I due attesi eventi della canonizzazione di Carlo Acutis, prevista per il 27 aprile e di Piergiorgio Frassati, prevista per il 3 agosto e sospesi entrambi, per la morte di Francesco, verranno unificati, per volontà di papa Leone XIV, in un unico, grande evento che si terrà il 7 settembre prossimo, in cui entrambi i giovanissimi beati verranno finalmente proclamati santi. Pergiorgio e Carlo che ora condivideranno anche la festa in Cielo, nello stesso giorno, sono accomunati anche da tante caratteristiche che li legano. Ne elenchiamo di seguito cinque.
Giovane età e morte precoce: Pier Giorgio Frassati morì prematuramente, colpito da una poliomielite fulminante, a 23 anni, appena due esami prima della sua laurea in ingegneria, il 4 luglio 1925. La malattia che lo portò alla morte fu contratta, attraverso il contatto con i poveri che visitava e assisteva regolarmente. Anche Carlo Acutis è morto prematuramente all'età di 15 anni, a causa di una leucemia fulminante nel 2006. Un percorso molto breve, quello della sua malattia, inizialmente scambiata per una normale influenza, che si è rivelata, poi, una forma aggressiva di leucemia. Carlo è deceduto il 12 ottobre presso l'ospedale San Gerardo di Monza.
Impegno Sociale: Carlo Acutis, ribattezzato il “santo millennial” e futuro “patrono di internet”, era un genietto del computer che ha, nella sua brevissima vita, usato ai fini dell’ evangelizzazione. A soli 14 anni ha creato un sito internet per mappare i miracoli eucaristici nel mondo. Dopo la sua morte il progetto venne ripreso e realizzato in un sito (www.miracolieucaristici.org) e utilizzato a sostegno della causa di beatificazione. Frassati, invece, nonostante provenisse da una famiglia agiata, ha scelto di servire i poveri, così come Acutis, pur vivendo in un contesto diverso, ha usato il suo talento per la tecnologia, per aiutare gli altri. Piergiorgio Frassati, inoltre, si dedicò in modo particolare, alle condizioni di povertà, in cui vivevano gli operai, a Torino. Un impegno così grande il suo, che gli amici lo chiamavano “Frassati Impresa Trasporti” perché non esitava a recarsi nelle case più povere di Torino, donando tutti i soldi che la famiglia gli passava.
Testimonianza di Santità: Entrambi sono esempi di santità per i giovani perché hanno mostrato che è possibile vivere una vita santa pur rimanendo nel mondo. La santità di Pier Giorgio, infatti, non si manifestò attraverso fenomeni mistici, ma nella quotidianità della vita: scorgendo Dio nel volto dei fratelli e vivendo la sua fede in modo radicale. Vivere e non vivacchiare, amava ripetere: «Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare … Anche attraverso ogni disillusione dobbiamo ricordare che siamo gli unici che possediamo la Verità». Parole che esprimono bene lo spiccato ardore evangelico di Piergiorgio Frassati. «Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie», amava, invece, ripetere il beato Carlo Acutis, perché il cammino di santità richiede impegno, altrimenti il rischio è quello di lasciarsi vincere dalle tante difficoltà che la vita ci pone di fronte. «Non io ma Dio» diceva e guardava alla santità come a un percorso di purificazione costante, perché «ogni minuto che passa è un minuto in meno che abbiamo per santificarci» perché, per Acutis, «Una vita di successo è quella in cui si mette Dio al primo posto».
Amore per la Chiesa:. Piergiorgio Fassati, durante il liceo comincia a frequentare le “Opere di san Vincenzo”. Si iscrive a diverse congregazioni e associazioni cattoliche, portando avanti una ricerca della fede autentica, ben diversa dal vuoto formalismo e materialismo su cui si basava, invece, la sua vita familiare. Una fede, la sua, contemplativa e concreta al tempo stesso, fondata su una intensa vita di preghiera: si accosta quotidianamente alla comunione, aderisce alla «Crociata Eucaristica» e frequenta la Congregazione Mariana che lo inizia al culto della Madonna, si avvicina anche alla spiritualità dei Domenicani e diventa Terziario. Acutis condivide con lui l’amore per l’Eucaristia che definiva «La mia autostrada per il Cielo». E per far comprendere alle persone l’importanza di questo sacramento, alle persone diceva: «Gesù è l'Amore e più ci nutriremo dell'Eucaristia, che contiene realmente Dio con il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, più aumenteremo anche noi le nostre capacità di amare! »
Allegria e socievolezza: Carlo Acutis era un ragazzo allegro che amava il prossimo. «Un burlone e un genio delle tecnologie», lo ha definito sua madre, Luciana Salzano, su
La Repubblica. Persino la sua morte, che lo stroncò in soli tre giorni, la affrontò col sorriso, ricorda mamma Luciana «tanto che un medico gli chiese perché stesse ridendo. E lui, con la serenità di chi già stava con Dio, rispose che nel mondo c’era gente che stava soffrendo più di lui». Anche Piergiorgio Frassati faceva ogni cosa con spirito di letizia: con i suoi amici creò una «società» allegra denominata «Tipi loschi», fatta di ragazzi che si spronavano reciprocamente ad avanzare nella vita di preghiera e nelle opere di carità. E quando all’università veniva schernito e gli chiedevano se fosse un bigotto, lui non esitava a rispondere: «No. Sono rimasto cristiano. Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la fede mi darà la forza sarò sempre allegro. Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi dei cattolici».
Tutt’altro che una fede e un’allegria di facciata la sua, sebbene fosse costretto a vivere tra le pesanti mura domestiche, dove nessuno lo comprendeva davvero e in cui, tuttavia, con la sua testimonianza portò una vera rivoluzione, al punto che sarà proprio, durante il suo funerale che vedrà una chiesa straripante di gente, a produrre nell’animo di suo padre una vera e propria crisi che lo porterà, poi, negli anni, ad una straordinaria conversione. Fu quello il primo miracolo di Piergiorgio. (
Fonte foto: Ansa/Pexels.com)
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