Considerando quanto oggi appare grande ed impegnativa la battaglia per la difesa della vita nascente, la nascita d’una nuova realtà
pro life rappresenta sempre una buona notizia. Per questo, come
Timone, siamo felici di apprendere dell’avvio, da qualche tempo, del comitato
Prolife insieme, che pur di recente costituzione ha delle ambizioni importanti. Ne abbiamo parlato con il presidente stesso di tale comitato, che è don Francesco Giordano, STD, Direttore dell'Ufficio di Roma di Human Life International, Presidente di Pro-Life Insieme, sacerdote Diocesano di Albenga-Imperia, e Professore a Roma, dove insegna all'Angelicum e alla Catholic University of America.
Don Francesco, com’è nata l’idea di Prolife Insieme? «Il comitato Prolife Insieme riunisce associazioni, movimenti e singoli volontari con un obiettivo culturale e informativo legato a un’unica tematica: l’aborto procurato. Il nostro obiettivo è duplice: da un lato, vogliamo contribuire a ricostruire l’immagine del bambino non nato, della donna, dell’uomo, della coppia e della famiglia, in un contesto che ha distrutto il nucleo fondante della società».
In che modo? «La nostra attività si concentrerà principalmente sulla diffusione, sensibilizzazione e valorizzazione di messaggi e informazioni volti a contrastare l’aborto procurato, che consideriamo il vero e unico problema al quale vogliamo opporci, dal quale derivano tutti i mali. Il nostro approccio sarà sempre pacato, costruttivo, deciso ma rispettoso, mai polemico. L’esperienza sul campo di coloro tra noi che operano a favore della vita conferma che la donna che resta incinta, indipendentemente dall’esito della gravidanza, è già madre; dunque, dopo l’aborto, soffre per sempre per aver perso la vita che portava in grembo. Per quanto riguarda invece l’obiettivo di aggregazione, è fondamentale unire le forze di chi opera nel volontariato pro-life, di chi è attivo nel proprio territorio per difendere il bambino non nato, e di tutti coloro che, pur non appartenendo a associazioni, gruppi o movimenti, desiderano rappresentare il “popolo della vita,” che è vivo e numerosissimo nel nostro Paese. L’unione fa la forza: dispersi e disuniti, non si ottiene molto. In terzo luogo, senza appartenenze partitiche e con un approccio laico nel vero senso del termine, ci ispiriamo e ci lasciamo guidare dal Magistero della Chiesa cattolica, ma siamo aperti a tutti, credenti e non credenti, disponibili al dialogo e al confronto con chi condivide l’idea di fondo: l’aborto è un male radicale, e il bambino merita, una volta concepito, di nascere e di essere accolto con amore. Perché ciò accada, è necessario cambiare innanzitutto il linguaggio comunemente utilizzato dai media e chiarire che: 1 non si può parlare di diritto all’aborto, ma di diritto a nascere; 2 bisogna esprimere verità, affinché tutti comprendano che l’aborto è la soppressione di un essere vivente appartenente alla specie umana, il che è un dato scientifico inoppugnabile - non una verità di fede; 3 “No” ai diritti di chi può prevaricare sul più debole, solo perché già nato; no al “diritto del più forte”; 4 “No” all’antagonismo tra uomo e donna, alla presunta supremazia dell’uno sull’altra; 5 “Sì” al ruolo centrale del bambino concepito; 6 “Sì” alla valorizzazione della maternità, privilegio esclusivo della donna; 7 “Sì” alla valorizzazione dell’uomo, nel suo ruolo di sostegno e accompagnamento della donna in difficoltà per la gravidanza; 8 “Sì” al ruolo centrale della coppia e della famiglia».
Quali sono le specifiche finalità che la vostra realtà si propone? «Le nostre finalità sono di carattere culturale e di aggregazione. Ci proponiamo di ricostruire l’immagine del bambino non nato, della donna e della famiglia, contrastando l’aborto procurato con messaggi di sensibilizzazione e rispetto. Vogliamo unire le forze di chi è attivo nel volontariato
pro-life, senza appartenenze partitiche, per rappresentare il “popolo della vita”».
Cosa risponderebbe a chi vede nel suo ruolo un rischio di rendere confessionale una battaglia che è anche di ragione? «Ritengo che la battaglia per la vita non sia solo di carattere confessionale, ma universale. La dignità umana e il diritto alla vita sono temi che trascendono le religioni e devono essere affrontati con un approccio razionale e rispettoso, aperto al dialogo con tutti. Come abbiamo sentito recentemente, il discorso di Papa Leone XIV del 21 giugno affronta in modo significativo il tema della legge naturale, evidenziando la sua importanza per la creazione di unità tra le persone. Leone sottolinea come una “condivisione di un punto di riferimento nell’attività politica” sia essenziale, e identifica la legge naturale come quel riferimento universale, valido al di sopra di altre convinzioni più discutibili. La legge naturale diventa quindi “la bussola” che guida le decisioni legislative e le azioni. Allo stesso tempo, ricordiamo che la legge naturale, secondo San Tommaso d’Aquino, è una partecipazione alla legge eterna, alla vita interiore di Dio stesso. Specifico “vita” perché ci riferiamo a ciò che “muove sé stesso,” e c’è una gerarchia della vita: dalle piante, agli animali, alle persone razionali, fino a Dio stesso. Perciò, la prospettiva Cattolica non può essere vista come qualcosa di devozione emotiva e privata. Il ruolo della prospettiva di Fede è fondamentale nel discorso culturale. Secondo Christopher Dawson, la religione forma la società, la quale si manifesta nell’espressione artistica e si sviluppa nel pensiero e nella filosofia. Il valore della voce della Chiesa è fondamentale proprio perché integra la vita umana con quella divina».
Cosa ha da dare l’esperienza pro-life statunitense a quella italiana e viceversa? «L'esperienza statunitense offre una varietà di strategie e approcci che hanno avuto successo nel promuovere la causa pro-life. Allo stesso tempo, l'Italia ha una ricca tradizione culturale e spirituale che può arricchire il dibattito negli Stati Uniti. È importante condividere le esperienze e le migliori pratiche per fortificare il movimento in entrambi i contesti. Recentemente, abbiamo pubblicato le traduzioni di due libri: uno di Shawn Carney della 40 Days for Life -
Cosa dire quando… - e l’altro di Brian Clowes della Human Life International -
Manuale Pro-Life. Questi libri offrono esempi concreti e pratici che possono risultare utili in Italia per i pro-life».
Quali saranno le prossime iniziative di Prolife Insieme? «Prevediamo diverse iniziative di sensibilizzazione e eventi pubblici per promuovere la nostra causa, oltre a collaborazioni con altre organizzazioni pro-life. Stiamo lavorando anche a campagne informative e materiali educativi per raggiungere un pubblico più ampio».
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