosa sia la famiglia», esortando infine tutti a «vivere ogni attimo della vita intensamente», vale a dire «in tensione verso Cristo». Al porporato è stato infine consegnata un’opera dell’artista Fabio Nones raffigurante la Madonna. Ed ha così avuto termine, poco dopo le 19 circa, un pomeriggio in cui in una Trento se non deserta non comunque affollata di affollata c’era un’aula magna dove un cardinale africano ha ricordato a tutti i presenti una cosa antica eppure sempre nuova: l’importanza di Dio nella propria vita.

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